Niente candidature all’ultimo minuto per le elezioni del sindaco di Catania. Mancano ancora diversi mesi ma, sottobanco, la campagna elettorale per la poltrona di primo cittadino è già iniziata. Stavolta, però, non si tratta di indiscrezioni. Piuttosto della volontà, da parte di cittadini e simpatizzanti di Italia Viva, di avviare un serio confronto con le esigenze dei quartieri e con gli abitanti. Il tutto per potere presentare una proposta politica concreta e responsabile da sottoporre agli elettori. Per questo motivo i comitati del partito di Matteo Renzi e i circoli di Azione, si sono più volte incontrati, in modo informale. Obiettivo stabilire le grandi linee riformiste per la città e rappresentare un’alternativa al Governo che negli ultimi anni ha amministrato palazzo degli Elefanti. «No alle logiche nazionali o all’interesse di pochi individui», fanno sapere. Non condividono quanto già vissuto con le regionali, anticipate di qualche mese per sovrapporre nelle urne la chiamata per il rinnovo di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica con quella per l’Assemblea Regionale Siciliana e l’elezione diretta del presidente della Regione. «Da troppo tempo – affermano Dario Di Bella e David Bonaventura – le nostre città sono amministrate con approssimazione e superficialità; si aspetta il rilancio economico che sempre tarda ad arrivare; ci sentiamo prigionieri di logiche che creano divisione».
Insomma per le amministrative di Catania occorre non solo una visione ma anche un metodo. Elementi assenti nel recente passato. «Impegno e buona volontà – proseguono – sono i nostri punti di forza che ritroviamo, per esempio, in candidature sincere e operose come quelle di Lanfranco Zappalà. Riteniamo la sua candidatura un’opportunità». Nome, quello di Zappalà, già messo avanti tempo addietro con tanto di conferenza stampa. «Rischiamo di ridurci – sottolinea Bonaventura – come a Palermo e scegliere il candidato all’ultimo secondo. Noi ci sentiamo vicini, al momento, a Zappalà e con il quale ci piacerebbe costruire un pezzo di strada comune. Vogliamo parlare delle nostre idee anche se nulla è stato stabilito in maniera definitiva. Noi non vogliamo rimanere con il cerino in mano».
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