Con lo start previsto fra meno di tre settimane, il rischio di non riuscire a fare trovare l’asfalto in condizioni decorose alla carovana del Giro d’Italia è troppo alto. Per questo la Regione Siciliana, appena una settimana dopo la delibera che stanziava i fondi per il rifacimento delle strade che saranno percorse nelle prime quattro tappe della corsa rosa, ha corretto il tiro stabilendo che a effettuare i lavori saranno le società che si sono già aggiudicate gli accordi quadro per la manutenzione delle arterie provinciali.
La proposta è stata fatta dall’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone alla giunta Musumeci con una nota protocollata il 9 settembre, sei giorni dopo la prima delibera. «Il circuito interessato ha subito alcune modifiche, interessando anche alcuni tratti di strade comunali – si legge nelle premesse del nuovo provvedimento del governo regionale – il lasso temporale per procedere all’attuazione degli interventi di manutenzione straordinaria e di messa in sicurezza delle strade è ormai ristrettissimo». Ed è per questo che Falcone ha ritenuto opportuno «procedere a una revisione degli interventi, lasciando inalterati i relativi importi programmati».
La lotta contro il tempo quindi passerà non più dall’affidamento dei lavori a imprese individuate dal Drt, il dipartimento regionale deputato al coordinamento degli interventi, ma con l’assegnazione delle opere alle società che già da inizio anno si occupano della manutenzione della rete provinciale. La Regione, infatti, a fine 2019 ha indetto la gara triennale da 45 milioni di euro che interessa le nove province. Nello specifico sono stati sette i lotti aggiudicati, tutti a eccezione di quelli di Agrigento e Trapani, le cui procedure si sono chiuse il mese scorso.
A svolgere i lavori straordinari in vista del Giro saranno così la Minnela Michelangelo srl ad Agrigento (1,9 milioni di euro), l’Ati composto da Eredi Geraci, Coger, Geraci Giuseppe Costruzioni, Eurorock e Duino Alberto Giuseppe a Enna (295mila euro), a Catania (1,16 milioni) la Tosa Appalti, il consorzio Infratech a Messina (210mila euro), e poi ancora a Trapani (180mila euro) – la cui prima gara era andata deserta – l’Ati composto da Co.Ger e Geraci Giuseppe Costruzioni e infine a Palermo (528mila euro) il raggruppamento d’imprese formato da Faldaraso Costruzioni, Tecno Master e Costruzioni Ambientali. Quest’ultima, sino alla fine dello scorso anno, si chiamava Ing Priolo Roberto srl. Il cambio di denominazione è avvenuto poco dopo il coinvolgimento nella maxi-inchiesta Buche d’oro sulla corruzione nel centro direzionale catanese di Anas.
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