«No a confronti dal valore solo formale». Cgil, Cisl, Uil e Ugl lasciano la riunione convocata dal sindaco Salvo Pogliese per discutere delle due partecipate. Il presidente Luca Blasi prova a stemperare: «Non sono previsti esuberi»
Fusione fra Amt e Sostare, il tavolo è già saltato I sindacati: «Blocco dell’iter se non c’è dialogo»
Il futuro di mille lavoratori passa dalla fusione tra due punti di riferimento della mobilità etnea: l’Amt, l’azienda metropolitana trasporti, e la Sostare, la parrtecipata che si occupa della gestione degli stalli auto a pagamento in città. Doveva essere questo il tema al centro dell’incontro convocato dal sindaco Salvo Pogliese tra l’amministrazione comunale, i vertici delle partecipate e i sindacati per ieri pomeriggio a Palazzo degli Elefanti. Ma alla fine tutto è finito in caciara. Le rappresentanze di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, insieme alle sigle di categoria del settore trasporti e terziario, hanno abbandonato il tavolo ancora prima che iniziasse la concertazione. Si punta il dito sull’assenza del primo cittadino etneo e la presenza dei sindacati autonomi. Secondo una nota dei sindacati «le condizioni stesse della sala non erano adatte a una discussione serena e ordinata su un tema così delicato», perché «una riunione così organizzata avrebbe avuto puro valore formale e un clima da “curva sud”».
«Non so – spiega Luca Blasi, presidente di Sostare – perché il sindaco non fosse presente, ma tenga conto che il Comune era assolutamente rappresentato dal vicesindaco e assessore al ramo Roberto Bonaccorsi». Nonostante l’abbandono del tavolo da parte di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, «il confronto – continua Blasi – ha avuto comunque seguito con i sindacati autonomi». Al centro del dialogo c’è stato uno «scambio di informazioni» per valutare l’ipotesi fusione, tenendo conto anche del bilancio delle due società. «Abbiamo spiegato – sostiene il presidente Blasi – che qualunque piano di fusione salvaguarderà al cento per cento i diritti dei lavoratori, senza alcuna previsione di esuberi».
Dai sindacati, nel frattempo, arriva la richiesta di ulteriore incontro ma «in un clima di ascolto e confronto che non abbia puro valore formale». Le aziende, dal canto loro, si dicono assolutamente disponibili a una nuova fase di concertazione «ma la stessa – sottolinea Blasi – dovrà essere convocata dal sindaco». E aggiunge: «Quando il progetto verrà messo nero su bianco, sarà sicuramente sottoposto al placet delle sigle sindacali perché il nostro obiettivo è la salvaguardia dei posti di lavoro». Ma i sindacati sono già sul piede di guerra. «Se il confronto non sarà avviato – sottolinea la nota divulgata a margine dell’incontro – saremo costretti a chiedere il blocco del processo di fusione».