Il pari con la Ternana conferma pregi e difetti di questo momento della stagione rossazzurra. Bene la cerniera difensiva e un Biondi tornato protagonista. Sulle spalle di Mazzarani pesa l'errore dagli undici metri: un episodio che avrebbe potuto cambiare la gara
Catania-Ternana 0-0, ecco chi sale e chi scende Mazzarani, errore decisivo: Biondi uomo ovunque
Quarta partita consecutiva con la porta inviolata e, al tempo stesso, settima gara di fila senza festeggiare un gol su azione. La partita tra Catania e Ternana evidenzia quella che ormai è una caratteristica della squadra forgiata da Cristiano Lucarelli: solidità difensiva straordinaria, evidenziata dalla grande sicurezza della cerniera difensiva composta da Mbende e Silvestri e da un Pinto in formato super. Dall’altra parte, però, manca precisione negli ultimi venti metri: Beleck non è ancora ben inserito, mentre Di Molfetta e Mazzarani girano a vuoto. Ecco i top e flop di giornata.
Top
Kevin Biondi – Il numero 21 della squadra rossazzurra sfodera una prestazione d’autore, superando in maniera brillante un periodo non troppo felice. Il catanese classe ’99 parte a sinistra nella batteria di mezze-punte schierata da Lucarelli a supporto di Beleck: il suo moto perpetuo, però, lo porta a svariare praticamente su tutta la trequarti, con ottimi risultati. Il ragazzo cresciuto nelle giovanili etnee prima pizzica Iannarilli dalla distanza, poi lancia Pinto in area, atterrato in occasione del rigore. Splendido in accelerazione e sempre lucido nella lettura delle azioni, Biondi tambureggia senza sosta fino al minuto 80, quando viene sostituito da Manneh. Uomo ovunque.
Top
Tommaso Silvestri – In una coppia difensiva che gode ormai dei crismi dell’imbattibilità, stavolta è Silvestri a meritare la palma di migliore in campo su Mbende. Mentre la prova del tedesco-camerunese non è esente da qualche piccola sbavatura, quella dell’ex centrale del Trapani è semplicemente impeccabile. Splendido e autoritario su ogni pallone vagante in area, Silvestri è impeccabile anche palla a terra, anticipando puntualmente gli attaccanti avversari. Emblematica la splendida lettura su un angolo battuto da Palumbo che lo porta ad anticipare Partipilo, pronto a correggere di testa in rete la più facile delle palle. Un monumento.
Top
Giovanni Pinto – Momento di forma in crescendo anche per l’esterno difensivo campano. Il terzino sinistro sfodera una prova di grande autorità e sostanza, facendosi preferire rispetto a Luca Calapai, guardiano della fascia opposta. Autoritario in fase difensiva, Pinto è molto bravo anche a proporsi, sia scivolando con abilità lungolinea, che convergendo verso il centro del campo per offrire più alternative ai colleghi del reparto offensivo. E’ lui a provocare il rigore poi sciupato da Mazzarani. Un’azione che avrebbe meritato miglior sorte.
Flop
Andrea Mazzarani – Sulla prova del numero 32 pesa, come un macigno, l’errore dal dischetto arrivato alla mezz’ora di gioco. L’arbitro aveva indicato il dischetto in seguito all’atterramento di Parodi ai danni di Pinto. Il trequartista etneo, a differenza della gara con la Cavese, tira in maniera angolata ma poco potente, permettendo a Iannarilli di distendersi e deviare la palla in angolo. L’ex calciatore della Salernitana non si riprende più dall’errore, sparendo di fatto dalla partita. Non è un caso che sia stato lui il primo ad essere sostituito da Lucarelli.
Flop
Davide Di Molfetta – Prova negativa per il ragazzo scuola Milan. Lucarelli lo inserisce dal primo minuto facendolo partire a destra, per poi spostarlo a sinistra quando si rende conto che il suo apporto alla gara non è sufficiente. Il numero 8 si sbatte e lotta, ma non riesce a dare qualità alle sue giocate. Tanti, troppi appoggi errati e qualche accenno di nervosismo che gli costa un giallo già nel corso della prima frazione. Nella ripresa lo sostituisce Capanni che, per lo meno, riesce a dare maggior profondità all’azione offensiva della squadra.
Flop
Steve Beleck – L’impegno del nuovo arrivato al centro dell’attacco non può essere discusso ed è encomiabile. Sgomitare e sudare, però, non basta per sfangare la sufficienza. Da un attaccante, infatti, ci si attenderebbero sponde per i compagni, colpi di testa, conclusioni da dentro e fuori area. Beleck non fa praticamente nulla di tutto questo: a sua discolpa va sicuramente evidenziata una condizione che non può essere ancora perfetta e un inserimento nei meccanismi di squadra ancora da oliare. Per tornare a festeggiare un gol su azione, però, serve molto di più.