Dopo lo scandalo emerso dalla frode per 15 milioni di euro ai danni dell'unione europea, era pronto con il progetto futuro semplice, un nuovo mangia-mangia al ciapi di palermo. Questa volta con un investimento da 75 milioni di euro. Un iter quasi obbligato, dal momento che i due progetti - coorap e futuro semplice - si intrecciano nel tempo e hanno come protagonista la stessa gestione del ciapi di palermo.
Ciapi acchiappa-soldi, come sfuma un’operazione da 75 milioni
Dopo lo scandalo emerso dalla frode per 15 milioni di euro ai danni dell’Unione europea, era pronto con il progetto Futuro Semplice, un nuovo mangia-mangia al Ciapi di Palermo. Questa volta con un investimento da 75 milioni di euro. Un iter quasi obbligato, dal momento che i due progetti – Coorap e Futuro Semplice – si intrecciano nel tempo e hanno come protagonista la stessa gestione del Ciapi di Palermo.
Precisiamo subito che, della frode da 15 milioni di euro ai danni dell’Unione Europea, non tutti ne hanno beneficiato. Il “mangia-mangia” accertato dagli ispettori dell’Unione Europea sugli sprechi del progetto Co.Or.Ap., attuato dal Ciapi di Palermo, non ha di certo favorito Enti formativi e lavoratori. Semmai, come pare dalle indagini in corso, a beneficiare sarebbero politici e qualche funzionario regionale. Proviamo a capire cosa è successo.
Le polemiche dei giorni scorsi, che hanno spinto il Governo regionale ad avviare le procedure di liquidazione del Ciapi di Palermo, Ente formativo strumentale a totale partecipazione della Regione siciliana, originano dalla frode rilevata dagli ispettori antifrode della Commissione europea (Olaf). La distrazione dei fondi comunitari è legata all’utilizzo “alla carlona” del finanziamento per il progetto denominato “Consulenza, Orientamento, Apprendistato” (acronimo Co.Or.Ap.)
Parte della stampa, in questi giorni, ha sostenuto che, attraverso il progetto Co.Or.Ap, in tanti avrebbero tratto beneficio: Ciapi, politici inquisiti, Enti di formazione e personale. Ebbene, tutto ciò è impreciso, soprattutto se riferito al personale degli Enti.
Per raccapezzarci, facciamo un passo indietro e torniamo a qualche anno fa: e, precisamente, al 2007. Anno di crisi nel settore della formazione professionale, un po’ come il 2013, in cui vari Enti formativi hanno dichiarato centinaia di esuberi di propri dipendenti. Proprio nel 2007 molti Enti hanno chiuso con le organizzazioni sindacali diverse procedure di mobilità per complessivi 278 lavoratori.
L’assessore regionale Istruzione e Formazione Professionale dell’epoca, Santi Formica, decide di dare seguito alle previsioni normative e di attuare quanto sancito dalla legge regionale n. 25 del 1 settembre 1993. “Al personale iscritto all’albo previsto dall’art. 14 della legge regionale 6 marzo 1976, n. 24 con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è garantita la continuità lavorativa e riconosciuto il trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria”. (a destra, Santi Formica, foto tratta da la provinciadimessina.it)
A seguito della dichiarazione formale di esubero fatta dagli Enti di formazione, l’assessorato regionale al ramo assume la determinazione di non operare integrazioni economiche (quota di finanziamento aggiuntivo a quello decretato in sede di approvazione del Piano offerta formativa) agli Enti interessati per coprire il maggiore costo del proprio personale.
L’amministrazione regionale ha proceduto semplicemente alla riqualificazione del personale dichiarato in esubero attraverso un progetto di orientamento da svolgere in tutto il territorio siciliano. Ed è con la sottoscrizione di un accordo trilaterale che si origina il progetto Co.Or.Ap.
Attraverso il verbale sindacale del 22 agosto 2007, sottoscritto tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli Enti di formazione e l’assessorato al ramo, l’amministrazione regionale ha dato il via alla riqualificazione del personale in esubero. Per attuarlo, l’accordo sindacale ha previsto lo spostamento di 278 lavoratori dagli Enti di formazione al Ciapi di Palermo, Ente individuato quale esecutore del progetto di riqualificazione.
L’affidamento del progetto, da parte dell’amministrazione regionale con una dotazione di 16 milioni di euro sarebbe avvenuto attraverso il meccanismo dell’affidamento “in house”. Cioè, il progetto è stato assegnato con un semplice provvedimento amministrativo. Altro che gara pubblica!
È stato scelto il percorso più breve e conveniente. Secondo la linea politica dell’epoca, ad occuparsi di tale riqualificazione avrebbe dovuto essere il Ciapi di Palermo, Ente di formazione di diretta emanazione della Regione siciliana. Come è avvenuta, quindi, la scelta del Ciapi quale capofila del progetto? Con la direttiva assessoriale prot. n. 1062/Gab del 24 aprile 2007 e con la successiva nota prot. n. 858 del 7 maggio 2007 l’amministrazione regionale ha richiesto al Ciapi di Palermo di produrre la proposta progettuale conforme agli obiettivi della Misura 3.18 del Piano Operativo regionale Sicilia 2000/2006.
Successivamente all’istruttoria interna della proposta progettuale, la Regione siciliana pubblica, nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana (GURS) n. 46 del 28 settembre 2007, il decreto di affidamento “in house” del progetto predisposto dallo stesso Ciapi di Palermo. Attraverso il progetto il Ciapi ha assorbito 278 unità di esubero provenienti da diversi Enti formativi, oltre circa 60 lavoratori assunti, con ogni probabilità dalle segreterie dei partiti politici.
Si tratta di: Cefop con n. 89 lavoratori, Ciapi di Palermo n. 61, Aram n. 56,Anfe regionale n. 20, Interefop n. 8,Ecap di Palermo n. 4, Anapia n. 5, Unci n. 15, Ial Cisl n. 10, Infowork n. 1, Enaip di Palermo n. 3,Centro Studi e Ricerche n. 1, Enaip di Messina n. 2, Cipac n. 2, Eduform n.1.
Così un numero pari a 278 esuberi sono stati riqualificati e assorbiti, per tredici mesi, dalla Regione siciliana attraverso il Ciapi di Palermo. Va chiarito che gli operatori hanno mantenuto lo stesso tipo di contratto di lavoro che prevedeva un impegno orario di trentasei ore settimanali. L’attività è stata svolta nei centri Co.Or.Ap. dislocati presso i Centri per l’Impiego della Regione siciliana.
Intanto, per effetto dell’alleggerimento di personale in esubero, gli Enti di formazione interessati poterono con regolarità effettuare i pagamenti al proprio personale. Certamente gli Enti citati non hanno beneficiato di alcun euro dal progetto Co.Or.Ap. Così come i lavoratori non hanno percepito un soldo di più della loro paga contrattuale. Al personale, dopo tredici mesi, riqualificato con le risorse del Fondo sociale europeo (Fse), l’amministrazione regionale decise di dare continuità lavorativa e professionale nelle attività dello Sportello multifunzionale trasformando il progetto Co.Or.Ap., da servizio di pubblicità dell’apprendistato, a servizio di consulenza sull’apprendistato.
Nasce così il progetto Futuro Semplice con apposito bando pubblicato nella GURS n. 32 del 10 luglio 2009 a seguito della nota assessoriale del 12 giugno 2009. L’amministrazione regionale pubblica l’Avviso n. 1 del 26 giugno 2009. Poi inizia una fase di “incartamento” dove la confusione amministrativa e politica blocca all’avvio del nuovo progetto. Il 5 febbraio 2010 l’Agenzia regionale per l’impiego emette un primo decreto dirigenziale, il n. 23, poi sostituito dal n.204 pubblicato il 12 aprile 2010, con il quale si dichiaravano vincenti gli Enti di formazione appartenenti ad una cordata composta da: Ciapi di Palermo; Anapia di Palermo; Anfe Regionale, Cesifop, Ciapi di Priolo, Ciofs Sicilia, Cipa-At di Palermo, Ecap di Messina, Efal di Catania,Enaip Asaform Sicilia, Enfap, Iraps Onlus, Unci.
Qualcosa però é andato storto. Pare che la gara, alla quale ha partecipato un solo soggetto, non avesse rispettato i criteri di concorrenza previsti dalla legge. Stando ai fatti dell’epoca, la cordata degli Enti sembra essere stata costituita da quella parte politica che ne deteneva la maggioranza al Parlamento siciliano. La Corte dei Conti ha bocciato pertanto il decreto di affidamento e di impegno dei 75 milioni di euro previsto per l’aggregato politico. Un mega “mangia-mangia” architettato dai politici che forse avevano anche preso gusto alla gestione allegra delle risorse del Fondo sociale europeo.
Il provvedimento della magistratura contabile ha fatto sfumare tutto. Ma anche per via degli errori commessi dall’Amministrazione attiva del tempo, vi sono state conseguenze pesanti sui lavoratori. Gli esuberi, che nel 2006 contavano 278 unità di personale diventano, nel 2013 circa 700 a causa di rivalutazioni contrattuali, interessi pagati alle banche dagli Enti di formazione, diminuzione di impegno orario attuato da molti gestori. Ma questa è altra storia!
Siamo già ai tempi in cui strombazza il famigerato trio delle meraviglie LAC (Lombardo, Albert, Centorrino). Se probabilmente la classe politica e dirigente della maggioranza del tempo non avesse ecceduto nella divisione di somme e potere, i lavoratori non vanterebbero due mensilità del 2010, con ritardi anche di dodici mesi. Non solo. Oggi, nel 2013, questi lavoratori non sarebbero posti tutti in esubero. Una cosa è certa: né i lavoratori, né gli Enti di formazione hanno avuto un centesimo in più di quanto dovuto.
Impossibile non riflettere, dunque, su chi, da tale progetto, abbia tratto beneficio? Ai posteri (o ai contemporanei “illuminati”), l’ardua sentenza.