Formazione, serve vera discontinuità

E venne il messaggero della verità ad annunciare l’alba di un nuovo giorno. Potrebbe sembrare una frase ad effetto per dire senza dire o per promuovere l’avvento di un cambiamento per non cambiare nulla. E allora, come non parlare del settore della formazione professionale a dieci giorni dal risultato elettorale siciliano?

Si è narrato tanto di voglia di rivoluzione ed aria di cambiamento. Senza fare i sostenitori dei paladini né i detrattori per definizione proviamo ad elaborare alcuni concetti. La scelta, per esempio, dell’assessore regionale alla Formazione professionale non è cosa da poco. Intanto occorre comprendere se la nomina sar° fatta nel segno della continuità o, come auspichiamo, della concreta discontinuità. E lo diciamo forti della certezza, più che in altri segmenti dell’amministrazione regionale, che nella formazione professionale pare essersi compiuta una pericolosa speculazione a tinte affaristiche.

La scelta del nome nel segno della discontinuità vuole e deve significare un netto taglio col passato. I siciliani col voto di protesta e con la preferenza massiccia ed identificata a movimenti di protesta, hanno democraticamente indicato il percorso. Ed allora immaginiamo che l’incarico a capo dell’assessorato possa assumerlo colui o colei che non possa essere strettamente riconducibile a partiti che fino a ieri hanno determinato la politica di settore. Ed allora se così dovrà essere, se la formazione professionale dovrà riconquistarsi la credibilità perduta, servirà una personalità che sappia svolgere il ruolo politico facendo leva sull'”etica della ragione”.

Troppi gli errori commessi nella gestione, negli anni scorsi, della formazione professionale e nella scelta degli stessi uomini. Troppe le fughe in avanti e le incongruenze. Troppi i ritardi accumulati ed i ricorsi depositati contro l’amministrazione regionale.

Diceva un filosofo tedesco, Immanuel Kant “Pazienta per un poco: le calunnie non vivono a lungo. La verità è figlia del tempo: tra non molto essa apparirà per vendicare i tuoi torti”. Ed allora senza dovere scomodare formule matematiche o misteriose alchimie, non sarebbe comprensibile la designazione ad assessore regionale alla Formazione professionale di Luigi Cocilovo. Lungi dal sostenere apprezzamenti sulla persona che non ci appartengono, rileviamo però che rappresenterebbe, qualora rispondesse a verità l’dea della sua designazione, il chiaro segno di una continuità gestionale in capo al Pd ed alla corrente “Innovazione (ex Margherita)” che hanno tenuto in pugno le sorti del sistema formativo siciliano.

Molto opportunamente la scelta dell’assessore alla Formazione professionale dovrebbe sposarsi non con l’appartenza partitica ma, semmai, con i siciliani alla ricerca di risposte. E dovrebbe poterlo fare attraverso il “patto etico” con la Sicilia, gli operatori del settore e gli Enti formativi. E’ opportuno richiamare il fondamentale concetto di etica tratto da www.wikipedia.org. L’etica (dal greco èthos, “carattere”, “comportamento”, “costume”, “consuetudine”) è un ramo della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico ovvero distinguerli in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati.

Ed allora tifiamo per una giunta regionale che possa garantire discontinuita’ col passato e nello stesso tempo gettare le basi per una modernizzazione della formazione professionale in Sicilia.


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