Il consigliere comunale, anche lui annoverato tra i giovani amministratori locali di Forza Italia, non fa sue le dichiarazioni polemiche del deputato regionale. «Bisogna restare uniti e non muovere inutili anatemi per un po' di notorietà»
Caso Figuccia, Mineo passa al contrattacco «Non c’è nessuna rivolta nel nostro partito»
Tutto tranquillo tra i giovani di Forza Italia. Almeno a Palermo. La pensa così Andrea Mineo, consigliere comunale del capoluogo di regione, che in Sala delle Lapidi occupa i banchi del gruppo abbandonato già dopo la prima seduta da Sabrina Figuccia. Azione che era solo il preludio per l’invettiva del fratello deputato regionale, Vincenzo, che si è fatto capitano dei malumori in ambiente forzista dell’intera famiglia, in particolare nei confronti del luogotenente di Silvio Berlusconi in Sicilia, Gianfranco Micciché, impegnato nel delineare le strategie di partito per le prossime Regionali.
«Non mi risulta che al momento ci siano delle rivolte o scontri generazionali all’interno del nostro partito – dice Mineo – Affermo ciò con grande serenità e mi sento di rappresentare le decine di giovani amministratori locali eletti o rieletti con Forza Italia, i quali riconoscono la leadership e l’infaticabile lavoro profuso negli ultimi due anni dal commissario Micciché, volto a rivitalizzare il nostro partito».
«Appare troppo facile – continua il consigliere – muovere delle critiche al lavoro che tutti noi abbiamo fatto per le amministrative di Palermo, da parte di chi, famiglia Figuccia in primis, non ha mosso un dito per la costruzione delle liste nel capoluogo, approfittando invece della preferenza di genere e preferendo siglare svariate comode intese con i candidati di sesso maschile. Se si hanno davvero a cuore le sorti del nostro partito bisogna lavorare affinché si resti uniti, e non muovere inutili anatemi volti semmai a conquistare un po di notorietà».