Tour e appuntamenti cancellati in alcuni casi fino a ottobre. Un settore in ginocchio, che rischia di ripartire, secondo alcune stime, addirittura da marzo 2021. «Una situazione drammatica, economicamente e psicologicamente, è come ritrovarsi senza ossigeno»
Covid, la parentesi di buio del turismo e delle sue guide Tra stop, burocrazia e incertezze. «Come sopravvivere?»
«Un periodo nero». Per moltissimi lavoratori questi mesi di emergenza sanitaria e le conseguenti restrizioni non sono che una lunga parentesi di buio. E nessuno sa bene quando né come tornerà un po’ di luce. Tanti i settori del commercio piegati dallo stop imposto dalle misure anti-contagio. Tra i più colpiti quello del turismo. «Abbiamo lavorato con le crociere fino a febbraio, abbiamo emesso le fatture ma con il lockdown non sono state pagate, parliamo di circa due mesi – racconta a MeridioNews Maria Grazia Sclafani, che fa parte delle Guide Turistiche Associate Palermo – . Da marzo, in genere inizio della nostra stagione, sono stati annullati una serie di servizi guida, dalle scolaresche ai gruppi, in media abbiamo perso dai 2.500 ai 3mila euro. Anche per aprile, che è il mese in cui guadagniamo per quasi tutto l’anno, è andato tutto in fumo. E lo Stato ci ha proposto 600 euro a fronte di molti più soldi che abbiamo perso. A maggio dovrebbero essere 800 e a giugno? Non si sa, di certo però dovrò pagare l’Inps e non potrò dire “pago dopo perché ora non posso”, perché nemmeno due mesi dopo mi arriverebbe il decreto ingiuntivo di pignoramento. Praticamente lo Stato mi dà i soldi per pagare le tasse».
Solo che vivere comporta (anche) ben altre spese. Che si aggiungono ai numerosi punti interrogativi del momento, che si protrarranno probabilmente anche per maggio e giugno. «A luglio-agosto non lavoriamo, malgrado quello che pensano tutti, perché in Sicilia si arriva anche a 40 gradi e il turismo diventa principalmente balneare che culturale – spiega la guida -. Con serenità posso dire che fino ad agosto non avremo nessun incasso e dovremo fronteggiare mutui se non saranno bloccati, affitti perché i padroni di casa non vogliono sentire ragioni, e bollette, spese, famiglie. Una situazione drammatica, sia dal punto di vista economico che psicologico, siamo abituati a stare continuamente in mezzo alla gente, adesso è come ritrovarsi senza ossigeno. Non posso nemmeno dire “mi reinvento”, e poi? Che faccio? In un periodo tra l’altro in cui è tutto fermo». Un tema, quello della ripartenza di una categoria come questa, che si sta cercando di fronteggiare sin da subito. Sicindustria ha chiesto lo stato di crisi per il settore e la programmazione di interventi mirati. Privilegiando mete e scali siciliani, che altrimenti rischiano di pagare il prezzo più alto.
Sui tavoli regionali, poi, ci sarebbe l’ipotesi di ricorrere ai voucher, che però non si sa come verrebbero veicolati né a quali cifre ammonterebbero per le guide. «Si parla di 600-700 euro da attingere da eventuale fondo di garanzia e da sommare a eventuali aiuti dello Stato». In questo momento tutto è nelle mani delle Regioni, ognuna deciderà la portata delle cifre da destinare alla categoria. «Si parla di una ripresa verso settembre/ottobre, che si potrebbe prolungare fino a dicembre, a patto di una riapertura del traffico aereo. D’estate – prosegue – più del turismo locale non andremo, o regionale se Musumeci mantiene questa linea dura. Nazionale non so, se metti un biglietto aereo per la Sicilia a 1200 euro, poniamo il caso, chi verrebbe qui?». Non solo aerei però, perché questo settore è interconnesso, ad esempio, anche a quello alberghiero e a quello della ristorazione. Molto dipende da quando e da come ripartirà la loro ripresa. «Una catena di montaggio, praticamente», osserva Maria Grazia.
Di turismo, la Sicilia, di fatto ci vive. Potrebbe viverci meglio? Di sicuro sì. Ma già così vale circa il 15 per cento di tutto il Pil della Regione. Oggi azzerato di netto dall’emergenza Covid e dal lockdown. Confesercenti, adesso, propone la creazione di un fondo per sostenere il comparto, che preveda finanziamenti a fondo perduto per la filiera. «Se tutto riparte a settembre ci potremmo salvare e pagare quindi l’ultima tranche di Inps – dice, sorridendo -, sono soldi». Una previsione che, se si riuscisse a realizzare, permetterebbe a moltissimi lavoratori di riprendere un attimo il fiato. «Viceversa, in molti stanno iniziando a pensare che tutto potrebbe riprendere solo dal primo trimestre del 2021, con una ripresa del turismo da marzo in poi. 18 mesi, circa, prima che tutto torni com’era». Nel frattempo come dovrebbero sopravvivere tutti gli addetti del settore? Sia Comune che Regione, dal canto loro, starebbero tenendo in considerazione la categoria: se da un lato il sindaco Orlando ha sottoscritto un appello con gli assessori al Turismo di altre 14 città per rilanciare il settore e tutelare guide e accompagnatori, dall’altro la Regione starebbe elaborando un piano di task force, subordinato però ai potenziali fondi europei, che non si sa ancora come saranno gestiti.
«Siamo dentro una nebulosa ancora molto fitta – osserva Maria Grazia -. Di fatto però veniamo convocati ai tavoli tecnici e siamo interpellati. Ma il punto è sempre lo stesso: fino a che non ci sarà una riapertura e un conseguente bilancio su come procede, non si potrà fare nessun tipo di pronostico. Facendo i conti da un lato con una macchina burocratica complessa, dall’altro con tante incognite». Maria Grazia aveva già prenotazioni fino a ottobre 2020, con ben 18 tour della Sicilia pagati ognuno intorno 1.500 euro, un lavoro ben pianificato che si sarebbe incrementato ulteriormente. Una perdita notevole, col blocco dovuto al Covid. «Aspettiamo intanto il bilancio della Regione – torna a dire -, poi ci muoveremo per chiedere una moratoria fiscale, perché se non ho incassato niente non mi si può chiedere di versare i contributi o, nel caso dell’Inps ad esempio, di anticipare sulla proiezione di quanto guadagnerò nel 2021. Tutti quelli che hanno una partita Iva non sono tutelati, non è un caso che qualcuno li abbia definiti i nuovi eroi del XXI secolo». Lavoratori che, come minimo, devono pagare intorno ai 5mila euro di tasse, mentre col resto di quello che rimane in tasca si devono invece fronteggiare affitto, mutuo, bollette, automobile, spese varie.
«Io come ci arrivo a marzo del 2021? Nel frattempo che faccio?», si domanda Maria Grazia. Un dilemma che non è la sola a porsi, oggi, purtroppo. «Speriamo di non dover ricorrere anche agli avvocati per il recupero crediti, perché ci potrebbe essere pure questo rischio, noi avevamo fatto delle fatture ad alcune agenzie, ma se dovesse rispondere una voce registrata che dice che nel frattempo sono fallite…beh…Non siamo messi bene. Staremo a vedere», dice ancora. Mantenendo, nonostante tutto, una lucidità e una positività davvero ammirevoli. Il settore, intanto, non è in ginocchio solo in Sicilia, ma soffre in tutto il Paese.
«Dobbiamo essere consapevoli del grave momento storico, soltanto con un comportamento consapevole possiamo contribuire a evitare la diffusione del contagio, presupposto per uscire al più presto dall’emergenza. Il reddito di tutte le attività turistiche, compresa la nostra, si è azzerato. Non dobbiamo scoraggiarci, riusciremo a venirne fuori – il commento di alcuni giorni fa anche di Valentina Grandi di Federagit Nazionale -. Speriamo che il governo centrale possa prevedere, come per le altre categorie, i provvedimenti necessari al caso: postergare gli adempimenti fiscali e contributivi, abolire gli anticipi Irpef e Inps per il 2021 e gli anni successivi, riduzione delle aliquote Irpef anche per il regime forfettario, garantire per tutti i mesi dell’emergenza un significativo aiuto economico alle guide turistiche e agli accompagnatori qualunque sia il proprio regime fiscale, sospensione dei mutui, aiutare coloro i quali vivono in affitto».