Formazione, un ‘mostro’ chiamato Avviso 20…

Mi scusi, ma non è socio e quindi non può lavorare! Potrebbe iniziare così il titolo di una commedia tragi-grottesca se non fosse la sintesi di un fatto realmente accaduto. E non è il solo. Ma andiamo con ordine. A tenere banco, manco a dirlo, è la formazione professionale e lo straordinario strumento chiamato Avviso 20/2011. Proprio così, una vera e proprio fucina di paradossi, assurdità e golosità satiriche quasi tardo rinascimentali.

Intanto ricordiamo la cornice di riferimento e cioè che, in sede di progettazione dei percorsi formativi a valere sull’Avviso 20/2011 la gran parte degli Enti formativi ha dichiarato di volere ricorrere all’Elenco Unico. Cosa che assegnava una “premialità” ai fini del punteggio finale. Per far questo gli Enti hanno dovuto, in sede di compilazione del punto 2.3 del formulario, prevedere in misura percentuale l’esperienza professionale e didattica degli operatori dipendenti e degli eventuali soggetti esterni da reperire. Ed ecco il motivo per il quale in tanti si sono sbizzarriti dando sfogo alla più sfrenata creatività.

Andiamo ad analizzare la conseguenza di questa macchinazione infernale voluta dal più tecnico degli esperti di fama nazionale nel settore, Ludovico Albert.

Il dirigente generale del dipartimento Istruzione e Formazione professionale, sopravvissuto al declino di Raffaele Lombardo, già presidente della Regione siciliana, è stato l’ideatore di questo strano mostro chiamato Avviso 20/2011. In pratica, succede che un Ente formativo, già operante nella formazione professionale da anni, e quindi anche in regime si sovvenzione attraverso lo strumento di programmazione annuale chiamato Piano regionale dell’offerta formativa (Prof), ottiene un finanziamento attraverso l’Avviso 20/2011. L’Ente, che opera nella forma giuridica della cooperativa, dovendo reclutare il personale si affida alla procedura prevista dal Decreto direttoriale n.3017.

In pratica, per prima cosa ha messo gli annunci di ricerca personale. E lo ha fatto seguendo le prescrizioni dell’Avviso 20/2011. Successivamente, all’atto del colloquio con ciascun candidato interessato, il referente dell’Ente formativo ha comunicato, di volta in volta, che essendo una cooperativa, la priorità, ai fini dell’assunzione, spettava ai soci lavoratori.

Peraltro l’Ente ha tenuto a far sapere che avevano chiesto ed ottenuto un parere favorevole in assessorato regionale alla Istruzione e Formazione professionale.

Intanto questo fantomatico parere non è stato esibito a nessuno dei candidati. E poi la cosa che insospettisce e che non si comprende la ragione per la quale l’Ente formativo abbia proceduto a pubblicare l’annuncio di reclutamento. Forse l’Ente è stato spinto dalla necessità di mettersi in regola con le prescrizioni? Oppure lo ha fatto per evitare sanzioni? Pare che i soci lavoratori sono stati utilizzati dalla cooperativa con contratti a progetto negli anni precedenti. Quindi questi non fanno parte dell’Elenco degli operatori della formazione professionale. Altro che diritto di prelazione sul posto di lavoro!

Ma la cosa che più fa riflettere è che un altro Ente in altra provincia per reclutare il personale dall’Elenco unico si è inventato un concorso con prova scritta e orale.

Esagerazione su esagerazione. La verità è che quest’Avviso 20/2011 porterà più grattacapi che soluzioni, un vero e proprio rebus che si troverà davanti il prossimo assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale.

 


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Mi scusi, ma non è socio e quindi non può lavorare! potrebbe iniziare così il titolo di una commedia tragi-grottesca se non fosse la sintesi di un fatto realmente accaduto. E non è il solo. Ma andiamo con ordine. A tenere banco, manco a dirlo, è la formazione professionale e lo straordinario strumento chiamato avviso 20/2011. Proprio così, una vera e proprio fucina di paradossi, assurdità e golosità satiriche quasi tardo rinascimentali.

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