Extrabudget: il Cga dà ragione a Nuovo Cammino. Il racconto del presidente Paolo Lupo

DOPO LA DECISIONE DELLA MAGISTRATURA AMMINISTRATIVA DI SECONDO GRADO, SI APRE UNA NUOVA PAGINA. LA REGIONE SICILIANA POTREBBE RESTITUIRE AGLI ENTI FORMATIVI CIRCA 50 MILIONI DI EURO

“E’ la fine di un incubo durato due anni”. È quanto dichiara al nostro giornale Paolo Lupo, presidente dell’associazione ‘Nuovo Cammino’ con sede legale a Borgetto, in provincia di Palermo, dopo averla spuntata nel contenzioso con la Regione siciliana sull’extra budget che gli era costato circa 320 mila euro.

Colpisce la ritrovata serenità del presidente dell’ente di formazione che, con soddisfazione, ci parla di come il Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana ha dato ragione all’associazione ‘Nuovo Cammino’ nel ricorso avverso la decisione dell’ormai ex dirigente generale, Anna Rosa Corsello, con la quale venivano bloccati i finanziamenti dell’Avviso 20. Dopo il rigetto del Tribunale amministrativo regionale della Sicilia, in secondo grado è arrivata la svolta. I magistrati amministrativi giudicano la decisione adottata dalla Regione di giuridicamente immotivata.

In pratica, l’Amministrazione non può trattenere dai fondi destinati a enti e società che operano nella formazione i soldi per recuperare extra budget erogati precedentemente.

“Ringrazio il personale che ha avuto la pazienza e la fiducia nelle ragioni dell’ente – ci dice Lupo – attendendo 12 mensilità senza interrompere le attività e portando a termine gli obiettivi di tutti i percorsi didattici”.

“Ringrazio ovviamente l’avvocato Salvatore Raimondi e lo staff del suo studio legale – sottolinea il presidente di ‘Nuovo Cammino’ – che hanno creduto, da subito, nelle ragioni dell’ente e nella possibilità di dimostrare le ragioni e la correttezza gestionale”.

“Ringrazio Banca Prossima – ci tiene a precisare il presidente Lupo – che ha creduto nella buona fede dell’ente e nella trasparenza della gestione economica, finanziaria e amministrativa”.

“Ringrazio anche la dottoressa Patrizia Sciabica che ha garantito, sulla fiducia verso l’ente, l’emissione delle polizze fideiussorie necessarie per portare avanti l’attività formativa in un momento in cui nessuno ci dava fiducia”.

“Non appena arriverà l’importo dovuto dall’amministrazione regionale per effetto dell’ordinanza del Cga – sottolinea il presidente dell’ente – sarà mia cura provvedere senza alcun indugio a pagare tutte le spettanze ai lavoratori, ristorare l’istituto di credito e tutti i fornitori che hanno pazientemente atteso questo momento”.

“Sono dispiaciuto per quanto accaduto – conclude Lupo -. Una vicenda che ha coinvolto emotivamente non solo la mia famiglia, ma tante altre famiglie, non solo tra i dipendenti. Auspico che da questa storia si possa mettere un punto fermo e continuare serenamente le attività e l’erogazione del servizio a sostegno del territorio”.

Ripercorriamo con il presidente Lupo la storia, seppur sinteticamente, dei due anni di calvario.

L’ente ottiene un’integrazione del finanziamento per adeguare il parametro ai maggior costo del personale nel 2009, avendo registrato un aumento di ore formative. L’Amministrazione regionale, che era a conoscenza della esigenza finanziaria dell’ente, aveva accordato l’integrazione pari a 323.302,04 euro a valere sul Prof 2009.

Somme pervenute all’ente nel 2010 e servite per pagare il personale.

Successivamente, nel 2013, l’ente è destinatario del decreto con il quale l’Amministrazione regionale unilateralmente decide di prelevare dal finanziamento della prima annualità dell’avviso 20/2011 il citato importo oggetto dell’integrazione al finanziamento per il 2009 (i circa 329 mila euro).

Inizia, così, il calvario per l’ente e per i 60 dipendenti dell’associazione ‘Nuovo Cammino’.

L’ente presenta il ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Palermo, facendosi assistere dall’avvocato Salvatore Raimondi, che lo rigetta con ordinanza n.219/2014.

L’ente non si perde d’animo e ricorre al Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana che gli dà ragione.

La magistratura amministrativa di secondo grado ha ritenuto che “nei limiti della cognizione della fase, le determinazioni adottate dall’amministrazione non appaiono sorretti da motivi di giustificazione in iure, ritenuto, anche in relazione al pericolo, di danno grave ed attuale denunciato dalla difesa della parte appellante, che ricorrono le ragioni che possono giustificare la richiesta di misura cautelare”.

Nell’accogliere il ricorso il Cga ha sospeso il provvedimento impugnato e trasmesso al Tar l’ordinanza per fissare l’udienza di merito ai sensi dell’articolo 55, comma 10, codice di procedura amministrativa.

Alla fine Nuovo Cammino ha dimostrato le proprie ragioni, nonostante abbia dovuto patire momenti di angoscia che hanno spinto più volte il legale rappresentante a chiudere i battenti.

L’ente, che negli ultimi due anni ha dovuto fronteggiare una serie di controlli, non ultimo quello dell’ispettorato del lavoro, ha dimostrato di avere le carte in regola.

Dall’ispezione è emersa, come trascritto nel verbale di accertamento, che l’ente non aveva pagato il proprio personale dipendente dall’aprile 2013 al marzo del 2014.

Ovviamente, l’ente ha avuto una notevole restrizione finanziaria dovuta al provvedimento dell’Amministrazione regionale che, come ricordato, ha unilateralmente bloccato la citata somma.

A ciò va aggiunto che ‘Nuovo Cammino’ non ha ancora ricevuto, come molti altri enti formativi in Sicilia, il saldo dell’avviso 20/2011 prima annualità per un importo complessivo di circa 750 mila euro, comprensivi degli oltre 323 mila euro oggetto dell’integrazione al finanziamento.

Fatto che crea appesantimento dal punto di vista finanziario all’ente causato dai ritardi nelle procedure di rendicontazione.

Nota a margine

Una decisione, quella del Cga, che farà scuola e che potrebbe produrre un ‘effetto domino’ sui conti della Regione siciliana.

Va messa nel conto la possibilità che l’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale debba restituire agli enti tutti gli extra budget troppo velocemente prelevati coattivamente dall’Amministrazione regionale.

E la cifra potrebbe aggirarsi intorno ai 50 milioni di euro.


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