Davide Faraone/ Messaggio a Crocetta: “La Regione siciliana è da cambiare”. I dieci punti per rivoltare l’Isola

IL BRACCIO DESTRO DI MATTEO RENZI SCRIVE A MILITANTI E SIMPATIZZANTI DEL PD. PARLA DEL CONGRESSO REGIONALE. SNOBBA IL GOVERNATORE TUTTO INTENTO A DIFENDERE ASSESSORI E ASSESSORATI. E SULLE ‘SPESE PAZZE’ DELL’ARS (NELLE QUALI E’ COINVOLTO IN MODO IRRILEVANTE) DICE: “ASPETTIAMO LA CHIUSURA DELLE INDAGINI DELLA MAGISTRATURA”. LE DICHIARAZIONI DI MILA SPICOLA

Davide Faraone, braccio destro di Matteo Renzi, si catapulta in Sicilia. E lo fa con una lettera agili iscritti, ai militanti e ai simpatizzanti del PD in vista del congresso regionale di questo Partito. Ma anche con l’occhio rivolto a una Regione siciliana che annaspa con un ‘buco’ da un miliardo e mezzo di euro nei propri conti.

Scrive Faraone:

“Amiche e amici,
fervono i preparativi, si accennano le grandi manovre, ci prepariamo al congresso regionale e ovunque sentiamo parlare di rimpasto. Rimpasto, rimpasto, rimpasto. L’unico rimpasto che noi dobbiamo augurarci è un rimpasto di idee e di programma nella politica regionale. Quello che dobbiamo proporci come partito i Sicilia è di imprimere quella svolta politica, ma anche culturale che i siciliani si aspettano da noi. Fino ad oggi niente rivoluzione, solo tanta continuità con un passato che non ci piace. O si cambia o in Sicilia meglio tornare al voto, questo galleggiamento non serve a nessuno”.

“E allora – prosegue Faraone – a quanti mi chiedono: si fa il rimpasto? Chi è il candidato segretario? Chi diventa assessore? Ecco, a tutte queste domande io vorrei rispondere con voi con una voce sola: il nostro candidato, il nostro assessore, sono le nostre proposte per imprimere una svolta alla politica siciliana, un’accelerazione necessaria all’agenda di governo”.
“Ecco perché – prosegue il braccio destro di Renzi – abbiamo deciso di lanciare una sfida: vi inviamo una sorta di crono programma, di ‘lista della spesa’ delle cose da farsi subito e delle cose che dovrebbero farsi in un tempo un po’ più lungo, 4 anni non di più. VI sottoponiamo le nostre intenzioni. Voi potete leggerle, commentarle, integrarle. Ma con una premessa: la politica cambia, cambia davvero. E si muove per fare le cose e per farle per bene e per tutti. Non per alcuni”.
“E vi diamo alcune regole – aggiunge Faraone -: proposte a costo zero o proposte finanziabili con i fondi europei. Cosa trovate nel crono programma? Intanto due principi ferrei.

MAI PIU’ FONDI EUROPEI NON SPESI o spesi tanto per… Nella nostra lista della spesa trovate dieci temi. Dieci punti che ridisegnano l’orizzonte sociale e collettivo con un piano concreto di azioni. Per ciascun punto indichiamo il tempo di realizzazione. Alcune azioni sono a costo zero. Altre azioni, prevedono opere strutturali che verranno realizzate mettendo a frutto tutti i fondi strutturali 2014-2020 fino all’ultimo euro. E’ vergognoso quello che è accaduto negli scorsi anni: fiumi di denaro asciugati sotto il sole e sprecati in emergenze continue. La nostra scommessa inquadrare ogni spesa in una programmazione allo sviluppo e alla produzione e non all’assistenza”.

“E’ l’ultima occasione – scrive Faraone – non la perderemo.
MAI PIU’ PRECARI IMPRODUTTIVI: dalla finzione del lavoro alla questione del lavoro. Nei dieci punti troverete molte riorganizzazioni di comparti amministrativi e rivisitazioni dei servizi offerti ai siciliani. Per far questo avremo bisogno di tutte le risorse umane attualmente in forza nelle amministrazioni pubbliche: comunali, regionali e statali. Ci dobbiamo mettere in testa che è necessario riorganizzare e redistribuire tutti i lavoratori pubblici precari e non precari assegnando a ciascuno una funzione precisa”.

“Mai più musei chiusi, uffici bloccati, rifiuti non raccolti, aree verdi urbane non curate, etc..etc.. – si legge sempre nella lettera del braccio destro di Renzi – tutti i precari: Gesip, forestali, Amia, Pip, Lsu, dipendenti della formazione… tutti i precari, nessuno escluso avrà il suo compito produttivo al quale verrà assegnato in base a necessità e competenze. Dobbiamo stringere un patto con tutti i siciliani: la Sicilia va ricostruita per tutti e da tutti. Lavorando. Vogliamo garantire il lavoro non la finzione del lavoro. CHI CI STA CI STA, CHI NON CI STA a casa. Possibile che i Comuni siciliani chiedano sempre deroghe al patto di stabilità per stabilizzare i precari e altri Comuni, i più virtuosi d’Italia, per realizzare opere pubbliche al servizio dei cittadini?”.

“Noi dobbiamo riconvertire l’economia di questa Regione – scrive Faraone -. Basta con una Regione burocratica e assistita. Ora, con la sinergia pubblico/privato, vanno sfruttate le potenzialità per creare ricchezza e lavoro. Negli anni passati, le vecchie classi dirigenti, ci hanno negato il mare, rendendolo inaccessibile e inquinato. Le coste, cementificandole. I musei, chiudendoli. Ci negavamo ricchezza e produttività autonoma e chiedevamo allo Stato centrale di trasferirci risorse, diventando schiavi e assistiti. Ora basta!”.

“Tutto il resto è conseguente. Leggerete i punti, alcune cose che vorreste per la nostra terra le troverete, altre le integrerete, altre ancora le riscriverete. Ma la logica sia quella di una svolta concreta e di un progetto ampio, strutturale, che inizi subito ma che ridisegni un orizzonte ampio, non i naviga menti a vista. Proposte concrete e fattibili: con un tempo di realizzazione, con risorse individuate e anche con una cabina di responsabilità da individuare per ogni azione”.

“Questa è la nostra proposta – precisa Faraone -. Pensiamo a una Sicilia centro del Mediterraneo, una Sicilia che guida il Mediterraneo a partire dai suoi tesori: la cultura, la natura, il cibo e il suo capitale umano. Per far questo serve una rivoluzione antropologica che ci faccia passare dalla regola dell’assistenzialismo a quella del prodigarsi. E dobbiamo volerlo tutti perché è difficilissimo decidere di rinnegare le logiche assistenziali che hanno caratterizzato non solo la politica, ma anche la vita dei siciliani dal dopo guerra ad oggi”.

“La politica non deve essere più la cappa, ma semplicemente la guida, lo scheletro che stabilisce alcune regole chiare che aiutino lo sviluppo – insiste il parlamentare nazionale del PD -. Le dieci linee di azione permettono di liberare nuovi posti di lavoro in più ambiti, ed è questo la vera preoccupazione di tutti noi, creare lavoro, ma che sia lavoro produttivo, in questi ambiti:

1. LA SICILIA CAMBIA VERSO. UNA NUOVA GEOGRAFIA POLITICA.

2. MENO COSTI POLITICA. IN SICILIA LA POLITICA DEVE COSTARE MENO.

3. MENO BUROCRAZIA UNA REGIONE TRASPARENTE E ACCESSIBILE CON UN CLIC.

4. CON LA CULTURA SI MANGIA. IL NOSTRO CAPITALE E’ IL PATRIMONIO.

5. IL LAVORO CHE C’E’. JOBS ACT SICILIA ACTION FOR GREEN JOBS.

6. CAPITALE UMANO, FORMAZIONE E INNOVAZIONE.

7. LA SFIDA DEL WELFARE PERFETTO. DIRITTI, GARANZIE E SERVIZI PUBBLICI.

8. MOBILITA’ E CITTA’ DA VIVERE.

9. IL MARE E LA TERRA.

10. FISCALITA’.

“Insomma un’Isola diversa – scrive faraone -. Un’Isola bella, in cui si mangia bene, c’è il mare… ma in cui si vive bene e si lavora meglio. Mai più intralci burocratici, mai più musei chiusi, mai più siti archeologici abbandonati, mai più assenza di promozione, supporto. Non è possibile avere il 22% del patrimonio artistico italiano e attrarre meno turisti delle Baleari. E nemmeno è possibile avere sempre scuole cadenti, bidelli in sciopero, pratiche bloccate negli uffici regionali e folle di precari di turno davanti ai palazzi del potere”.

“E’ venuto il momento di mutare passo – dice il parlamentare del PD – di passare dalle logiche immobili del Potere a quelle sempre in mutamento del potere di fare. E per sventare i ‘nimici ra cuntintizza’ che potrebbero rintracciare in quanto ho scritto “solo slogan” alleghiamo il crono programma delle cose che faremo. Leggetele, parliamone. Le porteremo in giro, le discuteremo nel PD..ma..se vi piaceranno, se ci crederete, le faremo insieme col PD”.

“Dunque fatemi ancora la domanda su chi sarà il candidato assessore, segretario, consigliere, etc..etc.. La risposta è: colui o colei che si farà testimone delle cose che faremo. Cose concrete: quello che alleghiamo è un sommario, con le prime azioni concrete, formulato con tanti contributi e coordinato da Mila, ma dovete farlo vostro, potete commentarlo e integrarlo e potete scriverci su davide@davidefaraone.it”.
“Nella prossima settimana – prosegue la lettera – lo arricchiremo con le osservazioni ricevute e lo discuteremo in un incontro pubblico a breve. Nessuno si senta escluso: è un documento aperto, politico, che diventerà un vero e proprio documento tecnico. L’obiettivo è cambiare la Sicilia subito, rendendo semplice il sistema ed efficaci le organizzazioni e i territori, incentivando la voglia di fare e rendendo la Sicilia terra di ricchezza. E allora basta ideologia e mettiamoci sotto”.

“Su questi spunti, nei prossimi giorni, ci apriremo alla discussione dopo averli discussi tra noi. Con tutti. Ma con l’idea di fare. Certo ci saranno polemiche, resistenze. Ma pensiamo che un provvedimento del genere arricchito dalle singole azioni concrete e dalla certezza dei tempi della pubblica amministrazione possa dare una spinta alla politica siciliana. Scommettiamo su di noi”.

“Sulle spese pazze soltanto due parole – dice Faraone – aspettiamo serenamente che si chiudano le indagini della magistratura, sapremo chi erano i pazzi e chi no. Massima fiducia, se qualcuno ha rubato è giusto che paghi. La cattiveria degli sciacalli è pari alla cattiveria dei mafiosi, noi siamo diversi da loro”.

Registrano anche una dichiarazione di Mila Spicola, componente della direzione nazionale del PD, molto vicina a Faraone:
“Abbiamo deciso di puntare sui temi, sui contenuti e cioè sulla politica – dice Mila Spicola – cosa che ci sembra spesso latiti dal dibattito mediatico siciliano, che da sempre si appassiona di tattica, di strategia o di scandali. Attenzione, io personalmente, da espressione del ceto medio-povero, mi indigno come ogni altro comune cittadino quando vedo sprechi, corruzione o cose che non vanno, ma non sono un giudice, altri hanno il compito di verificare e punire, non io e il mio dovere, di cittadino e di politico, è adesso fare la mia parte propositiva e costruttiva per aiutare la Sicilia, per aiutarci a uscire dal pozzo in cui siam caduti, per ridare energia a una Regione che di energie, di capacità e di risorse ne ha tantissime, ma è disgregata e frustrata”.
“Non è la politica che deve ‘occupare’ ogni angolo della vita sociale, culturale e collettiva – aggiunge la dirigente del PD – ma è la società che deve occupare la politica. Come tante api operaie. Io mi sento un’ape operaia. Con tutto quello di simbolico e di concreto che reca il termine operaia. Questo ci siamo detti con tutti quelli che hanno dato fiducia al PD di Renzi in Sicilia, e al PD in generale. Per far questo da qualche mese lavoriamo a un progetto generale di azioni da compiere. Azioni concrete, con date, timing e fondi rintracciarti, per rilanciare un progetto per la sicilia che sia chiaro e compreso e fatto proprio dalle persone”.

“Abbiamo elaborato un documento aperto – prosegue la dirigente del PD – perché ciascuno si senta chiamato a partecipare e ad aderire alla politica, non alla tattica. Non crediamo che i progetti e le richieste per la Sicilia possano prendere campo se ogni siciliano non se ne faccia interprete. Abbiamo stilato un cronoprogramma con dieci ambiti di azione, puntando a cose concrete ma dalle ricadute strutturali e durature”.
“Quel progetto – conclude Mila Spicola – è il nostro candidato alla guida del PD in Sicilia per i prossimi anni. Lo offriamo alla discussione e invitiamo alla partecipazione”.

 


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