È questo il primo atto deciso dalla nuova giunta regionale. L'iniziativa nasce in seguito alla decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge approvata ad agosto dall'Ars, per reintrodurre in Sicilia la possibilità per i cittadini di scegliere i vertici politici degli enti intermedi. «Difendiamo lo Statuto», dichiara il governatore
Ex Province, governo Musumeci per l’elezione diretta «Ricorso a Corte costituzionale contro l’impugnativa»
Controriforma sulle ex Province. La Regione siciliana farà ricorso contro l’impugnativa del governo. È questo il primo atto del governo Musumeci, ieri riunito fino a tarda sera per la prima volta a Palazzo d’Orleans. In una nota inviata dal presidente si legge che il ricorso sarà presentato «innanzi alla Corte costituzionale a seguito dell’impugnazione della legge che ha reintrodotto l‘elezione diretta dei vertici delle ex Province e, quindi, per tutelare la potestà statutaria della Sicilia in materia di ordinamento degli enti locali e difendere il diritto dei cittadini ad eleggere i propri rappresentanti, anche a seguito del voto popolare sul referendum costituzionale dello scorso dicembre, nel solco dei principi di democrazia diretta fatti propri dall’Unione europea».
Ristabilire dunque il principio dell’elezione diretta dei vertici degli enti di area vasta, una battaglia che il centrodestra aveva portato avanti a colpi di interventi in Aula e di emendamenti, quando il precedente governo Crocetta aveva abolito le Province e stabilito, secondo i dettami della legge Delrio, l’elezione di secondo grado per i sindaci delle città metropolitane (eletti cioè dai consiglieri comunali). Una formula poi superata con la legge approvata ad agosto sempre dall’Ars che aveva, con la vittoria delle opposizioni, affermato l’elezione diretta. È proprio contro questa formula, per ritornare all’elezione di secondo grado, che il Consiglio dei ministri a ottobre ha impugnato la norma.
L’obiettivo è ora, per la nuova giunta, quello di riaffermare il contenuto dell’articolo 14 dello Statuto siciliano che stabilisce poteri primari della Regione in materia di enti locali e di conseguenza la possibilità di eleggere i sindaci metropolitani direttamente, a differenza delle altre regioni italiane. A riguardo va ricordato che negli scorsi giorni il Tar ha accolto il ricorso dei sindaci metropolitani di Palermo e Catania, Leoluca Orlando ed Enzo Bianco, che si erano opposti al commissariamento dei due enti, in seguito alla reintroduzione dell’elezione diretta. Una misura che Crocetta aveva detto Ma la legge impugnata dal governo nazionale prevedeva anche la reintroduzione del gettone di presenza per gli amministratori, abolito con la Delrio, che potrebbe essere previsto nelle pieghe di una controriforma. Prevista nella seduta di ieri in giunta, anche una competenza specifica per le isole minori.