Come l'anno scorso, anche quest'anno si è ripetuto l'appuntamento sportivo organizzato dal centro che da quasi 15 anni si occupa di dare servizi agli immigrati in città: una partita di calcio tra gli stranieri e chi offre loro assistenza e consulenza. Un momento di sano agonismo e divertimento a cui hanno partecipato giovani della Costa D'Avorio, Mali, Ghana e Nigeria. E qualcuno ha giocato nonostante il digiuno del Ramadan. Guarda le foto
Centro Astalli, sfida tra volontari e immigrati «Lo sport per una buona integrazione»
«Implementare l’integrazione può permettere ai ragazzi che noi assistiamo di restare qui non solo per ricevere i documenti di asilo e nel migliore dei casi per trovare un lavoro, ma anche per intessere una rete di rapporti sociali. E lo sport, per i suoi principi di solidarietà e di rispetto reciproco, è uno strumento e un primo passo verso una buona integrazione». Dopo questa dichiarazione a bordo campo l’avvocato del Centro Astalli di Catania, Riccardo Campochiaro, ha indossato calzoncini e scarpette per partecipare alla partita di calcio tra i volontari del centro, che da quasi 15 anni si occupa di assistenza agli immigrati, e i suoi assistiti.
Sul campo di calcetto del Tennis club Umberto, messo a disposizione gratuitamente dai proprietari per l’occasione, si sono scontrate due squadre miste di sette e otto giocatori che hanno portato a casa un pareggio con venti gol in sessanta minuti. Un risultato spettacolare, dovuto più che alla bravura dei giocatori in campo alla scarsa preparazione atletica, soprattutto dei volontari del Centro Astalli. Ma il vero spettacolo a cui hanno assistito le circa trenta persone tra il pubblico – volontari e soci, amici e altri immigrati – è stato dato dallo spirito di sano agonismo e dall’atmosfera di divertimento che si respirava in campo.
Tra i giocatori stranieri c’erano giovani della Costa D’Avorio, Mali, Nigeria e Ghana. Alcuni hanno partecipato nonostante il Ramadan per il gusto di giocare anche senza poter correre troppo per via del digiuno. In squadra anche un ragazzo romeno che con i suoi compagni non condivide i problemi che spesso scaturiscono dall’essere extracomunitari ma quelli della difficoltà di integrazione nel tessuto sociale della città. Difficoltà che per un pomeriggio sono state dimenticate.
[Foto di Marilina Ferrara]