Bilancio, Baccei all’Ars: «Non fate i maestrini» Ardizzone: «Sicilia non è la Grecia, lui non è la Troika»

«La Sicilia non è la Grecia e lui non è la Troika». A parlare è il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Il lui a cui si riferisce è l’assessore all’Economia Alessandro Baccei, inserito nel governo Crocetta su mandato di Roma. E’ durissimo il botta e risposta a commento della manovra Finanziaria e del bilancio generale. Per far quadrare i conti importanza strategica rivestono le risorse che dovrebbero arrivare dal governo centrale. Che Roma subordina a una serie di misure e di tagli. Quantificati nel testo varato dalla giunta regionale in circa 200 milioni di euro. 

Ieri Baccei ha incontrato a Roma o il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Dal vertice sarebbe emersa la disponibilità del governo Renzi a dare alla Sicilia oltre 3 miliardi. Ma da Palazzo Chigi trapela il timore che le riforme promesse dalla giunta Crocetta vengano modificare in modo sostanziale dall’Ars. «Gli incontri – ha affermato Baccei – sono andati tecnicamente bene. Però c’è un grosso punto interrogativo, cioè che all’Ars la finanziaria venga cambiata, facendo saltare le riforme». Quindi l’assessore all’Economia ha rincarato la dose: «Se a Palazzo dei Normanni si mettono a fare i maestrini, a cominciare dal presidente Ardizzone, si rischia di complicare tutto. II timore è che le norme che abbiamo approvato in giunta vengano modificate dopo avere ricevuto l’aiuto richiesto». Il testo della Finanziaria è stato esitato dalla giunta, ma non sono ancora chiari i tempi di discussione all’Ars che, in ogni caso, non vorrebbe iniziare il dibattito senza prima avere anche il bilancio. 

Le parole di Baccei hanno scatenato commenti durissimi dai rappresentanti dell’Assemblea regionale. «Baccei – afferma il presidente Ardizzone – dimentica di essere un assessore del governo regionale siciliano, con il precipuo compito di garantire alla nostra Isola le risorse che, per Costituzione e Statuto, le sono dovute e che non sono una cortesia del governo nazionale nei nostri confronti. E proprio su quest’ultimo aspetto, mi pare che fino a oggi ci siano stati troppi silenzi da parte di Baccei, anche quando, con semplici colpi di penna, lo Stato, come per magia, ha sottratto unilateralmente ingenti risorse».

Rosario Crocetta prova a fare da mediatore. Già cinque giorni fa, in visita a Catania, si era mostrato ottimista: «Se Renzi non manda le risorse, non credo si comporti bene con la Sicilia e io sono convinto che Renzi ami la Sicilia», aveva affermato. Oggi continua a guardare il bicchiere mezzo pieno: «Nell’incontro avuto ieri con il presidente Ardizzone, mi è sembrato di cogliere una grande volontà di portare avanti il processo riforme, la stessa sensazione avuta dal confronto con diversi rappresentanti parlamentari. Io credo che governo e parlamento, su questo fronte di rinnovamento per la Sicilia, lavoreranno insieme». 

Ma non bastano le sue dichiarazioni per spegnere l’incendio. Ardizzone fa i conti: «Il forte squilibrio dei conti regionali – attacca – è in massima parte riconducibile a decisioni statali che hanno creato, nel tempo, condizioni di forte criticità nelle finanze della Regione. L’assessore Baccei dimentica che nel 2007 lo Stato, unilateralmente, ha innalzato al 49,11 per cento la quota di compartecipazione della Regione al Fondo sanitario, sottraendoci 600 milioni di euro l’anno. Ci restituiscano queste somme perché ci spettano e non per cortesia». 

Oltre alla Sanità, il presidente dell’Ars ricorda «il contributo di 1,2 miliardi per il 2015 richiesto alla Sicilia per il risanamento dei conti pubblici nazionali, un importo iniquo – continua – se rapportato a quelle delle altre regioni a Statuto speciale». E ancora «la continua erosione dell’Irpef relativa ai redditi prodotti in Sicilia». «Nonostante – spiega Ardizzone – l’articolo 36 dello Statuto siciliano attribuisca all’Isola la totalità delle entrate tributarie erariali riscosse nel territorio, lo Stato ha progressivamente incamerato parte crescente di questo gettito, trasferendo al di fuori della Regione gli uffici finanziari addetti alla riscossione. Le ultime stime ci dicono che il danno è di circa 3 miliardi di euro l’anno». E cita come esempi il trasferimento a Latina del centro di riscossione per i dipendenti pubblici, «meno 250 milioni»; l’assorbimento del Banco di Sicilia e Sicilcassa da parte di Unicredit con trasferimento del centro a Milano, «meno 150 milioni». 

«Baccei – conclude Ardizzone – ha il dovere di proporre un bilancio e una legge finanziaria che consentano il risanamento economico della Regione e soprattutto lo sviluppo della nostra Isola. Tutto il resto sono chiacchiere in libertà». 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]