Era pronto un'altro progetto per il carrozzone mangiasoldi denominato ciapi di palermo. Proprio così, roba da non crederci. Indiscrezioni raccolte in questi giorni caldi per le sorti dell'ente di formazione strumentale della regione siciliana (oramai in chiusura dopo che il mangia-mangia è stato scoperto) fanno pensare ad un megaprogetto a nastri di partenza architettato dalla solita politica siciliana.
Ciapi, era pronto un nuovo mangia-mangia
Era pronto un’altro progetto per il carrozzone mangiasoldi denominato Ciapi di Palermo. Proprio così, roba da non crederci. Indiscrezioni raccolte in questi giorni caldi per le sorti dell’Ente di formazione strumentale della Regione siciliana (oramai in chiusura dopo che il mangia-mangia è stato scoperto) fanno pensare ad un megaprogetto a nastri di partenza architettato dalla solita politica siciliana.
Ovviamente, si tratta di indiscrezioni. Anche se molto attendibili. In attesa di ulteriori riscontri, mettendo insieme alcuni cocci, sembra che il progetto, più volte sussurrato dalla dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale ad interim del dipartimento Formazione professionale, vada avanti. Di certo, non più con il Ciapi.
Creato nel 1976, con la legge regionale n.25, sotto nobili propositi, il Ciapi pare essere divenuto nel tempo, con ogni probabilità, una sorta di “lavatrice” per il finanziamento di molte, anzi moltissime, campagne elettorali.
Oggi qual era il progetto in cantiere? Ve lo diciamo: chiudere l’esperienza degli Sportelli multifunzionali e degli Sportelli scuola e destinare le attività di orientamento in Sicilia proprio al Ciapi. Un’operazione valutabile, stando al costo attuale degli Avvisi n.1 e 2 del 2009, intorno ai 100 milioni di euro annui.
Ma qualcosa è andata storta. Anzi, più di qualcosa. La decertificazione di 15 milioni di euro da parte degli ispettori comunitari dell’Olaf e la revoca dell’accreditamento hanno “rotto le uova nel paniere” a due formazioni politiche. Dalle quali sarebbe partito l’input per concedere la deroga al Ciapi per la prosecuzione delle attività, nonostante la dichiarazione, con tanto di verbale accertativo, di inaffidabilità. Incredibile!
Nonostante le ombre che si addensavano su questo Ente dopo i rilievi mossi dallOlaf, sembra che la solita politica siciliana avesse comunque deciso per la prosecuzione delle attività del Ciapi di Palermo.
Quali interessi avrebbero tenuto in vita un Ente già segnato in nero da Bruxelles? Per esempio, quelli sulla sanità. Proprio così. Nonostante la chiara inaffidabilità a proseguire le attività, qualcuno ha autorizzato la deroga all’accreditamento e consentito all’Ente mangiasoldi di gestire il progetto Labor e avviare le selezioni per corsi di formazione per la figura di operatore socio sanitario.
Una stranezza, questa. Sì, perché tutto accade nel periodo in cui Ludovico Albert ha guidato il dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale. Non si capisce per quale strana coincidenza l’Avviso n.18/2011, nato proprio per formare operatori socio assistenziali inspiegabilmente subisce una battuta d’arresto dopo il bando pubblico, la partecipazione dei soggetti proponenti, la costituzione dei nuclei di valutazione per l’esame dei progetti e la definizione della graduatoria. Forse si voleva favorire il progetto dell’assessorato regionale alla Salute?
E’ davvero singolare che un Ente dichiarato inaffidabile dallUnione Europea possa essere stato indicato dalla stessa Regione siciliana come affidabile per proseguire diverse attività e programmare nuovi bandi pubblici. Intanto l’Avviso 18/2011 resta al palo. Chissà perché.