E se Orlando puntasse alla Regione?

Mentre i ‘dioscuri’ del Pd siciliano, al secolo Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia sono impegnatissimi a far saltare le elezioni primarie del centrosinistra in vista delle elezioni comunali della prossima primavera (senza Rita Borsellino da ‘inchiummare’ casca tutto l’ambaradan e Cracolici e Lumia si dovrebbero confrontare, per la prima volta, solo con i loro avversari interni: per esempio, con Davide Faraone: e la cosa non gli va a genio), ci si interroga sulle mosse di Leoluca Orlando.
Nei difficili passaggi di questi giorni l’ex sindaco di Palermo e leader di Italia dei Valori in Sicilia non ha aperto bocca. E pure Fabrizio Ferrandelli, protagonista di pirotette in ‘bilico’ tra Cracolici, Lumia e il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, fa sempre parte del partito di Di Pietro. Ebbene, nelle roventi polemiche di questi giorni Orlando non è entrato.E nemmeno i suoi più stretti collaboratori. Consegna del silenzio su tutta la linea, insomma.
Unica notizia venuta fuori dall’area orlandiana è una convention, programmata il prossimo 18 febbraio, naturalmente a Palermo. Tra i protagonisti, oltre ovviamente a Orlando, c’è anche Antonella Monastra, anche lei candidata a sindaco nel centrosinistra.
Antonella Monastra fa parte di quella sinistra seria, non inquinata dalla falsa e ipocrita antimafia di certi personaggi. La sua presenza alla convention orlandiana suscita curiosità. Per tanti motivi.
E’ noto, infatti, che al Comune di Palermo Lombardo, Cracolici e Lumia presentarenno un loro candidato. Che si contrapporrà al candidato di centrodestra, a Rita Borsellino e a Leoluca Orlando. Non c’è bisogno di essere scienziati della politica per capire che la presenza di Orlando e della Borsellino, entrambe candidate a sindaco, finirebbe con l’avvantaggiare gli altri due candidati (con una prevalenza di quello di Lombardo, Lumia e Cracolici ai quali, ad esempio, potrebbero sommarsi i voti di Grande Sud di Gianfranco Miccichè, ormai in rotta di collisione con il Pdl).
Se due più due fa quattro, Orlando e la Borsellino debbono trovare un accordo: o si candida l’uno, o si candida l’altra. ‘Chiudendo’ l’accordo, difficilmente Orlando e la Borsellino perderebbero le elezioni (a meno che la borghesia mafiosa, oggi molto spaventata con la crisi del centrodestra, non imponga una terza soluzione: ma di questo parleremo domani).
La domanda è: chi si ritirerà dei due? La risposta potrebbe risiedere nell’ormai probabile scioglimento anticipato dell’Assemblea regionale siciliana. Lombardo, nonostante i giochi di prestigio dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, e dei soliti alti burocrati dello stesso assessorato all’Economia e dell’Assemblea regionale siciliana, allo stato attuale dei fatti, non ha i soldi per approvare il bilanco. E, a meno che il capo del governo nazionale, Mario Monti, non impazzisca, non li avrà.
Certo, Lombardo sta provando a strumentalizzare la protesta dei Forconi per convincere Roma a ‘scucire’ i soldi per la sanità (oltre 600 milioni di euro). Ma se ci dovesse riuscire i Forconi, che rimarrebbero a bocca asciutta, avrebbero buon gioco nel dire: ma come, Monti dà 600 milioni di euro a un governo regionale fallimentare e a noi non dà risposte: e allora…
Insomma: il governo Lombardo è finito in un vicolo cieco. Andando a casa Lombardo insieme con l’Ars, si riaprirebbero i giochi politici. E Orlando – ad esempio – potrebbe pensare di porre la sua candidatura – questa volta con buone probabilità di successo – alla guida della Sicilia.
Direte: che c’entra in tutto questo Antonella Monastra? Che nesso c’è tra quello che potrebbe succedere alla Regione e la convention del 18 febbraio prossimo insieme con Orlando? Provate a immaginarlo…

 

Giulio Ambrosetti

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