Formazione: Enti laici pronti a cambiare regole Oif

Nei giorni scorsi la redazione ha lanciato l’idea di offrire uno spazio tematico su uno dei temi più caldi sul tavolo del Governo regionale: la riforma della formazione professionale. Da allora ad oggi, tantissime sono state le segnalazioni, le proposte, i commenti e di questo ringraziamo tutti i lettori, detrattori compresi, che animano il dibattito e rendono dinamica e interattiva l’informazione.

Il momento è difficile, di quelli che non ammettono superficialità. Semmai, al contrario, serve il coraggio delle proprie azioni, la ricerca del bene comune. Dal prossimo 15 marzo prenderà corpo la riforma del sistema formativo regionale. Il nostro giornale ha già iniziato, grazie ai lettori, attenti ed esperti, un dibattito su contenuti e prospettive.

Negli ultimi giorni, in particolare, si è fatto serrato il confronto nel comparto dell’Obbligo formativo (Oif). Confronto dai toni aspri che ha fatto registrare già due momenti di manifestazione pubblica, dichiarazioni al vetriolo e un primo incontro alla presidenza della Regione siciliana tra i rappresentanti degli enti religiosi, quelli laici e il presidente, Rosario Crocetta. Continua a tenere banco la riforma nella riforma, quella che riguarda il più delicato dei comparti che compongono la filiera formativa regionale: l’Oif. Pubblichiamo di seguito la lettera inviataci da Antonio Oliveri, vice presidente dell’associazione di Enti formativi Assofor, circa 60 Enti, taluni di ispirazione religiosa, altri di matrice laica, condivisa nel contenuto anche dalle associazioni di enti Asef e Anfop.

 

Cara redazione d LinkSicilia,

prendo spunto dal vostro articolo dal titolo “E’ battaglia sui corsi Oif”, che condivido in toto per la completezza dei temi trattati, per suggerirvi di inviarlo al presidente della Regione, Crocetta, all’assessore dell’Istruzione e Formazione Professionale, Nelli Scilabra, al suo capo della Segreteria Tecnica, Guarino, e alla dirigente generale, Anna Rosa Corsello, che hanno partecipato all’incontro convocato l’8 marzo u.s..

L’articolo è proprio completo e obiettivo. Vorrei innanzitutto dare atto e ringraziare il Governatore che, di sua iniziativa, ha deciso di convocare tempestivamente gli Enti interessati e che, insieme all’assessore, si stanno impegnando con il cuore e con onestà intellettuale (anche) per una Formazione di qualità, di cui l’Oif sicuramente è parte importantissima per i giovani siciliani e molto impegnativa per gli operatori del settore.

Con dispiacere devo dire che non siamo riusciti lo scorso venerdì sera (8 marzo per l’appunto), a Palazzo d’Orleans, ad esprimere con compiutezza – come avremmo tanto desiderato – al Governo regionale le nostre opinioni. Eravamo tutti – anche i rappresentanti al tavolo della presidenza – molto stanchi, dopo una settimana di tensione e una lunga attesa di oltre 3 ore. Eravamo soprattutto noi, rappresentanti degli Enti religiosi e laici, anche se è un distinguo che non mi appassiona poiché non determinante ai fini della qualità del servizio erogato, siamo tutti colleghi e sulla medesima barca… a prendere acqua – carichi di attese dopo le sconfortanti dichiarazioni rese dal presidente Crocetta sull’Oif, “ascoltate” su altra testata giornalistica.

Avremmo voluto spiegare “tante cose”, approfittando della convocazione a Palazzo d’Orleans. E invece niente: forse eravamo tutti stralunati, cotti e incapaci di esprimere o di percepire i messaggi. Quando si è in prima linea non è facile essere bravissimi analisti o oratori.

La dottoressa Patrizia Monterosso conosce bene l’ambito dell’Oif. E meno male che ha aiutato a stemperare i toni all’inizio della riunione perché stava andando tutto a “carte 48”. La ringraziamo per questa mediazione.

Abbiamo mancato una bella occasione, anche perché non siamo in possesso degli stessi mezzi mediatici di cui dispongono altri nostri colleghi, e quindi della stessa capacità di catturare l’attenzione. Assofor, tra l’altro, aveva invitato il candidato alla presidenza, Rosario Crocetta, in campagna elettorale a esporre il suo programma per il nostro settore, ma, lo comprendiamo, è stata una competizione difficile e veloce e ci siamo dovuti accontentare dei suoi graditi saluti. Speriamo di proseguire il confronto ad un apposito tavolo tecnico sull’Oif e non solo al Tavolo tecnico istituzionale recentemente istituito dall’assessore Scilabra, devo dire attenta alle nostre osservazioni. Diverse sono le riflessioni che noi Enti di formazione impegnati nel sociale attraverso i corsi in obbligo formativo ci sentiamo di esternare al Governo regionale.

Lo facciamo in primo luogo per questi allievi e per le loro famiglie, a cui vogliamo bene e per i quali vorremmo venissero garantite tutte le alternative e le opportunità possibili per la loro crescita umana e professionale.

Confesso che con l’Ente formativo che rappresento mi accingo ad aprire una nuova sede in un quartiere abbandonato della mia Città. Ho trovato dei bei locali funzionali, ma da adeguare, lasciati da una Scuola media il cui Preside ha preso carta e penna e scritto al Sindaco per precisare che siamo un Ente serio e chiedendogli di affidarci i locali per consentirci di venire più incontro all’utenza. Analogamente a come abbiamo già fatto in altri Comuni e piccoli centri con senso del dovere.

Ma, in questo clima politico, chi non avrebbe timore? E non della criminalità, perché senza paura la combattiamo anche noi la mafia e siamo una delle più efficaci “terapie” per contrastarla.

In quei quartieri difficili e complicati socialmente siamo di casa, ci sorridono, ci aiutano, ci accolgono. Nonostante i loro problemi. Vorrei tanto andare, insieme con il Presidente Crocetta, con l’assessore Scilabra, con il loro staff e con tutto il nostro personale a trovare quelle persone. Capirebbero subito il rapporto che ci lega. È il mio piccolo sogno, lo confesso. Non servirebbero altre parole. Potrei anche smettere di scrivere.

Ci sacrifichiamo con gioia e lavoriamo con passione a fianco di questi ragazzi dell’Oif, diamo la vita e tutte le nostre energie anche mentali. Fatte queste premesse e le considerazioni d’obbligo, mi sento di dire a nome di Assofor, ma anche di Asef e Anfop, che percepire liquidato il nostro impegno così in poche frasi, senza un’analisi da condividere, ci fa male, ci paralizza.

Sono tantissimi gli Enti che rappresentiamo e non ci stiamo a che essi vengano tutti indistintamente additati come il male dei mali, inefficaci o inefficienti, dissipatori di pubbliche risorse, a causa di chi non fa il proprio dovere di leale e onesto formatore. Chi sbaglia o fa del male, non lo dicono solo i Salesiani, va punito. Questo vale anche per la Pubblica Amministrazione, o così dovrebbe essere.

Con o senza il cofinanziamento ministeriale, quello che sostiene la Regione siciliana è un costo per l’istruzione e anche per il sociale del tutto sostenibile, visti altresì i vantaggi che procura. E poi non solo gli Enti religiosi, ma anche quelli laici sono all’altezza del compito affidato e mi permetto di sottolinearlo con orgoglio essendo stato uno di quelli che è cresciuto dai Salesiani e negli oratori. Facciamo tutti un egregio lavoro, molto professionale, sia gli Enti religiosi che quelli laici, ci confrontiamo sui metodi e nelle difficoltà. E lo facciamo continuamente. E questo possiamo farlo perché abbiamo lavoratori in possesso di grande professionalità, esperienza e capacità. Solo così, lavorando a stretto contatto (gomito a gomito), ogni minuto secondo, puoi affrontare e superare le difficoltà nei quartieri a rischio.

Noi siamo per la riscrittura delle regole. Siamo per assegnare in via prioritaria i corsi Oif solamente agli Enti che hanno erogato con qualità, serietà ed esperienza pluriennale nel territorio l’istruzione e la formazione in obbligo scolastico. Siamo convinti che occorre rivedere il sistema di accreditamento. Così come siamo convinti che soltanto coloro che potranno offrire sedi adeguate, con laboratori attrezzati per tutte le attività previste da programma e, in particolare, per l’acquisizione delle abilità tecnico-professionali, avranno riconosciuto l’accreditamento.

Se mettessero regole più severe, forse ci aiuterebbero a essere più bravi. Forse non siamo stati capaci a fare passare questo messaggio e quindi sarò più esplicito: non temiamo la riforma, la invochiamo. E desideriamo lavorarci tutti insieme, in maniera partecipativa, sempre se ce lo permetteranno. Siamo una piccola “nicchia” della formazione dove non è ammessa la speculazione e il guadagno. Si pensi che nell’Avviso 20/2011 gli Enti sono 200 (dico bene duecento) e accreditati oltre mille. Quelli dell’Oif sono un poco come il Genio militare o civile nell’Esercito della Istruzione e Formazione. Chi non regge questo tipo specifico di lavoro, esce fuori e infatti è uscito, in gran parte dei casi, da solo.

Per non parlare dei rendiconti aperti dal 2007-2008 e quindi senza il relativo saldo del 20%, ancora non erogato dall’amministrazione regionale. Il costo unitario per allievo, di fatto, è molto meno dei 4 mila euro che ha dichiarato il buon Giuseppe Raimondi della Uil in un vostro precedente articolo. Il settore “vive”, si fa per dire, fino ad oggi con solo l’80% ancora ricevuto, le fideiussioni accese e sempre in proroga, e con i creditori alle calcagna. Chi è in organico al Servizio Oif per l’assessorato non ne ha colpa, è gente che ci comprende e lavora tantissimo. Noi non finiremo mai di ringraziarli e l’amministrazione dovrebbe aumentare gli organici, da sempre indecentemente all’osso.

C’è quindi una “selezione naturale”, sono gli utenti che scelgono noi, in alcuni casi di eccellenza, sempre più numerosi.

Insomma, cari attenti e bravi giornalisti di LinkSicilia, gli Enti laici impegnati nell’Oif, come quelli religiosi, si sentono investiti come di una missione, che se non è religiosa è di certo sociale e morale. Chiarisco che l’articolo, da voi pubblicato, di certo, non lo abbiamo commissionato noi di Assofor (che annovera 60 Enti formativi associati), e neanche Cenfop e Forma Sicilia. Ribadisco che l’articolo dal titolo “E’ battaglia sui corsi Oif”, se letto con calma e attenzione, in tranquillità, potrà produrre importanti risultati e contribuire in maniera concreta al processo di riforma del comparto Oif. Auspico che lo stesso possa essere letto dai 90 deputati all’Assemblea regionale siciliana che potrebbero essere chiamati a votare un disegno di legge sull’obbligo formativo. E questo perché sono convinto che c’é bisogno di consapevolezza nel compiere le scelte giuste per il Paese e per la nostra amata Sicilia.

A Voi della redazione di LinkSicilia, buon lavoro e grazie del Vostro contributo quotidiano.

Saluti,

Antonio Oliveri per Assofor

 


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