Ospitare spettacoli di improvvisazione teatrale. Organizzare mostre. Attrezzare le strutture con panche e tavolini. Installare un impianto di videosorveglianza. Multare gli studenti che sporcano. Ecco alcune idee raccolte tra i frequentatori dei Benedettini a proposito della prevista riapertura dei cortili interni
Chiostri, la parola agli studenti
«Sono sempre stati un punto di ritrovo per tutti noi, per questo speriamo che i chiostri vengano riaperti al più presto». Il pensiero di Paola, studentessa di Lettere, è uguale a quello di molti altri studenti che frequentano i Benedettini. Al momento però, dopo la campagna di sensibilizzazione inaugurata dal preside della Facoltà di Lettere, Enrico Iachello – che insieme ad altri docenti dell’Ateneo catanese ha dato una ripulita simbolica al cortile interno, lo scorso 1 dicembre – non è ancora stata fissata una data certa per riconsegnare i chiostri agli studenti, ma soprattutto alla città.
Ai rappresentanti di Lettere e Lingue, le due facoltà che vivono quotidianamente nell’ex Monastero, abbiamo chiesto un parere sull’argomento e qualche proposta sul futuro utilizzo dei chiostri. «La riapertura dei chiostri è un fatto dovuto agli studenti del Monastero – ci dice Giampiero Gobbi, rappresentante di Lingue –. I chiostri sono sempre stati il punto di riferimento per eccellenza del Monastero, i luoghi in cui concedersi una pausa tra una lezione e l’altra, o dove sedersi e in tranquillità studiare, leggere, rilassarsi, anche chiacchierare. Già nella fase di re-insediamento del preside Famoso avevamo fatto richiesta di maggiori spazi per gli studenti, facendo tra l’altro un esplicito riferimento alla riapertura dei due cortili. Personalmente credo che l’apertura sarà un modo per tutti gli studenti di dimostrare la loro sensibilità, attenzione e senso di civiltà perché queste bellissime strutture possano rimanere pulite e ben conservate. I chiostri inoltre potrebbero essere utilizzati anche per altre attività, al di fuori dei convegni già occasionalmente ospitati. Si potrebbe infatti concedere lo spazio per iniziative ideate dagli studenti (quando mi trovo a passare per i chiostri penso che potrebbero rappresentare un ambiente ideale per fare del teatro d’improvvisazione, ad esempio). Su un eventuale allestimento a mo’ di aule studio sono invece contrario. Meglio immaginarli e viverli come oasi di relax in mezzo al caos dei corridoi».
A Cristina Gagliano, consigliere di facoltà per Lettere, abbiamo chiesto un parere a proposito dell’iniziativa di sensibilizzazione promossa dal preside Iachello. «Nell’ultimo consiglio di facoltà dello scorso 21 gennaio – ci ha risposto – il Preside si è soffermato moltissimo sulla questione dei chiostri, approfondendo il dibattito a proposito della loro pulizia. Lui, essendo il primo responsabile dell’intera struttura, ha deciso di tenerli chiusi almeno momentaneamente. Questa, a mio modo di vedere, rappresenta già una sorta di sensibilizzazione, quasi si trattasse di un periodo di riflessione da parte di tutti, studenti e non, prima della riapertura delle strutture». La rappresentante ci dà inoltre la sua opinione su come i chiostri potrebbero essere utilizzati e valorizzati in un futuro non troppo lontano. «Mi piacerebbe che ci fossero altre panche e dei tavolini, un po’ come quelli di Villa Cerami a Giurisprudenza. Inoltre credo che le strutture potrebbero essere sfruttate soprattutto per ospitare delle mostre, magari innovative e alternative».
Michele Grasso, altro rappresentante degli studenti per la facoltà di Lingue, ha sempre vissuto questi luoghi «come una vera boccata d’aria fresca, un luogo da frequentare per staccare un po’ la spina, rilassarmi ed isolarmi dalle pressioni del mondo universitario. I chiostri mi hanno dato la possibilità di socializzare e di conoscere tanti amici, insomma hanno anche un valore sentimentale. Per quanto riguarda le misure per assicurare il loro corretto utilizzo suggerirei di continuare a mantenere un servizio di vigilanza e di diffondere una informativa, attraverso dei volantini, in cui si spiega la situazione a tutti gli studenti, che dovrebbero essere più rispettosi nei confronti di questi luoghi. Inoltre si potrebbe, perchè no, arrivare anche a multare gli studenti colti in atteggiamenti non corretti. So che tutto ciò può suonare esagerato, ma in alcuni casi potrebbe rivelarsi necessario. Oltretutto ritengo che inserire un sistema di video-sorveglianza gioverebbe molto alla causa. Si tratta di misure ormai adottate in molti luoghi pubblici (case dello studente, mense, luoghi storici) che rappresentano un ottimo deterrente nei confronti di atti di vandalismo».
Non tutti gli studenti, naturalmente, hanno idee precise su come si potrebbero far vivere i chiostri senza che si ripeta il degrado degli anni passati. Ma tutti concordano sul fatto che la riapertura dei chiostri sia importante per la vita quotidiana di facoltà. «Quando piove – ricorda Ciro, ex studente di Lettere – il piano terra straripa di ragazzi in cerca di riparo e di posti per studiare o anche solo per incontrare i colleghi. La riapertura dei cortili aumenterebbe un po’ lo spazio a disposizione perché questi permettono di stazionarvi anche in giornate piovose». Andrea, studente di Lettere, ne ricorda l’utilità durante gli appelli: «Sarebbero un’utile valvola di sfogo nei giorni degli esami, durante i quali i corridoi sono affollatissimi di gente seduta a terra un po’ ovunque, che ostacolano il passo agli altri studenti ed ai professori. Sicuramente riaprire i chiostri, con qualche altro sedile in più, sarebbe utile per evitare situazioni come questa». Ma certo, resta il problema di come tener puliti i due siti. «Bisogna prima sensibilizzare le persone per evitare di dover riaffrontare il problema a breve», sostiene Fabrizio, studente di Scienze biologiche. «Si potrebbe assegnare del personale di vigilanza per controllare la situazione», afferma Priscilla, studentessa di Lettere classiche. La riapertura, quando avverrà, sarà il banco di prova di molte buone intenzioni.