Salvatore Scuderi si occupa di sicurezza nell’aeroporto di Comiso, ma da qualche anno, alle pendici dell’Etna, coltiva ulivi per un olio extravergine d’oliva biologico che colleziona medaglie in tutto il mondo per le sue proprietà organolettiche. «Ho studiato per valorizzare i prodotti di questa terra», racconta
Da Motta Sant’Anastasia l’olio premiato a Londra «Per rispondere a crisi puntiamo sulle eccellenze»
Alle pendici dell’Etna, nelle tenute di Motta Sant’Anastasia, crescono alberi di ulivo che stanno attirando l’attenzione degli intenditori di tutto il mondo. L’olio è quello extravergine di oliva delle tenute Vasadonna e ha conquistato il podio in numerose competizioni internazionali che celebrano i prodotti d’eccellenza. Le bottiglie etnee sono state medaglia d’oro al Biol novello di Bologna nel 2016, oltreoceano gli è stata conferita la medaglia di bronzo alla Los Angeles international oil extra virgin competition e quest’anno si sono guadagnate l’argento al London international olive oil competition 2017. L’olio siciliano è ricercato per i suoi aromi, perché «sono i profumi e i colori dell’Etna a renderlo unico», racconta il proprietario della tenuta Salvatore Scuderi, da qualche anno prestato all’olivicoltura, ma di professione direttore tecnico della security all’aeroporto di Comiso.
«Ho studiato – spiega -, ho iniziato a frequentare corsi per approfondire le tecniche di produzione dell’olio extravergine d’oliva e le innovazioni tecnologiche legate a questo mondo, perché questo non era il mio lavoro». Chi invece ha dedicato tutta la vita alla coltivazione diretta del fondo è stato il nonno prima, i genitori di Salvatore dopo. «Non volevo abbandonare l’azienda, né svenderla quando i miei genitori, per motivi anagrafici, non hanno più potuto occuparsi della terra – aggiunge Scuderi -. Ho deciso di ritornare alle radici. Su quei terreni sento i ricordi della mia infanzia, dei miei nonni, così nel 2005 ho ripiantato gli ulivi».
L’azienda si estende su una superficie di 15 ettari nel cuore della Sicilia Orientale, su un terreno dal tratto collinare dove sono state ripristinate le coltivazioni del Nocellara etneo e del Nocellara messinese, per una produzione annua di circa ottomila litri di olio extra vergine di oliva biologico. L’intenzione del proprietario è quella di implementare la coltivazione, vista la grande richiesta del prodotto. «Quello che rende quest’olio di qualità, oltre alla materia prima, è il rispetto dei tempi di frangitura – sostiene -. Un olio buono, fatto secondo le regole, deve essere lavorato entro le 24 ore dalla raccolta delle olive. Le nostre non restano in frantoio più di otto ore e vengono subito lavorate».
In Italia, secondo Coldiretti, le frodi nel settore degli oli negli ultimi anni sono quadruplicate, con un incremento record del valore dei sequestri dei prodotti adulterati, contraffatti o falsificati. «La risposta alla crisi – secondo Scuderi – è quella di puntare sul made in Italy in modo serio, sfruttare le eccellenze del nostro territorio e avere progettualità». Il pluripremiato olio etneo prende il nome dalla contrada Vasadonna, in cui un tempo, secondo i racconti, le donne del paese andavano per lavare i panni nel torrente e dove i corteggiatori si recavano per rubare un bacio alle proprie amate. «Sogno di trasmettere i valori dei miei nonni con genuinità – conclude Scuderi -, vogliamo portare avanti la cultura del territorio e comunicare la bontà di un prodotto sano e di qualità».