Lo spazio, curato dal comitato popolare Antico corso, per una mattina è diventato il parco giochi di una scolaresca. Entusiasti i piccoli protagonisti che hanno giocato all'aria aperta e scoperto un posto per alcuni sconosciuto. «Purtroppo mancano fondi per momenti del genere», spiega una docente. Guarda foto
Bastione degli Infetti, scuole ospiti nel giardino «Bambini possono rivitalizzare un luogo storico»
Più di cento bambini che corrono, giocano ad acchiappa acchiappa, nascondino, un due tre stella, scavano la terra e guardano stupiti i cavalli che vivono dietro la staccionata. L’ampio spazio dove sorge il Bastione degli infetti, uno dei pochi resti della cinta muraria cittadina del ‘500, nel cuore dell’Antico corso, oggi è tornato a vivere grazie agli alunni di otto classi della scuola primaria Dusmet-Doria. A organizzare una mattinata all’interno del giardino è stata una loro docente, Monia Frizzi.
«Dalla riforma Gelmini in poi siamo sacrificati in classe e non abbiamo tanti soldi per i progetti – spiega Frizzi -, i bambini passano le giornate solo a fare compiti e non hanno tempo per rilassarsi e partecipare a eventi del genere». La maestra abita a pochi passi dal Bastione, da otto anni insegna nel quartiere dei Cappuccini e da 13 lavora con gli studenti dell’ex scuola Andrea Doria. Ma nonostante la vicinanza, non era mai entrata al Bastione anzi, fino a poco tempo fa ne ignorava l’esistenza. Finché tramite Facebook ne è venuta a conoscenza e ha preso contatti con Salvo Castro ed Elvira Tomarchio, che da anni curano quel luogo insieme agli altri membri del comitato popolare Antico corso, di cui anche la maestra oggi fa parte.
Mariateresa e Desideria, entrambe di nove anni, trovano il posto «bellissimo e incantevole» e vogliono portarci le loro famiglie. «Di chi è questo giardino?», chiede Hilary, che di anni ne ha otto e si è convinta che appartenga alla signora affacciata al balcone e al suo cagnolino che abbaia al gruppo. Gabriele, dieci anni, vive in via Plebiscito, e prima di arrivare ha chiesto alla maestra come avrebbero fatto a entrare tutti quei bambini al Bastione. «Pensava che fosse grande quanto la nostra aula e non credeva possibile andarci tutti insieme», racconta la maestra Rosa Pona, che accompagna la classe quinta E, di cui fa parte Dilan, che le chiede di tenergli sotto controllo lo zainetto mentre gioca con i compagni.
«Portare i bambini in spazi aperti come questo, per giunta vicino casa – aggiunge l’insegnante – è importante, soprattutto perché molti di loro non hanno possibilità di praticare sport il pomeriggio». Ed è proprio questo uno degli scopi della giornata, come ricorda anche Elvira Tomarchio: «Fare vivere questo luogo in maniera diversa e mostrare ai bambini cosa è un luogo storico, come si vive e come si può rivitalizzare». E per merenda il comitato, solitamente, offre il pane con la marmellata delle arance raccolte dai due alberi che crescono nel Bastione. «Negli anni ’50 qui c’era un giardino con rose, fiori e alberi da frutto – racconta Tomarchio – di cui oggi sopravvivono un gelso, un ulivo e due alberi di fichi».
Il comitato, nel tempo, ha ripreso a curare il verde, cercando di contenere la flora spontanea e coinvolgendo nelle attività anche gli abitanti del quartiere: «Senza la concordia è facile distruggere così li invitiamo sempre a partecipare ai nostri appuntamenti». Il gruppo di Salvo ed Elvira sta lavorando anche con Officine Culturali, Centro Speleologico Etneo e l’università di Catania per valorizzare il rifugio che si trova all’interno del liceo scientifico Boggio Lera e, a breve, parteciperà al progetto nazionale Invasioni Digitali. L’appuntamento è per il 7 maggio, quando ragazzi e visitatori scatteranno alcune foto al Bastione e ad altre opere nei dintorni e le condivideranno sui social network per portarli alla conoscenza del pubblico.