Nei giorni scorsi si e' riunita la consulta per esaminare l'ordinanza un po' fuori tempo massimo del giudice Sergio Mattarella
Commissario dello Stato per la Sicilia: la Corte Costituzionale potrebbe abolirlo
Ultimi rantoli per l’Ufficio del Commissario dello Stato per la Regione siciliana? L’ipotesi che venga abolito c’è. Lo scorso 8 ottobre la Corte Costituzionale ha discusso l’ordinanza, firmata dal giudice costituzionale, Sergio Mattarella, che solleva il caso di questo ufficio in rapporto all’eliminazione dell‘Alta Corte per la Sicilia. Così, tra qualche giorno, la Consulta si dovrebbe pronunciare su una vicenda che, in realtà, più che giuridico-costituzionale, sembra politica.
Senza voler entrare nei ‘tecnicismi’ riesumati dal passato dalla Corte Costituzionale in un’ordinanza un po’ fuori tempo massimo, va detto che, agli albori dell’Autonomia, per dirimere i contenziosi tra Stato e Regione siciliana, operava l’Alta Corte per la Sicilia.
Questa Corte – della quale fece parte anche don Luigi Sturzo – è rimasta in vita circa dieci anni operando egregiamente: difendendo la Sicilia quando aveva ragione, dandole torto quando aveva torto.
Nel 1957, quando venne istituita la Corte Costituzionale, con una sentenza molto discutibile, le competenze dell’Alta Corte vennero assorbite dalla stessa Corte Costituzionale. Come ebbe a dire in quegli anni Giuseppe Alessi, eminente giurista, avvocato penalista di fama nazionale, primo presidente della Regione siciliana e figura di grande spicco nella storia dell’Autonomia siciliana, “l’Alta Corte è stata sepolta viva”.
Forse è a questa definizione che si è ispirato il giudice costituzionale, il siciliano Sergio Mattarella, più volte parlamentare e Ministro della Repubblica. L’ordinanza, con quasi 60 anni di ritardo, s’interroga sul ruolo del Commissario dello Stato dopo l’abolizione dell’Alta Corte, che forse Mattarella, come Alessi, considera ancora mezza viva, anche se ‘sepolta’ da quasi 60 anni.
Tutta questa storia – a quanto pare – per arrivare, con molta probabilità, alla conclusione che l’Ufficio del Commissario dello Stato per la Regione siciliana va abolito.
Non sappiamo – ovviamente – se qualche giorno fa i giudici della Consulta sono arrivati a questa conclusione. Ma non lo escludiamo.
Senza nulla togliere al giudice costituzionale Sergio Mattarella – personaggio di altro spessore culturale – il nostro non è un dubbio giuridico, perché non siamo giuristi. Il nostro è un dubbio politico: Mattarella è stato un autorevole esponente del centrosinistra. Il centrosinistra governa la Sicilia…
Insomma, tolto di mezzo l’Ufficio del Commissario dello Stato, in teoria, l’Ars potrebbe legiferare a piacimento e il Governo regionale, sempre in teoria, avrebbe le mani libere.
Sempre in teoria. Perché, in pratica, poi sarebbe lo Stato – o meglio il Governo nazionale – a verificare se una legge regionale funziona o no.
Quello che possiamo dire oggi è che l’eventuale abolizione dell’Ufficio del Commissario dello Stato farà risaltare con chiarezza un fatto che Giuseppe Alessi e Giuseppe Moltalbano (altro grande esponente della politica siciliana di quegli anni) dissero a chiare lettere nel 1957 dopo la ‘sbrasata’ della Corte Costituzionale appena insediata: e cioè che con l’abolizione dell’Alta Corte per la Sicilia, l’Autonomia siciliana era praticamente finita.