Dopo il confronto con i vertici di Amap, Amat e Amg, anche oggi la seduta è stata dedicata alle relazioni dei presidenti delle partecipate, con l’eccezione della Rap che, decaduto il consiglio di amministrazione, è stata rappresentata dal presidente del collegio dei sindaci Sergio Vizzini
Bilancio di previsione, fari puntati su partecipate Timori su Reset: a rischio l’aumento del budget
Proseguono i lavori in Consiglio comunale per l’approvazione del bilancio di previsione 2017. Dopo il confronto con i vertici di Amap, Amat e Amg, anche oggi la seduta è stata dedicata alle relazioni dei presidenti delle partecipate, con l’eccezione della Rap che, decaduto il consiglio di amministrazione, è stata rappresentata dal presidente del collegio dei sindaci Sergio Vizzini, che però si è limitato a mere considerazioni tecniche senza fare un bilancio delle attività aziendali.
Presenti il numero uno della Sispi Francesco Randazzo e della Reset Antonio Perniciario oltre agli assessori alle Partecipate Iolanda Riolo, all’Ambiente Sergio Marino e al Bilancio Antonino Gentile. Alla seduta hanno assistito a lungo alcuni dipendenti delle aziende. Nella sua relazione Perniciario ha ammesso le difficoltà finanziarie della consortile. Secondo l’intesa raggiunta nel 2014 da sindacati e amministrazione Orlando, in parte rivista dal contratto di servizio approvato a marzo dal vecchio Consiglio, il budget dell’azienda doveva aumentare progressivamente passando dai 29 milioni di euro strutturali del 2015 ai 32 del 2016, poi 35 del 2017 e 38 del 2018, con un contestuale aumento di ore lavorative settimanali da 30 (2015) a 32 (2016), 34 (2017) e 36 (2018). Le cose però non sono andate così: attualmente il budget della Reset è bloccato intorno ai 31 milioni e mezzo per 32 ore di lavoro settimanali, un monte che comunque viene regolarmente sforato.
La maggioranza sta lavorando ad un emendamento per garantire un incremento quanto meno fino a 33 milioni, cifra comunque inferiore di ben 2 milioni a quella prevista dall’intesa con le parti sociali. I sindacati sono già sul piede di guerra: ieri Uiltucs, Filcams, Fisascat, Cisal, Asia e Alba hanno ricordato, appunto, che «l’amministrazione comunale non ha rispettato l’accordo sottoscritto nel 2014 che prevedeva l’incremento dei servizi a 35 milioni nel 2017 e 38 nel 2018 in modo strutturale. I mancati introiti espongono la società a un rischio potenziale di mancati ricavi e determinando conseguentemente uno squilibrio sul conto economico aziendale». E stamattina alcuni operai hanno incrociato le braccia sospendendo le tumulazioni al cimitero dei Rotoli.
In questa vicenda a fare da parafulmine potrebbe essere lo stesso Perniciaro – che in questi anni si è guadagnato stima e riconoscimento – perchè il Comune ha firmato l’accordo ma da un punto di vista tecnico-amministrativo il datore di lavoro è il presidente, che in aula avverte: oltre a questi fondi strutturali «mancano anche alcuni interventi straordinari del Patto per il Sud per circa 3 milioni che non sono stati ancora attivati per una serie di lungaggini tecnico-amministrative, cosa che ha causato una serie di negatività nel nostro bilancio perchè ci sono meno ricavi. Grazie ad una riduzione di costi per circa 2,5 milioni dovremmo riuscire a chiudere il bilancio in pareggio ma voglio sottolineare che nei primi due anni abbiamo chiuso i bilanci con un piccolo utile di esercizio».
Senza risorse sufficienti i lavoratori Reset perderanno ore di lavoro e l’azienda dovrà rinunciare ad alcuni servizi: la società si occupa di verde anomalo, pulizia, custodia, canile e cimiteri. Il sindaco Leoluca Orlando vorrebbe coinvolgerla nel piano di rientro dall’emergenza rifiuti ma è una partita ancora tutta da decidere. «Nel corso del 2017 – ricorda ancora Perniciario – abbiamo incassato 2,8 milioni di euro da Amat, Amap e Rap per una serie di servizi quali la pulizia del verde, dei tram e dei sottopassi. Inoltre quest’anno abbiamo alzato l’asticella con alcuni contratti in house come la manutenzione degli edifici confiscati alla mafia e la riqualificazione degli spazi esterni di 25 asili nido comunali, un progetto da 600mila euro». Tutti fondi non strutturali e che dunque non possono essere utilizzati per l’aumento delle ore lavorative.
Da segnalare l’intervento di Francesco Paolo Scarpinato che, rimasto fuori dal gioco delle nomine nella maggioranza, parla quasi da esponente dell’opposizione: «Le relazioni dei presidenti sono state scarne, ci aspettavamo qualche risposta in più. Spero che questo bilancio sia l’occasione per rispondere ad alcuni dei periodici rilievi della Corte dei Conti, come quello sulla piattaforma informatica che dovrebbe raccogliere tutte le informazioni economico-finanziarie delle partecipate. Per non parlare dei rifiuti: i cittadini si meritano servizi migliori rispetto a quello che vediamo in giro per le strade. Questo dibattito sul bilancio di previsione non è iniziato sotto i migliori auspici».
Domani alle 15 via al dibattito in aula alla presenza dell’intera giunta comunale. Tra giovedì e la notte (come da tradizione) di venerdì arriverà il voto finale, visto che il termine ultimo per evitare il commissariamento è fissato a sabato 7 ottobre.
«I contratti di servizio di Rap e Reset devono essere adeguati e l’intenzione del sindaco è quella di modificarli – annuncia nel suo intervento il vicesindaco Marino -. E bisogna interrogarsi se i fondi della Tari siano sufficienti a finanziare la Rap. Non è possibile, e faccio solo alcuni esempi, che nel contratto di servizio non ci sia il Tmb, che per contratto la Rap possa raccogliere circa 250 ingombranti quando per le strade ce ne sono tremila o che non possa raccogliere i cumuli di detriti perché non fa parte delle sue competenze».
L’altra nota dolente «sono i crediti che l’azienda vanta, soprattutto nei confronti del Comune. L’ammontare del credito è ancora in fase di accertamento. Ci sono alcune fatture contestate: invito la Rap a non comunicare numeri alla stampa se prima non si accerta l’ammontare del credito. Il primo problema però è quello della riscossione: tutti devono pagare la Tari, solo chi paga le tasse ha diritto di lamentarsi del servizio». Bordate all’ex presidente della Rap Roberto Dolce, confermando che uno dei motivi di rottura è stato il piano di spazzamento: «Quando il presidente della Rap ero io ne avevo presentato uno che poi è sparito. Il vecchio cda ha presentato al Consiglio un altro piano di spazzamento sperimentale nella Prima e nell’Ottava circoscrizione che per me e il sindaco non è idoneo: si tornerà a quello proposto da me. Si vede che negli ultimi mesi Dolce ha avuto momenti di smarrimento…».