Per scongiurare l'emergenza ambientale l'azienda propone di continuare a utilizzare la sesta vasca, in una specifica area individuata. Il piano è stato presentato ieri in assessorato, ma si attendono i pareri di Asp, Arpa e provincia. Il rischio è quello di un nuovo caos
Bellolampo, corsa contro il tempo per evitare crisi Rap: «Serve conferire anche con i lavori in corso»
Continuare ad utilizzare la sesta vasca anche durante i lavori di ampliamento. Questo il piano escogitato dalla Rap per evitare a Palermo un’emergenza ambientale ormai non più rinviabile. Tra meno di 72 ore, infatti, non sarà più possibile trasportare i rifiuti a Bellolampo per la scadenza di un’ordinanza comunale. Con i cancelli chiusi e i cassonetti (così come i mezzi) stracolmi, servirà subito una soluzione per scongiurare un disastro. Serviranno tra i 30 e i 45 giorni per incrementare la capienza della vasca attualmente in funzione – ancora per poco – grazie all’innalzamento degli argini.
Nel frattempo, però, la città produce oltre 800 tonnellate di rifiuti che devono essere smaltiti: la soluzione più ovvia, il trasferimento in altre discariche, è stata bocciata dall’azienda di piazzetta Cairoli – alle prese con una perdita di esercizio nel bilancio consuntivo lo scorso anno di oltre 10 milioni di euro – che dovrebbe sborsare circa 100mila euro al giorno.Così da giorni la partecipata del Comune studia le soluzioni per allontanare l’ipotesi più funesta.
E ieri mattina è stato ufficialmente presentato il piano in assessorato Energia e pubblica utilità – che continua a tenere accesi i riflettori sollecitando continui incontri per accelerare l’iter. Il piano prevede il ricorso alla sesta vasca anche nella fase di costruzione dell’argine e, secondo i tecnici Rap, la strada è praticabile purché i conferimenti avvengano in una specifica area individuata e rimuovendo il telo di copertura per evitare lo scivolamento dei rifiuti. Una soluzione comunque dalla durata limitata di 45 giorni, giusto il tempo di completare gli interventi, come conferma l’amministratore unico di Rap Giuseppe Norata. «Ieri abbiamo presentato la nostra proposta, una soluzione tampone – ammette – fino a quando i lavori di ampliamento della sesta non saranno ultimati».
L’area pare sia stata già individuata ma il piano, per decollare, necessita dei pareri favorevoli da parte di Asp, Arpa e provincia che devono valutarne l’impatto ambientale. Il tempo, però stringe, e all’orizzonte non sembrano ci siano altre soluzioni. L’allarme, tuttavia, si ripresenterà subito dopo l’estate: la vita residua della sesta vasca è di circa tre mesi, mentre i lavori della nuova vasca non inizieranno prima di settembre-ottobre e dureranno altri sei mesi. In quel caso, la Rap pensa di portare l’immondizia in un’area, quella degli inerti, nel perimetro di Bellolampo. Circa 10mila metri quadrati dove disporre, su tre-quattro file ecoballe di rifiuti. «Eventualmente se non si riescono a trovare altre soluzioni intermedie, è questa l’ipotesi più accreditata» rivela ancora Norata, da mettere in campo «tra la morte della sesta e la disponibilità della settima».