Da una ventina di giorni i rappresentanti dei forconi girano per i comuni dellisola. Si tratta di una scelta politica precisa: avviare un dialogo dal basso, per spiegare a chi sta veramente a contatto con la gente - sindaci e, in generale, amministratori comunali - i reali problemi dellagricoltura siciliana. Oggi sono arrivati a palermo. E il consiglio comunale del capoluogo dellisola, spesso accusato di scarsa produttività, ha invece risposto con passione e partecipazione. Non sono mancati i distinguo. Ma, nel complesso, la politica cittadinaha dato un segnale di solidarietà e maturità politica.
Forconi, dibattito aperto a Palermo
Da una ventina di giorni i rappresentanti dei Forconi girano per i Comuni dellIsola. Si tratta di una scelta politica precisa: avviare un dialogo dal basso, per spiegare a chi sta veramente a contatto con la gente – sindaci e, in generale, amministratori comunali – i reali problemi dellagricoltura siciliana. Oggi sono arrivati a Palermo. E il consiglio comunale del capoluogo dellIsola, spesso accusato di scarsa produttività, ha invece risposto con passione e partecipazione. Non sono mancati i distinguo. Ma, nel complesso, la politica cittadinaha dato un segnale di solidarietà e maturità politica.
Le questioni sollevate durante la seduta del consiglio comunale, dedicata oggi ad un incontro con il movimento dei Forconi – scrive in un comunicato Nadia Spallitta (nella foto a sinistra), esponente di UnAltra storia, il Movimento di Rita Borsellino – sono per molti aspetti assolutamente condivisibili. Grave è infatti la situazione economica siciliana, per lassenza di politiche e di interventi strutturali nei diversi settori delleconomia, in grado di assicurare livelli occupazionali e creare nuovi posti di lavoro. Manca del tutto, ad esempio, ogni forma di politica agraria, quando invece questa potrebbe rappresentare la principale risorsa e loccasione di crescita per lintera regione.
Non sono stati mai utilizzati i fondi europei – aggiunge Nadia Spallitta – che per altri Stati, invece, hanno rappresentato un volano di sviluppo. Contestualmente, non sono mai stati perseguiti gli obiettivi di tutela dei prodotti locali e di esportazione degli stessi prodotti, con i conseguenti danni finanziari per tutti i comparti produttivi.
Per lesponente di UnAltra storia, in Sicilia si registra il vuoto della politica regionale, che è stata inadeguata a trovare soluzioni e fornire risposte ai problemi della povertà incalzante, che coinvolge fasce sempre più ampie di popolazione siciliana, anche a causa di una crisi nazionale ed europea, alla quale non siamo in nessun modo preparati. Devo rilevare, tuttavia – precisa ancora Nadia Spallitta – che se da un lato convincono alcuni contenuti della protesta, dallaltro non può che registrarsi limmutabilità sostanziale della politica e dei soggetti che governano la nostra Regione. Sostanzialmente il movimento dei Forconi, dichiara di protestare contro una politica incapace, ma negli anni, alla luce degli esiti elettorali, a questa politica incapace ha sempre dato fiducia, contribuendo in questo modo al disastro produttivo e alla decrescita che la nostra Regione sta vivendo.
Solo un cambiamento radicale e vero del sistema e delle modalità di governare – conclude Nadia Spallitta – una visione onesta e il perseguimento dellinteresse pubblico potranno consentire alla Sicilia di modificare il corso della sua storia, valorizzando finalmente le tante risorse e opportunità di cui è ricca.
Sulle ragioni della protesta interviene pure Alberto Mangano (nella foto a sinistra), consigliere comunale del gruppo misto. Le ragioni del popolo dei Forconi sono vere e serie – afferma Mangano – ma la proposta politica appare invece debole, in quanto le rivendicazioni si iscrivono nel quadro del modello di sviluppo esistente, senza modificarne le coordinate. La Sicilia è stata mortificata da una classe politica che non ha mai fatto realmente gli interessi dei siciliani. Rivendicare lattuazione dello Statuto senza una critica alle politiche di sviluppo economico della nostra regione, appare una sterile foglia di fico.
Gli agricoltori – continua il consigliere – che negli anni scorsi hanno beneficiato di contributi per portare al macero i beni prodotti, oggi pagano il prezzo di quelle scelte scellerate e di un modello di sviluppo che ha fatto del territorio terra di conquista coloniale. La critica alla politica, portata avanti dal movimento in questi giorni, richiederebbe discontinuità e unassunzione di responsabilità rispetto al passato con il sostegno dato ai tanti governi, regionali e nazionali, come nelle elezioni del 61 a 0 del 2001.
Quello che ci serve – conclude Mangano – è un modello di sviluppo che valorizzi il territorio, sostenibile, partecipato, non dissipativo di risorse, in cui mafia e corruzione, che tanta parte hanno nella nostra regione, siano vissuti come disvalori da combattere apertamente. Il popolo dei Forconi si sente pronto per questa sfida politica di cambiamento?