Washington
Dall’America lezioni di giornalismo
WASHINGTON
E Sebastian Rotella, il giornalista dinchiesta di Propublica.org, il vincitore dellUrbino Press Award 2012. In un ricevimento tenuto mercoledí sera allAmbasciata dItalia a Washington al quale hanno partecipato più di 200 invitati del settore, lambasciatore Claudio Bisognero ha annunciato il vincitore della settima edizione del premio giornalistico assegnato ogni anno ad un giornalista americano distintosi per la capacitá di raccontare il mondo che cambia.
E a vincere questanno una firma che, dopo aver avuto una prestigiosa carriera come corrispondente del Los Angeles Times, è passato a scrivere per una pubblicazione esclusivamente online come Propublica.org, la prima testata a vincere il premio Pulitzer nel 2010 facendo il bis nel 2011.
Sotto la guida dellex direttore del Wall Street Journal Paul Steiger, propublica.org è un giornale in rete che si occupa soltanto di inchieste investigative e che è nato grazie al contributo della Herbert and Marion Sandler Foundation, che ha voluto in questo modo preservare un tipo di giornalismo sempre più trascurato anche dalle grandi testate per via dei costi eccessivi che comporta il lavoro di inchiesta, spesso lungo diversi mesi. La novità di Propublica.org, tra le altre, riguarda la possibilità, per qualunque giornale lo voglia, di pubblicare anche su carta i suoi servizi senza dover pagare nulla.
Sebastian Rotella ha vinto proprio grazie ai suoi diversi reportage dinchiesta: uno in particolare, realizzato in collaborazione con il programma televisivo Frontline della Pbs, ha fatto scalpore negli Stati Uniti alcuni mesi fa per le sue rivelazioni sullattentato terroristico di Mumbai. Il giornalista italoamericano, dopo mesi di ricerche e indagini, ha messo in luce gli errori e le disfunzioni nei servizi segreti, che avrebbero potuto fermare in tempo lattacco terroristico in India del 2008.
Nel comunicato dellAmbasciata dItalia, rilasciato alcune ore prima della rivelazione del nome del giornalista vincitore, si poteva già intuire lassegnazione del premio per il giornalismo on line. La cerimonia di stasera si leggeva, oltre a premiare leccellenza nel giornalismo, costituisce anche unoccasione per riflettere sullo stato dellinformazione che sta vivendo una delicata fase di transizione caratterizzata dal moltiplicarsi delle piattaforme informative. Questo fenomeno presenta indubbiamente vantaggi rilevanti. Primo tra tutti quello di poter parlare direttamente ai cittadini, senza filtri, contribuendo a creare una sorta di global citizenship, e permettendo di aggirare le troppe censure allalibertá di espressione che ancora esistono in molti Paesi.
Realizzato con il sostegno della Città e della Provincia di Urbino insieme alla Camera di Commercio e alla Piero Guidi, e presieduto da Giovanni Lani, lUrbino Press Award ha in passato premiato le firme piú famose del giornalismo Americano, tra cui Thomas Friedman, David Ignatius, Helene Cooper e Martha Raddatz.
Cinque secoli fa nel Palazzo Ducale di Urbino giungevano intellettuali da tutta Europa, ha detto il Presidente del Premio Urbino, Giovanni Lani. Oggi manteniamo questa tradizione al centro di riflessione internazionale invitando grandi giornalisti e commentatori nei luoghi che furono di Raffaello Sanzio e Piero della Francesca. A Lani abbiamo chiesto se il premio al giornalismo Americano, ormai giunto alla settima edizione, vuole essere anche un messaggio al giornalismo di casa nostra per darsi una mossa.
Certo – ha risposto – premiando grandi giornalisti americani cerchiamo di ispirare i colleghi italiani nel loro lavoro.
Rotella, che prima di Propublica.org è stato a lungo corrispondente per il L.A. Times dal Messico e dallEuropa ed ha giá ricevuto diversi premi, ha ringraziato commosso dicendo che un premio dallItalia ha un grande significato per lui, che viene da una famiglia di origine siciliane e spagnole: Mia madre è di Barcellona, mio padre invece di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia. Immaginate che confusione .
A giugno, il giornalista di origine italiana sarà ad Urbino per la consegna del premio dove terrá una lezione sul giornalismo investigativo.
Ma restando in tema di lezioni di giornalismo, la scorsa settimana proprio lex giornale di Sebastian Rotella, il Los Angeles Times, è stato al centro delle polemiche per aver deciso di pubblicare le fotografie arrivate dallAfghanistan che ritraevano dei soldati americani intenti a profanare i corpi dei nemici talebani già dilaniati da unesplosione. Il segretario alla Difesa Leon Panetta, si è scusato per un simile episodio che “tradisce i valori americani” ma, pur condannando lazione dei militari, ha anche cercato inutilmente di convincere il giornale di Los Angeles a non pubblicare le fotografie per la lunga serie di ritorsioni che avrebbero potuto creare sulla vita di altri soldati americani.
Il direttore del Los Angeles Times, Davan Maharaj, ha invece risposto che avrebbe ritardato di 72 ore luscita in modo di consentire ai militari di prendere le necessarie precauzioni, ma che poi avrebbe comunque pubblicato le foto perché in fin dei conti, il nostro lavoro è quello di pubblicare informazioni di cui i nostri lettori hanno bisogno per poter prendere decisioni sulla conoscenza dei fatti. E ancora: Noi abbiamo il dovere di riportare con chiarezza e imparzialità tutti gli aspetti della missione americana in Afghanistan.
Il giornale si trovava dunque nelle condizioni di poter fare quello che credeva giusto fare. La decisione è rimasta assolutamente sotto il suo controllo, e se insieme al capo del Pentagono Panetta, ci fosse stato lo stesso presidente Obama a intimare di non pubblicare nessuno avrebbe potuto fermare le rotative del L.A .Times a quel punto. Merito del Primo Emendamento della Costituzione Americana, che, grazie soprattutto alle interpretazioni della Corte Suprema che risalgono alla guerra del Vietnam e del famoso caso dei Pentagon Papers, pubblicati dal New York Times e dal Washington Post nonostante la Casa Bianca di Nixon avesse intimato loro ritorsioni gravissime, ha stabilito che il Governo non ha in nessun caso il potere di bloccare un giornale dal pubblicare i documenti di cui entra in possesso, anche quando si tratta di documenti ritenuti sensibili per la sicurezza nazionale. La decisione spetta solo ed eslcusivamente al giornale. Si può immaginare lo stesso scenario in Italia?
Nella foto sopra Giovanni Lani, Ssbastian Rotella e Claudio Bisognero
Foto Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti tratta da indipendologo.wordpress.com