Formazione, verso un nuovo sciopero generale?

Sull’emergenza salariale nel settore della Formazione professionale il Governo regionale è inadempiente. A dichiararlo in una lettera indirizzata lo scorso 2 luglio al presidente della Regione siciliana, i sindacati confederali che chiamano “a garanzia del rispetto degli impegni” lo stesso presidente della Regione, Rosario Crocetta.

Secondo Giusto Scozzaro (nella foto a destra), segretario regionale di Flc Cgil, Gianni Migliore, segretario di Cisl Scuola e Enzo Granato, segretario di Uil Scuola, l’esecutivo avrebbe disatteso totalmente alcuni impegni assunti formalmente in sede di negoziato che ha portato alla sottoscrizione di un accordo trilaterale (Governo, associazione degli Enti e sindacati) tra il 4 e il 7 giugno scorso. Nella nota i sindacati rimarcano come sia stato solo parzialmente rispettato dal Governo l’impegno “a potenziare gli Uffici competenti dei due dipartimenti (Lavoro e Formazione professionale) e le rispettive ragionerie per consentire l’immediata erogazione dei finanziamenti agli enti gestori ed il conseguente pagamento delle spettanze ai lavoratori”.

Il risultato di questo parziale impegno dell’esecutivo è la continua lentezza nell’emissione dei titoli di spesa e l’avanzamento della spesa alla velocità della tartaruga. Un atteggiamento così sfrontatamente elusivo che suona offensivo agli occhi dei lavoratori della formazione professionale e che, per usare le stesse parole tratte dal sito istituzionale www.uilscuolapalermo.it , non è più tollerabile.

Aggiungiamo come l’insufficiente e inadeguata azione amministrativa dei dipartimenti regionali Lavoro e Formazione professionale, guidati entrambi da dirigente generale Anna Rosa Corsello, emerga in maniera chiara e in tutta la sua pericolosità per possibile impatto sociale. Ed ancora, dal citato sito della Uil Scuola di Palermo riportiamo una dichiarazione che comprensibilmente dovrebbe costituire l’annuncio di nuove forme di protesta.

“Sarebbe un errore politico imperdonabile se il Governo dovesse scambiare la pazienza e il senso di responsabilità di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola per debolezza. Noi esigiamo rispetto per i lavoratori che rappresentiamo e l’unica maniera per farlo è onorare gli impegni sottoscritti. Il presidente si adoperi, dunque, fattivamente per fare rispettare l’accordo e non ci costringa a mettere in campo altre proteste”.

Chiaro il messaggio delle organizzazioni sindacali confederali, dunque, come dire “Governo avvisato … mezzo salvato”. La lettera summenzionata, quindi, almeno a nostro avviso, potrebbe essere letta come annuncio di una possibile riapertura della vertenza sindacale, perdurando lo scandaloso ritardo nell’erogazione dei finanziamenti.

A distanza di un mese dalla chiusura della fase negoziale e concertativa, sbandierata dal presidente Crocetta come una innovazione nelle relazioni sindacali per l’accordo di responsabilità sottoscritto, si schiuderebbe una nuova fase di proteste. E ciò avverrebbe, eventualmente, in un clima nel frattempo mutato e reso ancora più delicato anche per i recenti accadimenti che hanno colpito al cuore il settore della formazione professionale con la scomparsa di un operatore del settore.

Ciò che colpisce dalla lettura della citata lettera è l’impietosa analisi del fallimento politico e amministrativo sulla erogazione dei finanziamenti e quindi sulla gestione dei pagamenti delle spettanze ai lavoratori.

Infatti, seguendo l’analisi effettuata dai sindacati e riportata nella citata lettera, emergerebbe che “per il solo Avviso 20/2011, le cui attività sono nella stragrande maggioranza concluse o in via di conclusione, risultano pagati mandati relativi solo a circa il 90 per cento del primo 25 per cento della prima anticipazione e circa il 70 per cento del secondo 25 per cento della prima anticipazione”.

Chiariamo il punto. Con l’avvio delle attività formative, finanziate con le risorse comunitarie del Fondo sociale europeo (Fse), gli enti formativi avrebbero dovuto ottenere un acconto sul finanziamento pari al 50 per cento a seguito dell’avvio dell’attività d’aula. Cosa che invece non è accaduta.

Prima di uscire di scena, il Governo regionale precedente, e nello specifico il famigerato “trio delle meraviglie” LAC (Lombardo, Albert, Centorrino), ha pensato, nell’ottobre dello scorso anno (per la precisione, Centorrino non era più assessore regionale) di coprire, con atti amministrativi giuridicamente vincolanti, solamente la metà di quel 50 per cento previsto dal Vademecum per l’attuazione del Piano operativo Fse Sicilia 2007/2013. Quindi, gli Enti formativi si sono ritrovati in sede di avvio delle attività formative a chiedere l’acconto del 25 per cento della prima anticipazione che, ricordiamo, secondo Vademecum è invece pari al 50 per cento del finanziamento accordato.

In pratica, il Governo regionale avrebbe dovuto erogare, in fase di avvio delle attività formative, avvenuto nel settembre 2012, il 50 per cento del finanziamento complessivo per consentire agli Enti attuatori dell’Avviso 20/2011 lo svolgimento delle attività didattiche. Questa è la prima vera e grave inadempienza perpetrata dall’esecutivo a danno dei lavoratori del settore.

Nel frattempo, le attività formative sono andate avanti ed è stato richiesto dagli Enti formativi, agli inizi del 2013, il secondo acconto del 25 per cento per poter ottenere il totale della prima anticipazione, che sottolineiamo doveva essere, da subito, pari al 50 per cento del finanziamento. Un’anomalia che spesso abbiamo rimarcato in nostri precedenti articoli e che è servita a poco. Difatti, una larga parte degli enti formativi ad oggi non hanno neanche ricevuto il primo acconto del 25 per cento sulla prima anticipazione. Pazzesco ma è così! I sindacati confederali puntano il dito proprio su questa gravissima inadempienza che ha praticamente “mummificato” il pagamento delle retribuzioni da parte degli enti formativi in favore del proprio personale dipendente.

Incredibile poi è il quadro dei numeri che si presenterebbe con riferimento all’erogazione della seconda anticipazione, prevista dal Vademecum, che è pari al 30 per cento del finanziamento complessivo. Lo avevamo denunciato qualche giorno fa in un nostro articolo, lo rimarcano i sindacati confederali nella loro nota. Risulterebbe pagato solamente un mandato e presentate pochissime richieste da parte degli Enti formativi a causa del fatto che, questi ultimi, non avendo ricevuto i finanziamenti precedenti, non sono in grado di certificare l’ulteriore spesa per presentare le richieste della seconda anticipazione. Alla faccia degli impegni assunti dal Governo regionale in pompa magna.

Non era stato proprio il presidente della Regione, Rosario Crocetta, a dichiarata a tutta la stampa che entro il 30 giugno gli Uffici avrebbero esitato tutti i mandati di pagamento arretrati? Stante ai numeri che inchiodano il governatore alle pesanti responsabilità, cosa succederà alla compagine governativa? Non solo, ed ora con quale credibilità il Governo regionale affronterà questa ennesima crisi lavorativa che potrebbe presentarsi più difficile proprio per la perdita di fiducia dei lavoratori nei confronti della massima istituzione regionale?

Scandalosa appare la situazione nell’ambito dell’obbligo formativo (Oif) dove i lavoratori soffrono maledettamente ritardi che superano anche i 18 mesi. Lasciare al palo senza stipendi per tanti lunghissimi mesi circa due mila lavoratori siciliani è atto deprecabile e non più accettabile. In diversi articoli da tempo denunciamo il totale abbandono del segmento che offre strumenti idonei ed efficaci di contrasto alla dispersione scolastica dei minori, colmando il vuoto di offerta lasciato nei quartieri difficili dall’istituzione scolastica statale.

Purtroppo su questo segmento del sistema formativo regionale, il Governo precedente e quello attuale si sono dimostrati totalmente insensibili rispetto alla questione sociale. Lo hanno sottolineato i sindacati confederali denunciando nella citata nota l’immobilismo dell’amministrazione regionale. Di seguito il passo “per il cosiddetto Oif, l’erogazione dei finanziamenti segna il passo e la chiusura dei rendiconti, che avrebbe consentito lo svincolo delle fidejussioni ed il recupero di ingenti risorse che gli enti avrebbero dovuto destinare a sanare contenziosi col personale ed a pagare gli stipendi arretrati, sembra essere lontanissima dal potersi realizzare”.

Anche la situazione dei pagamenti nella filiera dei cosiddetti Sportelli multifunzionali non appare migliore. I sindacati vanno giù duro e nella nota ricordano al Governo regionale che “il dipartimento regionale al Lavoro si era impegnato a procedere ad una rapida chiusura delle rendicontazioni relative alle attività a valere sugli Avvisi 1 e 2 del 2010 e alla erogazione dei saldi a valere sulla prima e seconda annualità nonché il secondo acconto sulla terza, entro al massimo il 15 luglio 2013; ma da alcune verifiche informali, lo stato attuale delle cose non lascia presagire soluzioni celeri”.

Altro che rispetto dei trenta giorni previsti dalle leggi regionali n.10 del 30 aprile 1991 e n.5 del 5 aprile 2011 per la conclusione delle istruttorie amministrative. Dato l’insostenibile ritardo accumulato, Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, attraverso la nota trasmessa al presidente Crocetta, hanno annunciato che saranno messe in atto ulteriori azioni di protesta qualora dovesse perdurare, nel limite di qualche giorno, l’inadempienza nei pagamenti.


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