L'antico quartiere di Palermo, tra la Zisa e Piazza Indipendenza, continua il processo di rigenerazione urbana. Col progetto dell'associazione In Media Res, che qui intende «creare un luogo bello dove diffondere competenze». Partecipando a una sfida alla quale c'è anche Zen Insieme
Danisinni, un contest per avere il giardino urbano «Dedicato alla biodiversità e gestito dal quartiere»
La sfida è cominciata il 31 luglio, e terminerà il 31 agosto. In palio c’è un progetto da 10mila euro che potrebbe donare un giardino della biodiversità ai Danisinni, l’antico quartiere di Palermo tra la Zisa e Piazza Indipendenza: fino a poco tempo fa sconosciuto spesso dagli stessi palermitani, il quartiere da anni è al centro di un processo di rigenerazione urbana e sociale, grazie all’impegno e alla determinazione di tanti e tante. Dagli abitanti del quartiere a fra Mauro Billetta (alla guida della chiesa locale da più di quattro anni), dall’Accademia delle Belle Arti all’associazione CIRC’ALL e tanti altri che hanno creduto in questo progetto.
E ai quali intendono aggiungersi anche i componenti di In Media Res. L’associazione culturale, nata a luglio del 2015 tra Trento e Palermo, ha deciso di partecipare al contest video No Planet B: co-finanziata dalla Commissione Europea all’interno del programma DEAR, la sfida vede partecipare sei Paesi (Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Romania e Ungheria) per promuovere “strategie vantaggiose e piccole azioni per grandi impatti”. A concorrere anche l’associazione Zen Insieme, che in questo modo intende proseguire l’esperienza del giardino di Manifesta.
Ai Danisinni, perciò, la sfida è ancora più difficile. Lo sanno bene i soci di In Media Res, che sono entrati in punta di piedi in un percorso già da tempo avviato e che continua a portare enormi risultati, tra street-art, fattoria didattica e opere di lirica all’aperto. «Io stessa abito alla Zisa, e guardo i Danisinni da sempre – racconta Caterina Strafalaci -. So che il quartiere non è un luogo di passaggio, anche se è ciò è paradossale perchè si trova in mezzo all’itinerario arabo normanno. Abbiamo seguito da tempo il percorso di Rambla Papireto, e da poco è stato alzato uno splendido tendone da circo che ha già ospitato spettacoli per grandi e piccini. Ma attorno al tendone non esiste un vero e proprio spazio verde. Ecco, quello che vorremmo noi è creare un giardino urbano, un luogo bello e gestito dagli abitanti dal quartiere, dove diffondere competenze».
Hanno le idee chiare, i soci di In Media Res. Con un cronoprogramma già delineato e allo stesso tempo in divenire, pronto a recepire le istanze di chi il quartiere lo vive. «Nell’arco di sei mesi vorremo realizzare due semine per creare una copertura verde e naturale – continua Caterina -. Tra settembre e ottobre ci sarà poi la scrittura concreta del bando, a novembre il progetto dovrebbe partire, se dovessimo aggiudicarci il contest. Renderemo pubblico ogni evento, ogni laboratorio e ogni momento di divulgazione. La nostra idea è svolgere in maniera partecipativa gli incontri con la gente del quartiere, diffondere competenze e pian piano uscire di scena».
Quel che è chiaro è che «non ci interessa srotolare prati verdi sin da subito e alberi già grandi, ma deve essere un percorso graduale. Privilegeremo di sicuro varietà autoctone e che riescano a garantire e a preservare la biodiversità. Pianteremo alberi non solo ornamentali ma anche quelli tipici, come ad esempio i mandorli. E vogliamo realizzare anche arredi modulari come panchine e tavoli, insieme ai ragazzi del quartiere». Anche perchè gli unici spazi verdi nella zona sono a piazza Indipendenza e alla Zisa, per il resto non c’è granché, e dunque non c’è nessuna fretta. E si guarda anche altrove, alle piccole e grandi esperienze che in quartieri simili ai Danisinni sono a uno stato più avanzato.
«Sì, guardiamo a progetti come Vicolo Gallo a Ballarò e il Giardino dello Zen – conferma Caterina – con l’intento di riconnetterli ai Danisinni, all’insegna della creazione partecipata degli spazi verdi e facendo interagire i ragazzi dei rispettivi quartieri. Speriamo anche di riuscire a organizzare visite guidate dei Danisinni, all’interno dell’itinerario arabo normanno».