La sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura è riunita in camera di consiglio per decidere oggi in merito al procedimento disciplinare che riguarda l'ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo
Caso Saguto, il Csm decide su rimozione Cassazione: «Vuole sottrarsi al giudizio»
«Sta tentando di sottrarsi al giudizio». Il sostituto procuratore generale della Cassazione Mario Fresa sbotta all’ennesima assenza di Silvana Saguto, l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo sotto processo a Caltanissetta per la gestione dei beni confiscati alla mafia e per l’affidamento degli incarichi agli amministratori giudiziari. Oggi Saguto sarà pure valutata in merito al procedimento disciplinare di fronte al Consiglio superiore della magistratura.
La sezione disciplinare del Csm, ritenendo che il legittimo impedimento non sussista, ha respinto la richiesta di rinvio dell’udienza presentata da Silvana Saguto, che nel corso dei mesi ha presentato più volte certificati medici in concomitanza con le udienze e non ha aderito alla possibilità di utilizzare una videoconferenza per rendere spontanea testimonianza. Per lei Fresa ha chiesto il massimo della pena.
Oggi poi di fronte alla sezione disciplinare sono comparsi anche gli altri magistrati coinvolti, a vario titolo, nella vicenda che ha toccato Silvana Saguto: Guglielmo Muntoni, presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma, Fabio Licata, prima a Palermo e oggi al tribunale di Patti, Lorenzo Chiaramonte, che è stato trasferito a Marsala, e il giudice Tommaso Virga. Tutti si sono difesi dalle incolpazioni. Diverse le sanzioni richieste per loro. Per Muntoni è stata chiesta la censura, per Licata la sospensione per sei mesi, per Chiaramonte sei mesi di perdita dell’anzianità, per Virga un anno e sei mesi di perdita dell’anzianità. La sezione disciplinare del Csm è riunita in camera di consiglio per le decisioni.