Formazione/ Crocetta: Pd o non Pd?

All’indomani del risultato elettorale che ha sancito la sconfitta del Pd di Pierluigi Bersani, sembra saltare il piano del Partito democratico romano di “colonizzare” il settore della formazione professionale siciliana. Da più parti davano per scontato il rientro di Ludovico Albert al dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale. Va ricordato che il super strapagato tecnico, vicinissimo a Pietro Fassino e al leader del Pd, è ancora un dirigente generale della Regione (lui ed altri dirigenti generali ‘licenziati’ in anticipo non sono stati pagati perché si attende un parere dell’Aran). Albert, peraltro, ha vinto una causa e può esibire un’Ordinanza del Giudice del lavoro presso il Tribunale di Palermo che gli ha dato ragione.

Adesso che succederà? Non c’è da essere allegri. A rischio la tenuta del sistema istruzione e formazione professionale. Segnali distorsivi e preoccupanti si registrano da settimane tra gli addetti ai lavori; si avverte un’aria di smobilizzo e chiusura del sistema formativo. Da diversi giorni, per esempio, il mondo cattolico, impegnato nell’offerta formativa indirizzata agli allievi in obbligo scolastico ha minacciato, attraverso un duro documento inviato al governatore Crocetta, la chiusura delle scuole. I sindacati, nelle prossime ore, consegneranno un documento sull’emergenza formazione professionale, con specifico riferimento all’obbligo istruzione e formazione (Oif) al Prefetto di Palermo, Umberto Postiglione.

Un immobilismo, forse voluto, probabilmente cercato per governare al meglio le elezioni politiche 2013? Chissà! L’inaspettata sconfitta elettorale del Partito democratico rischia di far fallire ogni sforzo propositivo del presidente della Regione di riorganizzare il sistema formativo regionale. Lo scenario politico romano, incerto e delicato, sembra congelare anche le aspettative di Enti formativi e operatori del settore stanchi di aspettare. Lavoratori che l’avrebbero mandata a dire, esprimendo un chiaro voto di protesta alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio scorso.

Atteggiamento che dovrebbe fare riflettere i potenti della politica governativa siciliana. Sarà così? Da quanto emergerebbe, non solo i circa 600 licenziati, ma anche i quasi 500 in mobilità e le altre migliaia di delusi sembrano essersi rivoltati contro tutti i partiti che avevano immobilizzato il settore. A pagare, oltre al Pd, sembra ci siano il PdS dell’ex presidente Lombardo, Futuro e Libertà di Fini, Briguglio e Granata, cancellati dalle istituzioni parlamentari, e l’Udc, il partito che, col trasformismo governativo, ha costretto al palo il suo segretario regionale, Giampiero D’Alia.

Cosa è successo? E, soprattutto, quali sarebbero gli effetti sul sistema formativo del nuovo quadro politico romano? Una spiegazione potrebbe essere che il progetto di governo, architettato da Crocetta, confermato dal senatore Beppe Lumia e dal giovane assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, prevedesse, con la vittoria del socio-Pd, l’arrivo di almeno 450 milioni di euro. Risorse finanziarie stanziate, dal Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca (nella foto a destra), per realizzare il “Piano per i Giovani”. Soldi assegnati ai siciliani dall’Unione Europea, ma fatti transitare a Roma dall’allora dirigente generale al ramo, Ludovico Albert. Denaro indispensabile ad attuare misure straordinarie per la riorganizzazione del sistema formativo.

Non è facile capire cosa potrebbe succedere nell’immediato futuro. Sembrerebbe plausibile lo scenario lacrime e sangue per la formazione in Sicilia. Appare concretizzarsi l’idea che possa essere difficile far giungere risorse finanziarie in Sicilia per favorire politiche nel settore della formazione professionale targate Pd. Un bel problema per il presidente Crocetta, leader di un partito, il Megafono, collocato peraltro a sinistra. Un vero e proprio rebus dall’incerta soluzione.

Che farà Crocetta? Mollerà il Pd? La questione si complica se si pensa allo stato attuale delle cose. Si registra l’assoluto immobilismo degli uffici dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale. Diverse le cause: il trasferimento, in fretta e furia, di dirigenti e funzionari, la bizzarra dichiarazione di esubero di personale firmata dalla dottoressa Corsello, dirigente ad interim della Formazione professionale, che ha gettato nel caos gli uffici del dipartimento al ramo per impossibilità di assegnare nuovo personale. E, ancora, uffici del dipartimento regionale Formazione professionale senza personale, ma stracolmi di faldoni e carpette gettate alla rinfusa. Carte che nessuno ad oggi controllerebbe e ognuna delle quali conserva una sua storia ed è portatrice di responsabilità civili e penali.

Un atroce dubbio sovviene di fronte a situazioni poco chiare come questa. A chi giova questo caos negli uffici dell’assessorato? Quali iniziative ha assunto l’assessore Scilabra? Secondo diversi osservatori, nulla è accaduto per caso ma ogni decisione apparterrebbe a un preordinato disegno politico. Staremo a vedere.

 


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All'indomani del risultato elettorale che ha sancito la sconfitta del pd di pierluigi bersani, sembra saltare il piano del partito democratico romano di "colonizzare" il settore della formazione professionale siciliana. Da più parti davano per scontato il rientro di ludovico albert al dipartimento regionale istruzione e formazione professionale. Va ricordato che il super strapagato tecnico, vicinissimo a pietro fassino e al leader del pd, è ancora un dirigente generale della regione (lui ed altri dirigenti generali ‘licenziati’ in anticipo non sono stati pagati perché si attende un parere dell’aran). Albert, peraltro, ha vinto una causa e può esibire un’ordinanza del giudice del lavoro presso il tribunale di palermo che gli ha dato ragione.

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