Le parole di papa francesco sono forti, ma chi e' abituato a utilizzare le immagini sacre per sancire giuramenti che preparano omicidi non le considera pericolose
Francesco come Karol ma la mafia, purtroppo, non li teme
LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO SONO FORTI, MA CHI E’ ABITUATO A UTILIZZARE LE IMMAGINI SACRE PER SANCIRE GIURAMENTI CHE PREPARANO OMICIDI NON LE CONSIDERA PERICOLOSE
di Aldo Penna
Nel maggio del 1993 Papa Wojty?a, ad Agrigento, in piena stagione delle bombe, chiese ai mafiosi di convertirsi. Pochi seguirono quelle parole forti che la Chiesa per oltre un secolo non aveva mai pronunciato. 21 anni dopo è arrivata la scomunica di Papa Francesco per la ndrangheta e la mafia tutta. Per gli adoratori del male, purtroppo, quelle parole scivoleranno via. Chi è abituato a utilizzare le immagini sacre per sancire giuramenti che preparano omicidi e affiliazioni, non teme quelle parole ma le azioni che possono seguire. E le azioni spettano allo Stato, ma anche alla Chiesa locale e ai tanti che per paura, ma spesso per convenienza, sono l’ossequioso, silenzioso, reverente supporto mafioso.
Certo sono parole importanti e coraggiose, ma non possono essere episodiche. La Chiesa di periferia in molti luoghi è in prima linea, ma in tanti altri assolvono quello che la morale e il senso comune condannano, e le feste patronali sono terreno di incontro di un neopaganesimo pericoloso perché miscela sacro e criminale.
Ma la domanda, dopo Karol e Francesco, è: cosa si fa per demolire la cultura mafiosa? Come evitare che centinaia di uomini spingano per entrare nelle file della mafia? Perché la potenza economica, seppur scalfita, è ancora enorme e devastante per le economie legali?
Linvestimento dello Stato in tal senso è nullo. Limpegno delle classi dirigenti scarso. Le uniche forme di positiva reazione sono arrivate dalla società e dalla magistratura. Interi quartieri di Napoli, Palermo, Reggio Calabria hanno dei miti criminali che invece di essere demoliti sono tollerati.
Se non si partirà dal risanamento di quei luoghi, dal contrasto educativo culturale, da una risorgimento economico, da un ritrovato rispetto delle regole, tra venti anni avremo ancora parole forti e condivise e ma una nuova mafia che sorride e prospera.