E' stato pensato nel 2002, sotto la giunta di Umberto Scapagnini, per «rilanciare l'occupazione». Ma il grande piano urbanistico che riguarda la litoranea sabbiosa a sud di Catania, è arrivato al voto solo ieri, dopo aver subito a fine marzo una importante variante che sostanzialmente unifica vari comparti in un'unica grande area da 1,2 milioni di metri quadri dove la ditta Stella Polare costruirà un acquario, un centro congressi e strutture commerciali e alberghiere
Consiglio comunale, approvato il Pua Playa Mega progetto da due milioni di metri quadri
Un centro congressi, un parco divertimenti, un campo da golf, un giardino. Persino un acquario, «il più grande d’Italia dopo quello di Genova». Il consiglio comunale ieri sera ha detto sì alla variante del piano urbanistico attuativo Catania sud, meglio conosciuto come Pua Vcs. Nato nel 2002 per volere della giunta dell’allora sindaco Umberto Scapagnini, permetterà la modifica di circa 2 milioni di metri quadri di terreno lungo la litoranera sabbiosa della Playa, da destinare a strutture ricettive e turistiche. Una decisione inattesa, arrivata a pochi giorni dal termine delle attività del consiglio in previsione del voto di giugno, con ventitre votanti, e nessun contrario – solo tre i consiglieri di opposizione astenuti, Saro D’Agata, Francesca Raciti del Pd e Francesco Navarria della Lista Il Megafono – che modificherà pesantemente il volto del lungomare dei lidi.
Il Pua (senza variante) in sintesiIn particolare, ha riferito in aula il sindaco Raffaele Stancanelli (con delega all’urbanistica) «la variante si è resa necessaria dopo le richieste di modifica da parte dell’Enav a causa della vicinanza all’aeroporto. Così abbiamo unificato i comparti “C”,”G”,”G1″ e “G2”, seguendo la proposta di una ditta privata, la Stella polare», ha spiegato. Una grande area da circa 1,2 milioni di metri quadri, compresa tra il viale Kennedy a est e via San Giuseppe La Rena a ovest, nella quale si concentrerà la maggior parte degli interventi: gli imprenditori di Stella polare, tra i quali l’editore del giornale La Sicilia Mario Ciancio, realizzeranno l’acquario e il centro congressi proprio in quest’area.
Le areee “C”, “G”, “G1” e “G2” sono state unificate dalla variante approvata ieri«Vorremmo sapere a quanto ammontano, con questa variante, le aree destinate ad alberghi e quelle destinate al parco commerciale, visto che sappiamo che i primi sono pieni solo al 30 per cento in città e dei secondi ne abbiamo decine», chiede Saro D’Agata ai tecnici del Comune in aula. «Saranno appena 7mila metri quadri per l’area alberghiera, e 18mila per l’area commerciale», risponde puntualmente l’architetto Rosanna Pelleriti, responsabile tecnico della variante, preparata negli ultimi giorni di marzo. E’, insieme a quello di Navarria, l’unico accenno di opposizione a un provvedimento che, per la società civile di Catania – presenti ieri per assistere ai lavori in aula Mirko Viola di Cittàinsieme e Salvo Grillo del Gar, oltre a un numero di rappresentanti del Movimento cinque stelle – si configura solo come l’ennesima speculazione a favore di pochi ricchi imprenditori.