Editoria, generazioni a confronto/4 Danzuso: «Sul web se la tirano in troppi»

Ho 55 anni e so girare e montare un video da 35. Uso uno smartphone fin da quando sono stati inventati – tralascio il fatto di esser stato tra i giornalisti che inaugurarono il sito web dell’Ansa, a Roma – pur avendo cominciato quando i giornali si stampavano con le righe di piombo. Aggiungo di sapere anche fare il giro di nera, avere notizie – non bufale – dalle fonti e verificarle, di conoscere i miei diritti e i miei doveri di giornalista, compresi quelli sanciti da numerose carte deontologiche.

Da dinosauro evoluto mi spingo dunque fino ad affermare che fare il giornalista non significa affastellare contenuti multimediali spesso improbabili, ma centrare la notizia andando al cuore del problema, prendendosi la responsabilità di tagliare il superfluo e fungendo da memoria storica al fruitore con background utili anche a smentire eventuali – e frequenti – menzogne dei dichiaranti.

Il web potrebbe essere una straordinaria opportunità per l’informazione se non fosse appestato da prosumer convinti di essere giornalisti che scrivono inchieste da derubricare a …inchiate e di fronte ai quali i tanto vituperati comunicati stampa sono esempi alti di dignità e di stile.

Insomma, esclusi i presenti, sul web di giovani incapaci che se la tirano senza alcun motivo ce ne sono davvero tanti.

Giuseppe Lazzaro Danzuso

[Foto di Giuseppe Lazzaro Danzuso]


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