Da Carlentini all’Africa per la salute di mamme e bimbi «I miei genitori furono cooperanti prima che nascessi»

«I miei genitori sono partiti per la Tanzania per fare i cooperanti e sono rientrati poco prima che io nascessi. Mio padre seguiva la costruzione di un ospedale e mia madre dei progetti di educazione». La storia di Simone Gentile comincia da lontano. Per il 29enne di Carlentini (in provincia di Siracusa) che martedì scorso è partito per la Repubblica Centrafricana, il continente nero sembra essere per metà un’eredità e per metà una scelta. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Catania e un master in Export management a Bologna, «ho capito cosa non avrei voluto fare nella vita e mi sono orientato verso qualcosa che mi facesse sentire realmente appagato e che mi permettesse di incidere positivamente nella società». 

Da anni impegnato come volontario in diverse organizzazioni che si occupano di attività sociali e culturali, conclusi gli studi «mi sono interessato al lavoro delle istituzioni internazionali e delle organizzazioni non governative nei Paesi in via di sviluppo». Parte così, nel 2016, per un anno di servizio civile in Tanzania. «È in quel periodo che ho maturato l’idea di lavorare a tempo pieno e con continuità nella cooperazione internazionale». È il 2018 quando Gentile comincia a lavorare come project manager per una ong che opera in una baraccopoli di Lusaka, la capitale dello Zambia. «Lì, per otto mesi, ho coordinato le attività di una clinica e di un piccolo centro di fisioterapia». Adesso, in Repubblica Centrafricana rimarrà per un primo periodo di sei mesi «durante i quali mi occuperò della gestione amministrativo-contabile dei progetti avviati da Medici con l’Africa Cuamm (l’ong in campo sanitario, ndr) per migliorare il sistema sanitario del Paese, con particolare attenzione alla salute materno-infantile».

Quello di Gentile in Africa è, dunque, un ritorno. «Anche se non si può parlare dell’Africa come un unico continente. In Tanzania e in Zambia – ricorda – ho imparato molto di storia, cultura e tradizioni ma la Repubblica Centrafricana è un contesto più complesso: in questo momento vive un periodo di transizione, successivo alla guerra civile che ha tormentato il Paese peggiorando molto le condizioni di vita della popolazione». Ed è anche in questo senso che si inseriscono gli interventi che il giovane carlentinese porterà avanti con l’ong nell’ospedale pediatrico di Bangui (la capitale della Repubblica Centrafricana) che è l’unico di tutto il Paese. 

«In particolare io mi occuperò dell’amministrazione e della tenuta contabile dei progetti. Un ruolo – spiega Gentile – che viene svolto un po’ dietro le quinte, ma con molte responsabilità per la buona riuscita delle attività». Assistenza sanitaria per i bambini malnutriti e operazioni chirurgiche sono due dei servizi garantiti al momento, oltre che l’affiancamento nella gestione dell’ospedale e nella formazione del personale. «Non so se questo lavoro mi porterà a vivere all’estero per sempre. Spero solo che “da grande” potrò guardare indietro ed essere soddisfatto delle scelte che ho fatto e della persona che sarò diventato, ovunque io mi trovi nel mondo».


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