Nella nutrita platea dei candidati alla presidenza della regione siciliana occorre fare una selezione. I veri candidati sono quattro: due dello schieramento di centrosinistra e due dello schieramento di centrodestra. Il resto delle candidature resta in piedi ed è seguito soltanto da chi ama lazzardo. Neanche i grillini sono accreditati di molte chance per la la presidenza.
Elezioni, attenzione alla golden share del centrodestra
Nella nutrita platea dei candidati alla Presidenza della Regione siciliana occorre fare una selezione. I veri candidati sono quattro: due dello schieramento di centrosinistra e due dello schieramento di centrodestra. Il resto delle candidature resta in piedi ed è seguito soltanto da chi ama lazzardo. Neanche i grillini sono accreditati di molte chance per la la presidenza.
I quattro superstiti hanno tra loro una profonda diversità. Mentre Rosario Crocetta (candidato di Pd e Udc) e Claudio Fava (appoggiato da Sel, Italia dei Valori, Federazione della Sinistra, Verdi e altri movimenti, sempre della Sinistra) appaiono inconciliabili e difficilmente riducibili a una sola candidatura, nello schieramento di centrodestra esiste una sorta di golden share che potrebbe – usata al momento opportuno – sbaragliare gli avversari.
Il centrodestra dopo le fallimentari esperienze di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo e il contemporaneo eclissarsi della stella che li ha guidati e protetti in questi anni, dovrebbe uscire sconfitto. Una chiara vittoria dellaltra parte avrebbe un significato storico. La Regione ha avuto una guida non democristiana solo in pochissime occasioni frutto di complotti di palazzo piuttosto che di rivolgimenti elettorali.
E unoccasione che difficilmente si ripresenterà e dunque la responsabilità del Pd, che ha rifiutato lofferta delle primarie per onorare un patto stilato da tempo, è grave.
Il centrodestra ha temuto che, dopo la vittoria di Leoluca Orlando a Palermo e l espulsione dal controllo della quinta città dItalia, anche la Regione potesse cadere sotto la forza congiunta della rabbia e della speranza.
Certo, oggi il centrodestra è diviso, lacerato da rancori personali, ma uno dei suoi leader controlla lopzione che può sbaragliare la concorrenza. Gianfranco Miccichè e Nello Musumeci hanno una caratteristica: il primo ha scelto e designato il secondo, salvo poi ripresentare la sua candidatura, mentre il secondo, candidato superstite del vecchio
schieramento, utilizza nei confronti di Miccichè parole che mirano a farlo deflettere.
E chiaro dunque che nelle mani di Miccichè sta la golden share del centrodestra. Se la utilizza il centrodestra vince in Sicilia e inverte una terribile tendenza che lo vuole sconfitto dappertutto.
Mentre i giorni passano e le divisioni nel centrosinistra si avviano a divenire incolmabili, la prossima settimana potrebbe riservarci delle grosse sorprese.