Continua la festa. Unabbuffata solo per pochi privilegiati. Funziona così nel settore della formazione professionale in sicilia. Un settore che ha mutato radicalmente veste e struttura, ma che è lontano da una vera normalizzazione, che forse nessuno vuole. (sotto, foto tratta da ilfattoquotidiano. It)
Formazione, le mani del Pd sull’Avviso 20
Continua la festa. Unabbuffata solo per pochi privilegiati. Funziona così nel settore della formazione professionale in Sicilia. Un settore che ha mutato radicalmente veste e struttura, ma che è lontano da una vera normalizzazione, che forse nessuno vuole. (sotto, foto tratta da ilfattoquotidiano.it)
La formazione professionale in Sicilia gode dei privilegi che spettano alla classe politica. Un contesto di lavoro che si nutre esclusivamente di enormi flussi finanziari di provenienza comunitaria, nazionale e regionale. Un sistema voracemente cambiato e trasformato in capitalistico dove nessuno rischia il proprio capitale.
Dicevamo però che i privilegiati sono solamente in pochi. Perché? Vediamo di scoprirlo. La formazione professionale in Sicilia storicamente risponde, di volta in volta, al partito politico di turno. In buona sostanza, al gruppo di comando che ne esprime sia la componente politica che quella tecnica. Ed infatti, in questo scorcio di legislatura, povera di idee e soluzioni produttive, il dirigente generale del dipartimento Istruzione e Formazione Professionale, Ludovico Albert, ed il Pd che ha espresso Mario Centorrino, lassessore al tempo della riforma, sono un tuttuno.
Un gruppo che miseramente ha bruciato, tra indennità contrattuali e maggiori risorse a copertura dellAvviso 20/2011 un fiume di denaro per non produrre alcun maggiore beneficio in termini di qualità alla collettività. Sì, perché Albert intasca 250 mila euro potendo permettersi con arroganza e disarmante presunzione di stabilire regole e priorità da vero e proprio deus ex machina.
Accursio Gallo, assessore regionale alla Istruzione e Formazione Professionale, non ha titolo a nulla e quindi lo consideriamo neutrale rispetto alle enormi responsabilità, a tutti i livelli, assunti dalla corrente Innovazione del Pd. Corrente che vede in Papania, Cardinale, Adragna, Genovese, Cracolici, Lupo e Lumia il gruppo di pressione clientelare finalizzato ad accaparrarsi lintero bottino dei fondi comunitari. Una massa finanziaria che si avvicina ai 900 milioni di euro, seppur divisi in tre anni di attività.
Ma la cosa ben più grave è il sistema di privilegi posto in campo da Albert, personaggio che gode di una allarmante copertura politica da parte dei big pidiessini romani del calibro di Bersani, DAlema, Fassino e dei ministri darea pidiessina, Barca e Fornero. Un sistema, da quanto appreso in ambienti assessoriali, che mina fortemente la struttura, peraltro debole, su cui si poggia il martoriato Avviso 20/2011. Bando che avrebbe dovuto risolvere tutti i mali del settore restituendo serenità a tutti i soggetti, a vario titolo coinvolti, e che invece si è rivelato un boomerang dagli effetti devastanti.
Ma lassurdità è che non si avvista lombra di un responsabile. E come se tutto fosse nella normalità. Ed invece sentiamo il dovere di dare seguito alle segnalazioni pervenute in redazione che fanno emergere in maniera forte e preoccupante certi strani movimenti. Come quello che porterebbe la dirigente responsabile dellOif (Obbligo istruzione e formazione) in assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale a sostituire la Garoffolo nel ruolo di capo di gabinetto dellassessore regionale Accursio Gallo. Un dirigente avversato e chiacchierato, destinatario di diversi procedimenti giudiziari, e meritevole comunque, secondo il Pd ,di essere premiata. Come mai?
Chiaro, comanda il Pd, anzi la corrente Innovazione. La stessa corrente politica pidiessina che ha acquistato diversi Enti formativi in Sicilia, accentrando potere economico-finanziario e politico-clientelare e potendosi permettere luso, a quanto pare a piacimento, degli strumenti messi a disposizione dal ruolo apicale, cioè da Albert.
Infatti sembrerebbe superare ogni limite di decenza latteggiamento attuato dal dirigente generale del settore. Tra i tanti provvedimenti impopolari vi sarebbe un preciso disegno che vedrebbe gli Enti riconducibili alla corrente Innovazione del Pd, come lo Ial Sicilia, destinatario di circa 29 milioni di euro per lanno 2012 a valere sullAvviso 20/2012, privilegiati nelle scelte.
Dalle informazioni assunte sembrerebbe che lo Ial abbia ottenuto il lascia passare, dallasse cislina politico-sindacale, per la copertura della Cassa integrazione guadagni in deroga fino al 31 dicembre 2012 per una considerevole parte del proprio personale. E questo accadrebbe proprio nel momento in cui tutti gli altri Enti formativi in Sicilia si accingono ad avviare le attività didattiche ed a reclutare parte del personale dallelenco (peraltro illegittimo ) disciplinato dal Decreto dirigenziale 2074 del dicembre 2010.
Se fossero attendibili tali considerazioni ci troveremmo di fronte ad enormi disparità tra Enti.
Infatti, mentre da un lato lo Ial lucrerebbe enormi guadagni dal finanziamento ottenuto per via del pagamento del proprio personale con fondi nazionali provenienti dal ministero del Lavoro, che sottolineiamo essere a guida torinese, dallaltro gli Enti che avvieranno le attività si troveranno costretti a reclutare ed assumere anche una parte del personale posto in mobilità dallo Ial.
Una situazione al limite di tutto, che, se fosse vera, getterebbe ulteriore fango ad un settore distrutto da una folle gestione pidiessina. Un autogol in piena campagna elettorale che riaprirebbe vecchie ferite, facendo ripiombare la formazione professionale nel periodo peggiore, quello dei numeri gonfiati, del boom delle assunzioni, degli sprechi colossali. Un rischio che il settore non può permettersi e che nessuno pare abbia arrestato.
Contiamo di ricevere ulteriori riscontri su questa amara vicenda per meglio comprendere quale sia la verità. Ovviamente, in tutto questo Raffaele Lombardo, il presidente dimissionario della Regione siciliana, ma in sella a timone del potere come e più di prima, tace. E da noi si usa dire che chi tace acconsente.