Catania, salta una prova d’accesso al Tfa I candidati faranno causa all’Università

La prova di accesso al Tirocinio formativo attivo – Tfa – abilitante all’insegnamento per la classe A058 fissata per lo scorso sei luglio non si è svolta. Tutta colpa della commissione che non arriva e così per la seconda volta, a Catania non si svolge la prova di un concorso pubblico. L’abilitazione per l’insegnamento di scienze e meccanica agraria, tecniche di gestione aziendale, fitopatologia ed entomologia agraria doveva svolgersi alle 15.30 nella sede dell’ex facoltà di Giurisprudenza in contemporanea con le altre sedi universitarie italiane secondo il calendario fissato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Ma così non è stato. Non è chiaro perché e dall’Università non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale. «Una grande schifezza», la definisce Pasquale, uno dei settanta candidati che non ha potuto svolgere la prova.

«Abbiamo svolto regolarmente la procedura di identificazione a partire dalle 14 – racconta – ma fino alle 15.30 non si è fatto vedere nessuno». L’ora dell’inizio della prova arriva, ma non la commissione e quello che doveva essere un pomeriggio d’esame si è trasformato in tutt’altro. «Alcuni membri sono arrivati nel corso del pomeriggio alla spicciolata, c’era anche qualche supplente», dice Pasquale. Rimane il fatto che mai si è insediata, e le buste con i test non sono mai state aperte. «Ad un certo punto è arrivato il responsabile del procedimento, il signor Mattina, che ci ha detto che la commissione sarebbe arrivata in mezz’ora, ma la cosa non ci ha convinti per niente», racconta ancora. Gli aspiranti insegnanti si sono resi subito conto della incongruità della situazione. Nelle altre sedi italiane, infatti, la prova era già iniziata e senza la contemporaneità del test sarebbe stato comunque invalidato. «Sapevamo già che era inutile farlo e chiedevamo conto e ragione». Volevano capire cosa stesse accadendo: perché la commissione non era presente? Non sapevano della loro nomina come membri della commissione per la classe A058?

La situazione non evolve. Le due classi che erano state create per favorire le svolgimento dell’esame si riuniscono e decidono di chiamare i carabinieri. A questo punto, alcuni membri della commissione sono arrivati e «ci hanno chiesto se volevamo fare comunque il test, ma erano almeno le 17», continua Pasquale. Dopo tante ore di attesa inutile e snervante, con la conciliazione dei carabinieri, si è deciso di stilare due verbali. Uno condiviso dei partecipanti e uno della commissione. Sono circa le sette di sera quando gli ormai ex candidati lasciano la sede di Giurisprudenza. Non solo non hanno firmato l’uscita, ma promettono di chiamare in causa un avvocato. «Siamo molto arrabbiati per questo ci stiamo organizzando per fare causa all’Ateneo». Quello fatto dall’Università etnea in effetti sembra essere un grosso pasticcio. L’abilitazione è a numero programmato e non solo non sono stati selezionati i candidati per i dieci posti disponibili di quest’anno, ma si dovrà aspettare settembre per le prossime prove nazionali. «Non ci tocca che vedere cosa accadrà», dice Pasquale che non nasconde la sua disillusione. «Con quale spirito ci dovremo rimettere nelle mani dell’Università?», conclude.


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