Emergenza sbarchi, Alfano a Catania «Intervenga l’Ue o stop a Mare nostrum»

Emergenza sbarchi: questo il tema dell’incontro pomeridiano a Catania a villa Letizia, residenza del prefetto, con protagonista il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Un vertice straordinario sull’immigrazione che ha coinvolto prefetti, questori e sindaci siciliani maggiormente coinvolti per fare il punto della situazione sui flussi migratori, a poche ore dall’ennesimo sbarco avvenuto nel cuore della notte al porto di Catania che conta 260 migranti. «La situazione in Sicilia è veramente pesante – afferma il ministro Alfano – la prima considerazione è un sentito ringraziamento al popolo siciliano, perché il 97 per cento delle situazioni di sbarco investe la Sicilia e il 34 per cento delle presenze nei centri di accoglienza grava su di essa. L’Italia e l’Europa non possono voltare le spalle alla Sicilia».

Il plauso del ministro va alla magistratura e alle forze dell’ordine siciliane per l’arresto di oltre duecento scafisti e per l’azione forte nell’ambito del sequestro di alcune navi madre. Molto è stato fatto, ma sono ormai quotidiane le tormentate vicende che riguardano i tanti immigrati che arrivano sulle nostre coste in cerca di salvezza e libertà. A tal proposito, l’Unione europea deve fare un passo in avanti e assumersi delle responsabilità. «Noi salviamo le vite di chi vuole andare in Europa, quindi deve farsi carico di un’operazione di search and rescue, oppure la mia proposta sarà di non proseguire l’operazione Mare nostrum. Cosi non può andare avanti», prosegue il ministro. Il riferimento di Alfano è all’agenzia europea Frontex, che dovrebbe farsi carico della situazione. L’agenzia ha nel suo bilancio totale 80 milioni di euro, mentre le spese mensili per l’operazione Mare nostrum ammontano a nove milioni di euro, questo significa che Frontex al momento non può essere operativo e occorre che il nuovo Parlamento europeo e la nuova Commissione facciano un investimento sulla protezione della frontiera.

Momenti di enorme pressione difficili da reggere, alla luce dei quotidiani sbarchi che contemplano centinaia di persone in cerca di accoglienza. Alfano ha espresso il suo sostegno, in qualità di ministro dell’Interno, decidendo di sottoporre al Governo la proposta di un allentamento del patto di stabilità per i Comuni coinvolti in questa emergenza e, in secondo luogo, proporre misure compensative per le comunità che più hanno sofferto, come Pozzallo e Porto Empedocle, subendo anche dei danni in termini di turismo. Proposte, ma anche bilanci sull’operazione Mare nostrum, considerata efficace dal ministro in quanto spostando la linea d’azione sul mare oltre Lampedusa, ha fatto sì che non ci fossero sbarchi su quel territorio e che diminuisse la verificazione di reati. Un carico che però si è spostato su altri luoghi della Sicilia, ragion per cui si è resa necessaria una collaborazione con i Comuni interessati.

«Ho avviato un ottimo lavoro con il ministro Roberta Pinotti – titolare della Difesa, ndr – porterà all’uso delle caserme per l’accoglienza e abbiamo istituito anche una task force dei sindaci che collaborerà con l’unità di missione creata al Viminale per una gestione delle soluzioni collegata all’azione delle prefetture e dei questori». Inoltre, ha continuato, «tra le misure compensative, rafforzerò i presidi di sicurezza nelle Province con più sbarchi. È chiaro che noi possiamo occuparci dell’accoglienza, ma è il Governo a dover gestire l’operazione, avendo profilo internazionale».

Un appello forte e chiaro, affinché il conto salato non venga pagato solo dall’Italia e in misura ancor più massiccia dalla Sicilia. Una situazione di emergenza umanitaria sulla quale si esprime anche il sindaco di Catania, Enzo Bianco: «Sono d’accordo con il ministro Alfano quando chiede all’Europa di farsi carico del problema. La Sicilia non si tira indietro e trovo insopportabile che ci siano funzionari della Commissione europea pagati profumatamente per lavorare a Bruxelles che ci mandano le statistiche per farci sapere quanti immigrati abbiamo avuto», dichiara. «Frontex deve stare sul territorio – conclude il primo cittadino – ho dato la disponibilità di Catania per avere qui la base operativa e arginare il fenomeno in modo serio».


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