Grillo e la fine della Repubblica dei ladri

C’è un momento in cui un sistema, un’organizzazione, o una nazione si trovano a un bivio e la scelta che faranno li porterà alla rinascita o al declino. I semi infetti nel caso italiano sono contenuti tutti nel trascorso ventennio. Iniziato con la demolizione della Prima Repubblica, il sistema nato da quelle false ceneri ne è stato il continuatore in peggio piuttosto che il trasformatore.

I mali invece di essere curati sono diventati endemia. La mazzetta in valigetta è stata sostituita dalle partecipazioni azionarie, le cooptazioni dal nepotismo, i partiti dalle satrapie.

Venti anni fa la grande stagione referendaria ha provato a cambiare i connotati al sistema: cancellazione del finanziamento pubblico ai Partiti e legge elettorale uninominale all’inglese invece del corrotto proporzionale. In trenta milioni hanno gridato, votando, la loro volontà di cambiamento. E’ finita come tutti sappiamo: introduzione del Porcellum e del multimilionario rimborso elettorale. Con la classe politica acquartierata dentro la fortezza dei privilegi e pronta a nuovi saccheggi, invece di cambiare.

Anche le pulsioni antisistema che in quegli anni hanno bussato alle porte sono state trasformate nella loro negazione. Il federalismo brandito dalla Lega come l’arma finale che avrebbe sbaragliato i corrotti asserragliati nel ‘Palazzo’ è diventata una serie di finte riforme che hanno lasciato via libera a tutte le consorterie locali, rendendo legale quello che fina ad allora avevano solo sognato di fare.

I risultati: aumento delle Province, ampliamento dei consiglieri regionali, estensione delle diarie per gli amministratori locali, costituzione di migliaia di società per azioni a totale capitale pubblico e, come una metastasi, l’incremento esponenziale di consigli d’amministrazioni, collegi sindacali e milionari appannaggi. Una mostruosa sovrastruttura in cui collocare, a spese dei contribuenti, i propri favoriti.

I timidi segni di ravvedimento, fino ad oggi, si sono limitati a miseri contenimenti, pannicelli caldi contro la pestilenza.

L’Italia che si sorprende del travolgente successo di Beppe Grillo è la stessa che si indignava per la distanza della classe politica dalla gente, e sperava che la politica si autoriformasse. La storia procede a volte con strappi e accelerazioni. Questa fase è una di quelle.

Non possiamo avere il ceto politico più pagato d’Europa, l’Italia al 68° posto nella classifica della corruzione, le liste dei contribuenti più ricchi affollati da gente che vive di pubbliche prebende e poi sperare che tutto continui. Forse al tempo dell’abbondanza si poteva fare. Ma negli anni della crisi, con un tasso di mortalità imprenditoriale epidemico, la distrazione è divenuta indignazione e la sopportazione radicale rifiuto.

Tra gli elettori non molti conoscono i punti programmatici di Grillo, ma tutti conoscono benissimo cosa vuol fare alla ‘casta’: scacciarli dal tempio. E lo fa con la forza di un esempio senza precedenti: rifiuto dei rimborsi elettorali, dimezzamento degli stipendi, praticato e non solo declamato, cariche elettive a tempo, cariche interne inesistenti. E il fondatore che non entra in Parlamento.

Certo, anche questa irruzione nel corpo istituzionale può essere assorbita, e la Lega di “Roma ladrona” rimasta seppellita dal suo stesso urlo è lì a dimostrarlo.

Il Movimento 5 Stelle incarna un nuovo modo di vivere la politica. L’onere e l’onore della carica pubblica piuttosto che i suoi privilegi. Cittadini che, invece di “onorevoli”, rimandano alla caduta dell’aristocrazia e alla rivoluzione. La sfida sta tutta qui.

Secoli fa un monaco affisse sulla porta di una chiesa, a Wurttemberg, 95 tesi contro la simonia, la vendita delle indulgenze, la corruzione. Il Vaffa nelle piazze somiglia a quelle lontane tesi. Allora nacque una nuova etica che contribuì alla rottura tra mondo antico e moderno. Nell’Italia dove la mobilità sociale si declina solo in direzione della caduta, l’esempio arrivato nel Palazzo dovrà essere accolto o lo stesso rapporto popolo -eletti cadrà in rovina.

Come scrisse Robert Frost:

Due strade divergevano in un bosco, ed io,

Io presi quella meno battuta,

E questo ha fatto tutta la differenza.

L’Italia si trova allo stesso bivio.

 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

C’è un momento in cui un sistema, un’organizzazione, o una nazione si trovano a un bivio e la scelta che faranno li porterà alla rinascita o al declino. I semi infetti nel caso italiano sono contenuti tutti nel trascorso ventennio. Iniziato con la demolizione della prima repubblica, il sistema nato da quelle false ceneri ne è stato il continuatore in peggio piuttosto che il trasformatore.

C’è un momento in cui un sistema, un’organizzazione, o una nazione si trovano a un bivio e la scelta che faranno li porterà alla rinascita o al declino. I semi infetti nel caso italiano sono contenuti tutti nel trascorso ventennio. Iniziato con la demolizione della prima repubblica, il sistema nato da quelle false ceneri ne è stato il continuatore in peggio piuttosto che il trasformatore.

C’è un momento in cui un sistema, un’organizzazione, o una nazione si trovano a un bivio e la scelta che faranno li porterà alla rinascita o al declino. I semi infetti nel caso italiano sono contenuti tutti nel trascorso ventennio. Iniziato con la demolizione della prima repubblica, il sistema nato da quelle false ceneri ne è stato il continuatore in peggio piuttosto che il trasformatore.

C’è un momento in cui un sistema, un’organizzazione, o una nazione si trovano a un bivio e la scelta che faranno li porterà alla rinascita o al declino. I semi infetti nel caso italiano sono contenuti tutti nel trascorso ventennio. Iniziato con la demolizione della prima repubblica, il sistema nato da quelle false ceneri ne è stato il continuatore in peggio piuttosto che il trasformatore.

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]