Decadenza sindaci, Crocetta dà ok a rivedere norma Anci: «Tempo fino a domenica, se no ci pensa il Tar»

«Ardizzone e Crocetta hanno riconosciuto che così non funziona». A parlare, pochi minuti dopo la conclusione dell’incontro voluto da Anci Sicilia con i vertici di Regione e Ars, è il vicepresidente dell’associazione che riunisce i Comuni isolani, Paolo Amenta. Il primo cittadino di Canicattini Bagni ha preso parte alla riunione per discutere dell’opportunità di mettere mano alla norma – introdotta l’anno scorso con la riforma della legge elettorale siciliana – che prevede la decadenza dei sindaci in tutti i casi in cui a venire meno sia il consiglio comunale. Tra questi, dunque, anche la mancata approvazione del bilancio di previsione.

Uno scenario che, dopo il pronunciamento del Cga che ha ritenuto ammissibile la retroattività della norma a partire dall’approvazione della legge, dovrebbe portare sette Comuni al voto. Tra di essi anche San Piero Patti, in provincia di Messina, la cui sindaca Ornella Trovata ha però fatto ricorso al Tar, con il tribunale amministrativo che ha sospeso l’efficacia del decreto di decadenza firmato due settimane fa dal governatore Crocetta. «Ottenuta la disponibilità a rivedere la legge, il primo passo che andrebbe fatto è inserire una norma che abroga il comma 2 bis dell’articolo 11 della legge 35/1997, ovvero la parte modificata l’estate scorsa dall’Ars con la nuova legge elettorale – spiega Amenta -. Per farlo bisognerebbe inserire l’abrogazione nel testo collegato alla finanziaria che va approvato, ricordo, entro i prossimi quattro giorni».

Una tempistica che potrebbe non essere rispettata. Ipotesi questa che lascerebbe tutto così com’è, anche se ciò non dovrebbe far temere gli altri sei primi cittadini decaduti. «L’Anci, specialmente alla luce del pronunciamento del Tar, sosterrà le ragioni degli altri Comuni e siamo ottimisti che ci sarà una sospensione di queste decadenze», continua Amenta. Il vicepresidente Anci rivela poi che da Crocetta sarebbe arrivata anche la promessa di bloccare le diffide già partite dall’assessorato agli Enti locali nei confronti dei Comuni inadempienti in tema di bilancio, che, sulla carta, andava approvato entro il 31 marzo: «D’altronde è un po’ assurdo che la Regione si accanisca contro i Comuni quando l’Ars per prima – conclude – non ha ancora approvato il proprio bilancio». 


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