Centrodestra compatto sulla mozione di censura: “Nelli Scilabra si deve dimettere”

STAMATTINA, A PALERMO, A PALAZZO REALE, SEDE DEL PARLAMENTO SICILIANO, GLI ESPONENTI DI FORZA ITALIA, NUOVO CENTRODESTRA E PID-CANTIERE POPOLARE, NEL CORSO DI UNA CONFERENZA STAMPA, HANNO ILLUSTRATO – IN 19 PUNTI – IL PERCHE’ L’ASSESSORE ALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE DEVE ANDARE A CASA
(In calce il testo integrale della mozione)

Si presenta compatto il centrodestra alla conferenza stampa di stamane all’Ars.

Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia, Francesco Cascio e Nino D’Asero, rispettivamente, coordinatore regionale e capogruppo all’Ars del Nuovo centrodestra democratico, e Toto Cordaro, capogruppo di Grande Sud/Pid, toccano tutti i punti che hanno dato vita alla mozione di censura con invito alle dimissioni indirizzate all’assessore alla Istruzione e Formazione professionale, Nelli Scilabra.

“Abbiamo ritenuto che la mozione di censura venisse articolata per le tante ragioni che hanno portato al disfacimento nel mondo della Formazione professional”e.

Con queste parole Marco Falcone dà inizio alla conferenza stampa.

“Con la mozione di censura – prosegue il capogruppo all’Ars degli azzurri – abbiamo contestato ben 19 punti che costituiscono un vulnus che mette a serio rischio 8000 mila famiglie della Formazione professionale, a cominciare dalla mancata programmazione della terza annualità dell’avviso 20/2011”.

“Per proseguire con il mancato inizio del progetto Prometeo – aggiunge Falcone – che doveva collocare oltre 1400 persone che veniva da un più ampio bacino di oltre 2000 lavoratori, dipendenti di enti definazianti con revoca dell’accreditamento”.

“Come non parlare della mancata attivazione di tutti quegli adempimenti legati alla rendicontazione delle attività corsuali già ultimate – ricorda l’esponente forzista -. Ci troviamo di fronte – aggiunge – ad enti che hanno chiuso i corsi finanziati con le risorse del Piano regionale dell’offerta formativa (Prof) e quelle dell’Avviso 20/2011, ma che non hanno potuto chiudere le partite dare/avere con la perdita per ciascun anno di mancata rendicontazione del 20 per cento. Cifra sottratta agli enti con il conseguente mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori”.

“Ed è così che si arrivano a registrare pesantissimi ritardi nell’erogazione degli stipendi ai lavoratori del settore – precisa Falcone – con tempi che vanno dai 18 mesi ai 20 mesi e oltre, superando anche i due anni”.

“Nella Filiera dell’Obbligo formativo (Oif) la rendicontazione non viene fatta addirittura dal 2007 – riferisce il capogruppo degli azzurri al Parlamento siciliano. Attività che il Governo regionale ha affidato alla famosa assistenza tecnica per contrattualizzare decine di collaboratori. Con lo svuotamento del personale regionale presso il dipartimento Istruzione e Formazione professionale. Cosa, questa, che ha determinato lo stallo che oggi denunciamo”.

“Non è la sola sofferenza del comparto dell’Oif – sottolinea Falcone – perché le terze annualità non sono ancora state avviate con gli allievi fermi da un anno senza far nulla e le quarte annualità che alimentano l’incremento della dispersione scolastica, già a livelli di guardia nell’Isola. E questa è interruzione di pubblico servizio”.

“Allo sfascio della Formazione professionale già elencato – prosegue Falcone – possiamo aggiungere che non vengono fatti gli esami finali propedeutici al rilascio degli attestati agli allievi ed alla chiusura delle rendicontazioni”.

Altra questione affrontata da Falcone durante il suo intervento è quella degli extra budget, la cosiddetta integrazione al finanziamento, che ha contribuito a mettere in ginocchio molti enti e allungato il tempo di attesa dei lavoratori per le spettanze.

“Il Governo regionale ha recuperato le somme dagli enti formativi prelevandole dalle quote di finanziamento destinate agli enti. Soldi che avrebbero dovuto essere utilizzati dagli enti per pagare le retribuzioni ai propri dipendenti”.

“Su tale questione la Corte dei Conti è stata chiara – prosegue l’esponente berlusconiano – ed ha confermato il principio che se l’integrazione al finanziamento decretato è stata autorizzata prima della conclusione della attività formative, e quindi preventivamente, non costituisce danno erariale. La sentenza di ieri del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana che ha dato ragione all’ente di formazione Nuovo Cammino ne è un esempio”.

“Su tale questione il Governo regionale – puntualizza Falcone – dovrà chiarire cosa intende fare nei riguardi delle decine di milioni di euro recuperate dagli enti formativi alla luce della decisione della magistratura amministrativa”.

“Una nostra mozione, accolta nelle scorse settimane dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, per la costituzione di una commissione d’indagine e studio sulla formaizone professionale, mira a far luce anche su quanto accaduto in merito al recupero, da parte dell’Amministrazione regionale, dei soldi che si ritenevano extrabudget, a vari enti, creando un danno ai dipendenti che non percepiscono gli stipendi”.

“La mozione censura all’assessore Scilabra anche i disastri sulle politiche attive del lavoro – afferma Falcone – perché l’autorità di gestione del Fondo sociale europeo passa dall’assessorato all’Istruzione e Formazione professionale, con il dirigente generale al ramo che ne è il titolare. A nostro avviso – rimarca – anche questo è un elemento forte che vede il mondo della Formazione professionale bloccato con il Ciapi che non ha avviato dopo cinque mesi i lavoratori con ‘Prometeo’. Poi c’è la questione dei giovani siciliani che speravano nel ‘famoso’ Piano Giovani. Ragazzi penalizzati dalla gestione dei tirocini formativi”.

Francesco Cascio affronta il tema politico dell’iniziativa del centrodestra.

“La gestione delle politiche attive del lavoro è lo specchio dell’approssimativa azione del Governo Crocetta – dichiara il coordinatore del Ncd democratico siciliano -. Due anni che hanno messo in ginocchio non solo il settore della Formazione professionale, ma anche la sanità, le società partecipate, i rifiuti. La Scilabra è l’emblema del Governo grossolano ed approssimativo composto da persone di scarsa qualità”.

“Abbiamo criticato il Governo Lombardo, ma quello aveva almeno personalità di grande spessore – puntualizza Cascio -. Oggi parliamo di soggetti che, da un punto di vista professionale, sono di livello nettamente inferiore”.

“Cosa ci si poteva aspettare da un assessore alla Istruzione e Formazione professionale fuori corso? – si è chiesto il coordinatore del Nuovo centrodestra in Sicilia -. Il colmo è stato quello di nominare assessore, in uno dei rami più complessi e difficili dell’Amministrazione regionale, una studentessa iscritta fuori corso in Giurisprudenza. È come se passasse il messaggio all’esterno che per i cervelli in fuga c’è, paradossalmente, l’opportunità di un posto da assessore al Governo Crocetta”.

È fortemente critico l’ex presidente dell’Ars nei confronti del giovane assessore.

“La Scilabra avrebbe dovuto difendersi di fronte alla dottoressa Anna Rosa Corsello lo scorso 26 agosto in commissione Cultura e Lavoro dell’Ars e non il 3 settembre – riferisce Cascio -. L’assessore sapeva dell’audizione da almeno otto giorni – precisa – ed avrebbe potuto preparare una difesa in contraddittorio ed invece si è presa tutto il tempo che le serviva, attendendo che la Corsello non fosse più nulla. Su questa vicenda oramai abbiamo detto tutto, la magistratura farà il suo corso”.

“Noi del Nuovo centrodestra insieme ai colleghi di Forza Italia abbiamo da subito sposato l’iniziativa politica della censura all’assessore Scilabra – aggiunge l’ex presidente dell’Ars -. Partiamo da una base parlamentare di 33 o 34 deputati, compresi i grillini, facendo confluire il voto su un’unica mozione”.

“Lancio un appello ai parlamentari della maggioranza – afferma Cascio – per utilizzare lo strumento della mozione al fine di dare seguito concreto alle dichiarazioni che molti deputati come Filippo Panarello, Marcello Greco, Mariella Maggio e Giovanni Panepinto hanno rilasciato nelle due audizioni della Commissione Lavoro, chiedendo a chiare lettere e formalmente a Crocetta di ritirare l’assessore Scilabra”.

Toto Cordaro rimarca il principio della responsabilità politica calpestata dall’assessore Scilabra e dal presidente Crocetta.

“In altri tempi – dichiara Cordaro – per molto meno l’assessore sarebbe stato cacciato a furor di popolo. La Scilabra rimane al suo posto, invece, con atteggiamenti di sfida nei confronti del Parlamento. Attendiamo la Conferenza due capigruppo per inserire la mozione di censura all’ordine del giorno prima possibile”.

“Ricordo che la differenza tra Crocetta eletto e Musumeci – dice ancora il capogruppo all’Ars di Grande Sud-Pid – l’ha fatta la provincia di Messina con il voto di Francantonio Genovese che è stato determinante. Che Crocetta abbia deciso, a un certo punto, di fare ammenda di quel voto, che aveva qualcosa di cui pentirsi, beh, è un suo problema. Quello che non ci piace del governatore siciliano è di aver formato la Giunta con persone perbene, ma incapaci. Credo che sia peggiorata la situazione dopo l’ultimo rimpasto. Aver privato il governo della Sicilia da uomini come Bianchi e Cartabellotta sostituendoli con personaggi che non hanno saputo illustrare in Aula gli emendamenti a propria firma, ebbene, tutto questo è la dimostrazione dell’incapacità dell’attuale compagine governativa”.

“Il tema che la mozione vuol sviscerare è anche quello del principio di responsabilità politica degli atti – incalza Cordaro -. Non è ricevibile lo scaricabarile a cui abbiamo assistito con l’assessore Scilabra che declina ogni responsabilità e con il presidente che la difende. La responsabilità politica degli atti c’è e non può essere messa in discussione, perché finisce per mettere in ridicolo chi lo dice (Scilabra) e chi la sostiene (Crocetta). Chiedo che si ripristinino le regole politiche che impongono un passo indietro dell’assessore dalla gestione della formazione professionale”.

Nino D’Asero rimarca l’interesse del centrodestra al perseguimento del bene comune in una Sicilia la cui realtà socio economica è a forte rischio.

“Al di sopra degli interessi di parte della politica e del centrodestra – dichiara D’Asero – c’è l’interesse della Sicilia e serve una grande mobilitazione, come senso del servire e del bene comune”.

“Con la censura dell’assessore Scilabra, che denuncia una grave situazione politica e istituzionali in cui ci troviamo – dice ancora il capogruppo del Ncd democratico all’Ars – parte la richiesta del centrodestra di un cambio di passo complessivo del Governo Crocetta. Non è più possibile non prendere atto di questo stato di cose. Ci aspettiamo un segnale forte dal governatore che in questo momento nei sondaggi è dato al penultimo posto tra il gradimento della gente”.

“C’è una presa di coscienza dei cittadini siciliani – racconta D’Asero – che vedono negativa la gestione della cosa pubblica, perché le risposte non arrivano su temi importanti come il lavoro e l’occupazione dei giovani, attraverso gli strumenti come il tirocinio. Ed è da qui che occorre partire col cambio di passo – rilancia – ed interessare anche gli altri settori, come il piano del turismo, l’agricoltura, il microcredito, la burocrazia, dando un impulso diverso la programmazione dei fondi comunitari”.

“Ove non vi fossero segnali chiari entro il 30 settembre sui fondi extra regionali potrebbe arrivare il commissariamento”, conclude D’Asero.

L’atto è stato sottoscritto anche dal capo gruppo della Lista Musumeci all’Ars, Santi Formica, presente alla conferenza stampa.

Di seguito pubblichiamo il contenuto dell’atto di censura del centrodestra.

XVI LEGISLATURA ARS

MOZIONE DI CENSURA ALL’ASSESSORE REGIONALE ALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE E PUBBLICA ISTRUZIONE.

L’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

Premesso che :

la crisi che negli ultimi anni sta attraversando la Sicilia manifesta giorno dopo giorno sempre più la sua drammaticità, ponendo a dura prova soprattutto i giovani che rimangono depauperati di speranza e di prospettiva;

per tentare di fronteggiare, ancorché in parte, tale difficile situazione, nella primavera del 2012 viene previsto per la Sicilia il Piano di Azione e Coesione, frutto di un accordo tra il Governo centrale e quello regionale, per l’utilizzo delle risorse liberate dalla minore partecipazione al cofinanziamento della spesa comunitaria;

con il P.A.C. veniva stanziata la somma di € 452 mln per la difesa e il sostegno dell’occupazione giovanile, con una specifica misura definita “Piano Giovani”;

in quasi tutte le altre regioni d’Italia questo strumento è già stato attivato da diverso tempo, in alcune è persino in fase di dirittura d’arrivo, invece, in Sicilia solo da qualche mese sono stati avviati le prime fasi operative;

Considerato che :

il Piano Giovani incarna l’idea di stimolare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, quindi da un lato chi è alla ricerca di occupazione e dall’altro chi (aziende, professionisti, ecc.) vuole o ha la necessità di assumere;

meritocrazia, trasparenza e linearità del procedimento erano i principi su cui il Piano Giovani doveva basarsi; era la meritocrazia delle giovani generazioni, a cui si doveva dare una prospettiva occupazionale, la trasparenza degli atti durante il procedimento amministrativo, nonché un trattamento paritario e uguale per tutti coloro che si relazionassero con la pubblica amministrazione;

purtroppo a distanza di appena qualche mese dal detto avvio operativo del procedimento si è potuto constatare come i suddetti principi siano stati assolutamente disattesi e mortificati;

piuttosto che far poggiare l’incrocio tra domanda di lavoro e offerta sui curricula dei giovani e, quindi, sulle loro attitudini e capacità pratiche, si è voluto privilegiare un sistema a sportello, assegnando i primi mille e seicento posti di tirocini formativi tramite un accreditamento telematico;

ciò ha comportato che venissero privilegiati coloro che avessero maggiore capacità nel campo informatico o maggiore fortuna nella tempistica delle operazioni di accreditamento, rispetto a quei giovani che, a prescindere dai loro curricula, in assenza di strumenti e abilità telematiche o fortuna negli accessi al sistema, sono risultati esclusi;

il governo regionale e l’assessore che avevano stabilito tale metodo di selezione rispetto a quello dell’effettiva meritocrazia, decidevano, così, di fissare un altro giorno, il 5 agosto u.s., per indire un ulteriore avviso, utilizzando il medesimo sistema dell’accreditamento “a sportello”, per assegnare ulteriori 800 tirocini formativi;

stavolta il sistema di accesso, probabilmente per il sovraccarico, andava in tilt, bloccandosi quasi immediatamente, sterilizzando, di fatto, la nuova selezione, con la conseguente delusione per migliaia di giovani siciliani.

Preso atto che :

sotto il profilo della linearità delle procedure il Piano Giovani evidenzia chiare incongruenze, prima tra tutte le assegnazioni di servizi tramite il ricorso agli affidamenti diretti, effettuati prima dalla Direzione Generale alle società Italia Lavoro e ETT, poi all’indomani del disastro del click day (5 agosto u.s.), su proposta dello stesso Assessore, dalla Giunta di Governo;

questo modo di procedere, nel merito, sottrae risorse alle stesse finalità per cui il Piano Giovani era stato concepito, mentre nel metodo, determina un aggiramento della norma, in quanto avvantaggia soggetti e strutture esterne alla Pubblica Amministrazione, con la conseguente mortificazione della stessa burocrazia regionale;

va sottolineato, tra l’altro, che il ricorso alle società esterne spegne ogni speranza agli ex sportellisti, la maggioranza dei quali sono orientatori, quindi titolati alla funzione de quo;

Tenuto conto che:

dinanzi al polverone di contestazioni e di polemiche sollevate il dirigente generale Anna Rosa Corsello risolveva il contratto di ETT e revocava l’approvazione del progetto esecutivo di Italia Lavoro;

diversamente, malgrado le varie proteste e, nel frattempo, l’accensione dei riflettori da parte della magistratura ordinaria (Procura della Repubblica di Palermo) e contabile (Corte dei Conti) nessun atto consequenziale è arrivato dalla Giunta di Governo che, ad oggi, mantiene in essere le varie assegnazioni, dribblando, così, la regolare procedura di evidenza pubblica.

Ritenuto che:

altra grave contestazione va ravvisata nell’utilizzo improprio del piano di comunicazione, ovvero, sulla priorità 9 dello stesso Piano Giovani, per il quale a fronte di una previsione di spesa di 1,51 mln di euro, è stata formalizzata una short list di ben 94 “esperti in comunicazione”, volgarmente definiti “esperti di facebook”, a cui assegnare le dette risorse;

va sottolineato che il bando che inizialmente prevedeva il reclutamento di appena 18 operatori, emanato sotto la scorsa campagna elettorale, doveva essere bloccato, a seguito di un ordine del giorno votato all’unanimità dall’Aula, in quanto si prestava a strumentalizzazioni dal sapore clientelare, ma malgrado l’atto di forte indirizzo politico, l’Assessore, in assoluto dispregio del Parlamento Siciliano, procedeva comunque.

Viste anche:

le dichiarazioni, rese dall’Assessore in Commissione Lavoro in data 26 agosto u.s., su un’ipotetica mancata conoscenza degli atti, collidono con la realtà che emerge dal carteggio prodotto e, in particolare modo, dalla stessa deliberazione di giunta n. 223 del 6 agosto 2014 che evidenzia, in maniera inconfutabile, la volontà politica di procedere nella direzione teste descritta piuttosto che su altre. Pertanto appare chiara la malafede dello stesso organo politico.

Considerato, inoltre, che:

l’odierna mozione non riguarda esclusivamente il fallimento del Piano Giovani, ma scaturisce, più in generale, dalla devastante gestione dell’intero comparto della Istruzione e della Formazione professionale siciliana che può essere così riassunta:

– mancata programmazione della terza annualità dell’Avviso 20/2011 per l’anno formativo 2014/2015, per la quale si è comunque affermato che verrà applicato un parametro di gran lunga inferiore rispetto a quello adottato dal citato Avviso e soprattutto difforme da quello medio della Youth Garantee, adottato dal Governo nazionale e dalle altre Regioni; il parametro che vorrebbe applicare l’Assessorato rischia di generare ulteriori gravose ricadute sulla occupazione degli addetti del settore, per effetto del dimezzamento del finanziamento totale rispetto al primo anno;

– di conseguenza, il definitivo mancato ricollocamento dei dipendenti, circa 2300, dei numerosissimi enti a cui, per irregolarità, è stato revocato l’accreditamento;

– mancato inizio del progetto “Prometeo” col CIAPI di Priolo per occupare, ancorché per sei mesi, circa 1400 unità dei detti enti definanziati;

– mancata rendicontazione del PROF per gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 con la conseguenza che, per ciascuna di queste corsualità, gli enti non hanno potuto percepire il saldo del 20%, ritrovandosi, così, in grande sofferenza finanziaria rispetto alle necessità stipendiali dei loro dipendenti;

– ritardo nell’espletamento degli esami finali che ha impedito la rendicontazione da parte degli stessi enti di formazione;

– incapacità di definire i pregressi rapporti giuridici, almeno quelli che hanno visto l’espletamento di oltre il 50% delle attività corsuali, tra gli enti a cui è stato revocato l’accreditamento e l’amministrazione regionale, con la conseguenza che vi sono almeno 2000 dipendenti che nei confronti degli enti definanziati vantano dalle 12 alle 18 mensilità arretrate, oltre al mancato versamento del tfr;

– nell’IeFP (c.d. Obbligo Istruzione e Formazione), la mancata conclusione delle rendicontazioni, svolte dalle assistenze tecniche in assenza di un contradditorio con le Istituzioni formative, risale addirittura all’anno formativo 2007/2008, nonchè alle successive annualità; ciò impedisce per gli enti lo svincolo delle polizze fideiussorie e comporta dolorosissime ricadute finanziarie, a causa della mancata erogazione del saldo del 20%, per ciascun anno;

– mancato svincolo delle polizze fideiussorie acui gli enti sono obbligati

– mancato inizio delle attività corsuali dei terzi anni dell’IeFP, relativo allo anno scolastico 2013/2014;

– mancata pubblicazione del bando per i quarti anni dell’IeFP;

– mancato finanziamento degli stage e laboratori per i ragazzi provenienti dalla dispersione scolastica e iscritti ai primi e secondi anni;

– mancata erogazione, sia nell’Avviso 20, sia nell’Avviso 19, che nei primi e secondi anni dell’IeFP, dei relativi acconti per le attività corsuali concluse ed in essere, con la conseguenza che circa 1000 dipendenti non percepiscono lo stipendio da oltre 20 mesi, mentre altri 1000 da circa 12 mesi;

– mancato avvio dell’avviso 18/2011, relativo ai corsi OSS (Operatore socio-sanitario), sebbene già finanziati dal 2012;

– mancata definizione ed erogazione dei saldi dell’Avviso 6/2010, relativo agli antichi mestieri, malgrado i progetti siano stati conclusi già nel 2012;

– mancato rispetto delle tempistiche e mancata adozione, per il secondo anno formativo 2013/2014 dell’Avviso 20, di adeguate procedure di certificazione della spesa e di monitoraggio della qualità della formazione erogata, con gravi rischi sul riconoscimento delle somme erogate da parte delle Autorità preposte;

– assenza, a tutt’oggi, al di là dei proclami, di una vera proposta di riforma della formazione professionale in Sicilia che metta ordine al settore, con la garanzia dei livelli occupazionali;

– emanazione dell’Albo degli Operatori del settore che, in difformità con quanto previsto dalla L.R. n.24 del 1976, introducendo, per via amministrativa, piuttosto che con norma, uno sbarramento temporale al 31.12.2008, rischia di produrre una serie di contenziosi;

– depauperamento e grave carenza di personale dipendente della Regione sia nei due Servizi Programmazione che soprattutto in quelli di Gestione e Monitoraggio/Rendicontazione del Dipartimento, specie in quelli dedicati all’IeFP, con i consequenziali rallentamenti e le inevitabili inadempienze amministrative;

– di contro, affidamento di interi servizi, dall’Accreditamento alla Rendicontazione, passando per i Sistemi Informativi (Caronte e Faros, spesso e anche recentemente in blackout) ad una decina di società esterne che si occupano di Assistenza Tecnica.

Atteso, tra l’altro, che:

vi sono, inoltre, ben 1753 soggetti, impegnati in progetti di orientamento al lavoro (ex sportellisti) che, per quanto appartenenti al dipartimento lavoro, sono comunque tutti provenienti dal bacino della formazione professionale e, specificatamente, dagli enti di formazione; per questi soggetti non solo non è stato ancora riconosciuto un percorso di garanzia occupazionale, ma non si è nemmeno costruita una strategia di concreta prospettiva.

Per quanto sopra, in considerazione, inoltre, dell’unanime disapprovazione del mondo sindacale, nonché di quello datoriale,

ESPRIME CENSURA NEI CONFRONTI DELL’ASSESSORE REGIONALE ALLA FORMAZIONE PROFESSIONALE E PUBBLICA ISTRUZIONE

per avere disatteso, mortificandole, le aspettative e speranze di tanti giovani siciliani, nonché per avere ridotto al collasso l’intero settore della Istruzione e formazione professionale e precluso, per di più, ogni strategia di politiche del lavoro legate alla formazione dei giovani.

SI CHIEDE

un conseguente atto di responsabilità che porti l’Assessore alla Istruzione e Formazione Professionale a rassegnare le proprie dimissioni.

Palermo, lì 03 Settembre 2014.

 

 

 

 

 

FALCONE, D’ASERO, CASCIO, CORDARO, FORMICA, FIGUCCIA, ASSENZA, PAPALE, MILAZZO, SAVONA, CLEMENTE, GRASSO, LO SCIUTO, ALONGI, FONTANA, VINCIULLO, GERMANA’


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