EDITORIALE/ Ars: la ‘sfiducia’ al Governo Crocetta potrebbe salvare, magari per un altro mese o due, Nelli Scilabra

LA NOSTRA SENSAZIONE E’ CHE A SALA D’ERCOLE STIA MATURANDO UNA ‘RECITAZIONE’ PER PERDERE ALTRO TEMPO E NON PER MANDARE TUTTI A CASA

Come capita sempre nei momenti in cui matura una decisione importante, a Sala d’Ercole c’è un po’ di confusione. Come abbiamo scritto stamattina, il passaggio più importante dell’attuale momento politico e parlamentare dovrebbe essere rappresentato dalla mozione di censura – con richiesta di dimissioni – dell’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra. Ma in queste ore prende piede una seconda tesi: mettere all’ordine del giorno dell’Ars la mozione di sfiducia al Governo di Rosario Crocetta. E poi, se la sfiducia non dovesse passare, discutere e votare la censura all’assessore Scilabra.

Nulla da dire contro la sfiducia a questo Governo. Il problema è che una mozione di sfiducia è già arrivata in Aula. L’hanno presentata nei mesi scorsi i grillini. Ed è stata respinta.

Non ci vuole molto a capire che, per mandare a casa Crocetta e la sua banda ci vogliono 46 voti. Ci sono, a Sala d’Ercole, 46 deputati disposti a votare la sfiducia? In politica, in genere, queste cose si sanno prima. Perché presentare una mozione di sfiducia, senza un preventivo accordo tra le forze politiche che si oppongono al Governo, rischia di essere solo una perdita di tempo.

Ribadiamo per non essere fraintesi: noi siamo per la mozione di sfiducia al Governo Crocetta. Da sei mesi, a più riprese, ci siamo pronunciati a favore del “tutti a casa”.

Ma per mandare a casa un Governo, con un voto di sfiducia, ci vuole una maggioranza politica e parlamentare pronta a votare la stessa sfiducia. C’è, questa maggioranza, a Sala d’Ercole?

Superfluo ricordare che, nella prossima legislatura, si passerà da 90 a 70 deputati. Con un listino folle che non è stato ancora eliminato con un’apposita legge già esitata dalla prima Commissione legislativa (Affari istituzionali), ma non ancora approvata.

Secondo questo disegno di legge – perché è ancora un disegno di legge – su 70 seggi disponibili, 62 verrebbero assegnati alle liste, 2 seggi andrebbero al presidente della Regione eletto e al secondo classificato, mentre i restanti sei seggi verrebbero assegnati ai sei candidati migliori classificati su ripartizione regionale. Il listino scomparirebbe.

Ma questo, lo ribadiamo, è quanto prevede il disegno di legge non ancora approvato. Prima di andare a casa il Governo, bisognerebbe approvare questo provvedimento. Altrimenti, alle successive elezioni regionali, rimarrebbe il listino con nove seggi su 70. Una follia!

Cosa vogliamo dire? Semplice: che a noi questa mozione di sfiducia al Governo non convince affatto. Anche perché, listino a parte, ci piacerebbe conoscere i nomi dei 46 deputati che rinunciano a tre anni di indennità parlamentare, ben sapendo che molti di loro non rimetteranno piede nella nuova Assemblea regionale siciliana.

Ecco, non vorremmo che questa mozione di sfiducia altro non sia che un mezzo, piuttosto squallido, per tenere sulla poltrona di assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra. Perché se c’è una cosa che Sala d’Ercole voterebbe senza problemi, ebbene, questa è la mozione di censura, con richiesta di dimissioni, all’assessore Scilabra.

Noi, ovviamente, ci auguriamo di sbagliare. E, se la mozione di sfiducia al Governo Crocetta si materializzerrà, ci auguriamo che venga approvata.

Però qualche dubbio lo nutriamo. Nella terra delle ‘recitazioni’ noi ci aspettiamo di tutto.


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