Varie fotografie dallo stesso punto, a distanza di anni. Da cui emergono i rapidi cambiamenti della parte sommitale del vulcano, la stessa interessata dalle ordinanze di chiusura della prefettura etnea. È partito da qui Antonio De Luca per realizzare una mappa delle colate a partire dal 1800 a oggi, tra fonti ufficiali ed esperienza. «Seguo il vulcano fin da bambino - dice - Le decisioni che bloccano la salita impediscono di viverlo a chi lo ama»
Etna, i mutamenti del vulcano in una mappa «Frutto della passione, frenata dai divieti»
Una serie di fotografie che mostrano «il perpetuo divenire del vulcano»: questo il lavoro fatto da Antonio De Luca, 27 anni e una grande passione per l’Etna. «È dai primi anni ’90 che seguo tutti i cambiamenti. Avevo cinque anni e da allora ho sempre fotografato tutto e studiato il territorio», riferisce il giovane, che ha elaborato anche una mappa dei mutamenti nella parte sommitale del vulcano negli ultimi due secoli, riprendendo le modifiche più recenti da Santa Venerina.
«Non sono uno studioso, non sono mai andato all’università, e questo lavoro è tutto frutto della mia passione», racconta De Luca. Uno tra i tanti appassionati non professionisti del vulcano, i più penalizzati dalle ordinanze della prefettura, basate sul documento del 2013 della protezione civile regionale, che hanno vietato l’accesso alla parte sommitale della muntagna in assenza di una guida alpina e del tutto in caso di eruzione. «Sono contrario a questi divieti, perché impediscono anche a noi che amiamo l’Etna di viverla come vogliamo – spiega De Luca – I miei video servono a far conoscere il vulcano a tutti, anche a chi si avvicina a questo mondo senza attrezzatura e andando incontro a pericoli evitabili», continua il giovane, che pubblica i suoi lavori sul canale Youtube Passione Etna.
«La maggior parte delle colate che ho inserito nella mappa me le sono trovate di fronte, di anno in anno. Poi naturalmente ho usato le carte ufficiali, a partire da quella di Romolo Romano del 1979, uno dei più importanti vulcanologi del Cnr». Una versione aggiornata della mappa del 1880 di Wolfgang Sartorius, lo studioso tedesco autore del libro Der Aetna. «L’ultimo riferimento è stata la carta geologica che l’Ingv ha elaborato nel 2011, con colate fino al 2007. Le successive le ho inserite io», conclude De Luca.