Formazione, anche l’Enfap licenzia

Nuovi licenziamenti in arrivo nel settore della formazione professionale in Sicilia. A mandare a casa parte del proprio personale è l’Enfap. Indiscrezioni dell’ultima ora confermerebbero l’avvio delle procedure, da parte di questo Ente, di mobilità e licenziamento così come disciplinato dagli articoli 4 e 24 della legge n.223 del 23 luglio 1991.

Dopo l’Anfe, anche l’Enfap si affida alle disposizioni nazionali che disciplinano il processo di licenziamento. E allora ci chiediamo e chiediamo: quanti lavoratori ancora dovranno subire la scure del licenziamento? Diversi operatori della formazione professionale hanno contattato la nostra redazione, nelle scorse ore, chiedendoci di sapere quali partiti politici di maggioranza occorre allertare per scongiurare il licenziamento. Domande alle quali, ovviamente, non abbiamo fornito alcuna risposta.

Noi ci limitiamo a riportare le diverse testimonianze, perché le consideriamo campanellino d’allarme di un disagio sociale. Ma poi proprio l’Enfap? Ma non è l’Ente di formazione della Uil che, secondo indiscrezioni, sarebbe stato ceduto ad una delle società del gruppo che fa capo all’onorevole Francantonio Genovese del Pd? (foto a destra)

L’Enfap fa parte di quell’operazione di concentrazione, nelle mani del Pd, o di parte di esso (corrente Innovazione), di almeno un terzo del monte ore complessivo assegnato in Sicilia per la formazione professionale, che ammonta ad circa 2 milioni di ore. Una montagna di soldi e un migliaio di lavoratori concentrati nelle mani di pochi uomini e di un partito politico, il Pd. Questi sarebbero i numeri che presenterà il Pd alla imminente competizione elettorale per il rinnovo del parlamento siciliano. E che numeri!

Ma cerchiamo di addentrarci nei limiti di alcune procedure legate proprio al tentativo di licenziamento da parte di taluni enti formativi. Il quadro normativo richiama la legge 7 giugno 2011, n.10 ed il corpus normativo regionale precedente. Tutti strumenti legislativi in atto totalmente disattesi dall’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale. E questo accade nel silenzio generale. E’ come se ogni parlamentare avesse ottenuto qualcosa e fosse costretto a restare in silenzio.

Tutti i 90 deputati uscenti? No, proprio no. Sappiamo che non è così. In tanti hanno denunciato le inadempienze dell’amministrazione attiva e del governo regionale sulla gestione “a tinte grigie” della formazione professionale siciliana. Anche parlamentari del Pd hanno preso le distanze non condividendo i contenuti della riforma. Ma, dicevamo, cerchiamo di capirne di più. E per farlo, proviamo a tornare a focalizzare una delle criticità che investono il settore nella sua interezza.

Qual è il futuro degli esuberi, effetto della riforma fortemente voluta dal tandem Albert/Centorrino? E’ stato l’ex assessore alla’Istruzione e Formazione professionale, Mario Centorrino (oggi sostituito da Accursio Gallo), a volere l’introduzione del parametro unico come unità di misura del finanziamento. E lo ha fatto senza introdurre un periodo di transizione. Meccanismo, quest’ultimo, che alcune sigle sindacali indicavano come necessario per garantire a regime un equilibrio nel settore della formazione professionale.

E invece no. L’introduzione, sic et simplicier, del parametro unico costo ora/allievo ha determinato gli esuberi. Proprio per via della fissazione d’amblé del parametro a 129 euro, comprensivo di ogni costo ed onere. Nella sostanza, è stato demarcato il confine netto tra due condizioni: c’è chi si è ritrovato con personale in esubero per via dell’abbattimento del parametro fino all’anno precedente superiore a 129 euro; e chi, invece, avendo un parametro sotto i 100 euro fino all’anno precedente si è ritrovato “una barca di soldi” e quindi nella possibilita’ di assumere nuovo personale.

L’inghippo, studiato a tavolino, è tutto lì. Ecco come nascono gli oltre 2 mila operatori della formazione professionale senza posto di lavoro. A cosa è servita questa manovra? Con ogni probabilità, a fini elettorali.

Certo, chi resta senza lavoro oggi è costretto, con ogni probabilità, a bussare alla porta del partito che ha in mano il settore per sperare in una ricollocazione. A maggior ragione se il problema, nato nel 2011, lo si trascina fino alla tornata elettorale del prossimo 28 ottobre. Un capolavoro di clientelismo sulla pelle dei lavoratori!

Dalla ricostruzione dei fatti legati alla riforma della formazione professionale sembrerebbe proprio che ci sia stato un
freno alla soluzione delle critricità emerse con la pubblicazione dell’Avviso 20/2011. Ed allora il Pd pare essere il partito che, più di ogni altro, anche dello stesso Mpa di Lombardo, sta beneficiando di questo stallo, essendo divenuto il maggiore ‘azionista’, se così si può dire, della formazione professionale in Sicilia. Niente male per un partito che, nel 2008 aveva perso le elezioni…

La gestione del personale in esubero è ancora oggi una chimera. Un fatto non più sostenibile. A maggior ragione con la Cassa integrazione sospesa a causa della mancanza di fondi. Dal primo agosto 2012 l’amministrazione attiva non autorizza più la Cassa integrazione nel settore della formazione professionale.

Così l’Enfap potrà licenziare liberamente? Noi crediamo di no, ma molti lavoratori lo pensano. Il contestato accordo siglato la scorsa settimana tra i dirigenti dei dipartimenti regionali Lavoro, Anna Corsello, e Istruzione e Formazione professionale, Ludovico Albert, insieme alle parti sociali apre nuovi e preoccupanti scenari. Intanto è un accordo contestato perché la Uil non lo ha condiviso. E questa è una novità che denota come il patto tra Albert, il Pd, le associazioni datoriali e le sigle sindacali si sia sfaldato sotto i colpi dello “sceriffo”.

Intanto si sa che Ludovico Albert, il super tecnico posto dal trio D’Alema, Fassino e Bersani, alla guida della formazione professionale in Sicilia, è in vacanza fino alla fine del mese. Tutto il resto può aspettare. L’ennesimo atteggiamento che ci lascia basiti. Perché permane l’inspiegabile atteggiamento dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione di disattendere tutte le leggi regionali, compresa la legge regionale 7 giugno 2011, n.10. Legge fortemente voluta dal tandem Albert/Centorrino, ma poi, per l’appunto, disattesa.

Una sorta di incoerenza o c’è dell’altro sotto? Ci sono diverse cose che non vanno e Albert va in vacanza. Forse volutamente si tengono in piedi i problemi? Magari a settembre saranno i deputati del Pd a prometterre di risolverli per un pugno di voti? Tutto è possibile. Resta la forte preoccupazione dell’assenza di una direttiva sulla gestione dei processi di ricollocamento del personale in esubero.

Intanto, non si capisce come mai Albert non abbia diramato un provvedimento interdipartimentale, unitamente al dirigente generale del dipartimento regionale Lavoro, Anna Corsello. Un decreto che disciplini i processi di mobilità e che trasferisca agli uffici periferici del dipartimento Lavoro le procedure necessarie. Diversi sono gli Enti che intendono avviare le procedure di mobilità per il proprio personale in esubero e non di licenziamento. Ed intendono applicare il quadro normativo regionale vigente che porta verso l’art.132 della legge regionale n.4/2003.

Dicevamo che l’amministrazione attiva disattende anche la legge regionale 10/2011. L’articolo 1 della suddetta legge riporta la seguente previsione: “Nei limiti degli stanziamenti di bilancio quantificati ai sensi del comma 2 dell’articolo 132 della legge regionale 16 aprile 2003, n. 4, l’Assessore regionale per l’Istruzione e la formazione professionale è autorizzato ad attivare gli interventi a carico del fondo istituito ai sensi e per le finalità del predetto articolo, in conformità con gli istituti di sostegno al reddito e di riqualificazione professionale previsti dalle normative nazionali vigenti e dai contratti di settore e secondo le relative modalità di applicazione”.

Nessuna previsione di bilancio regionale ad oggi risulta a copertura del fondo di garanzia previsto dall’art.132, comma 2, della legge regionale n.4/2003. Inoltre i successivi commi terzo e quarto richiamano le seguenti disposizioni, ovviamente disattese da Albert. “Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, l’Assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale adotta con proprio decreto la disciplina sulle modalità operative di gestione del fondo. Con priorità per i soggetti che abbiano un’anzianità di servizio di almeno trenta mesi alla data di entrata in vigore della presente legge, gli interventi a carico del fondo di cui all’articolo 132 della legge regionale n. 4/2003 trovano applicazione in favore dei dipendenti degli enti di formazione professionale con contratto a tempo indeterminato, instaurato per le finalità di cui alla legge regionale 6 marzo 1976, n.24, nonché del personale impegnato nei servizi di orientamento e dell’obbligo di istruzione e formazione e degli sportelli multifunzionali e in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge”.

Nulla di tutto ciò è stato attuato. Resta ad oggi il caos più totale sulle procedure da attuare per la gestione del personale in esubero. E’ chiaro che i processi di mobilità dovranno essere gestiti a livello provinciale. E lo diciamo con cognizione dato che Albert con l’Avviso 20/2011 ha inteso introdurre 27 graduatorie provinciali. Per cui il personale esuberante dovrà essere gestito a livello provinciale e non, come si sente dire in questi giorni di afosa calura, con una commissione di sindacalisti ed esperti esterni nominati da Albert presso la sede dell’assessorato Istruzione e Formazione professionale a Palermo.

L’altra faccia del problema esuberi è la gestione dell’Albo. Lo ripetiamo oramai da un po’ di tempo. Se l’assessore intende veramente ripristinare la l.r. n. 24/1976 e la l.r. n. 25/1993 ha il dovere di procedere con sveltezza ad aggiornare l’Albo di cui all’art. 14. L’ultimo aggiornamento dell’Albo è datato 1997. Il perché di questo accantonamento dell’Albo non lo sappiamo. Forse è stato utile per le assunzioni massicce effettuate nel decennio 2000? Il rischio emulazione è dietro l’angolo.

Restano oscuri i motivi e non serve fare facile demagogia. Attendiamo Albert o chi per lui al rientro dalle ferie, curiosi come siamo di conoscere le tante soluzioni alle criticità di settore e non solo. E sopratutto attendiamo di conoscere le determinazioni sul funzionamento delle procedure conseguenziali all’avvio dell’Avviso 20/2011. Sarà l’occasione per informare i nostri attenti lettori.


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