L’inchiesta della procura di Catania che riguarda le commissioni consiliari di Acireale si avvicina a un punto di svolta. Il giudice per le indagini preliminari Nunzio Sarpietro ha infatti fissato per il prossimo 10 maggio l’udienza in camera di consiglio per decidere sulla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Fabio Regolo. L’udienza si svolgerà al tribunale di piazza Verga alle 9.30, nell’aula uno al piano terra. I 21 consiglieri comunali indagati, tramite gli avvocati che li difendono, avranno tempo fino al 5 maggio per poter presentare le proprie memorie difensive.
Un prima richiesta di archiviazione della procura, per i reati di truffa e falso ma senza indagati (sulla base del cosiddetto modello 44), era stata rigettata il 7 maggio 2016 dal giudice che, inoltre, aveva ordinato al pm di indicare chi fossero i consiglieri presenti alle sedute di commissione impiegate unicamente per la lettura e l’approvazione dei verbali delle riunioni precedenti, ipotizzando i reati di peculato e abuso d’ufficio. Regolo aveva così iscritto nel registro 15 consiglieri comunali. Aggiungendo però, il 7 giugno 2016, una nuova richiesta di archiviazione. Di nuovo respinta dal gip il 16 dicembre dello stesso anno, con l’indicazione – giunta pochi giorni dopo, a febbraio – di iscrivere a registro altri sei consiglieri comunali. In quella sede, però, il giudice aveva deciso di archiviare le posizioni di Maurizio Massimino, Leandro Manna e Francesco Gulli, dipendenti comunali che avevano materialmente verbalizzato le sedute nelle funzioni di segretario. La posizione della procura in ogni caso non è cambiata: secondo il pm non sono configurabili i due reati ipotizzati dal tribunale. Il 10 maggio si terrà l’udienza camerale e, nei giorni successivi, spetterà sempre al gip stabilire se archiviare la posizione dei 21, o soltanto quella di alcuni di loro, o se invece sia il caso di disporre l’imputazione coatta.
I consiglieri indagati sono Antonino Sorace, Mariella Bonanno, Orazio Fazzio, Luciano Scalia, Salvo Seminara, Riccardo Castro, Gaetano Di Mauro, Lorenzo Leotta, Valentina Pulvirenti, Giuseppe Vasta, Francesca Messina, Adriana Finocchiaro, Antonello D’Agostino, Andrea Quattrocchi, Antonio Pio Castro, Stefano Pennisi, Giuseppe Musmeci, Filippo Raimondo, Giuseppe Ferlito, Maria Teresa Privitera e Camilla Grasso. L’ultimo atto di notifica risale al 28 marzo, ma è stato trasmesso ai legali dei diretti interessati pochi giorni fa.
L’inchiesta riguarda gettoni di presenza per circa 350mila euro. Le contestazioni degli inquirenti sono incentrate sull’oggetto di alcune sedute delle commissioni permanenti, in particolare quelle competenti in Turismo, Urbanistica, Lavori pubblici, Bilancio e Ambiente. Il fascicolo era stato aperto in seguito alla esposto effettuato dal Movimento 5 stelle acese alla fine di aprile 2015. Il contenuto dei verbali delle commissioni, riassunto in conferenza stampa dai pentastellati, finì a breve giro di posta sui media nazionali. Proprio per questo, a seguito dell’enorme esposizione mediatica, i componenti del Consiglio si erano difesi nel corso di una contro-conferenza infuocata.
Nel settembre 2015 la reazione della cittadinanza e delle opposizioni non rappresentate in Consiglio spinse l’aula a diminuire l’importo del gettone di presenza (da 63,79 euro a 56,02 euro). In quell’occasione il presidente dell’aula Rosario Raneri aveva parlato di un risparmio di «circa 200mila euro l’anno. Cifra che – aveva aggiunto – sarà destinata ai servizi per i cittadini». Un spending review che gli stessi 5 stelle e movimenti come Putia del bene comune e Officina Acireale avevano tuttavia giudicato insufficiente.
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