Basta con le torture alle donne!

di Valeria Robecco e Stefano Vaccara

NEW YORK – In quella che il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha definito “una giornata storica”, le Nazioni Unite mettono al bando le mutilazioni genitali femminili (Mgf). L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato per consenso una risoluzione che esorta gli Stati membri ad abolire la pratica a cui sono state sottoposte 130-140 milioni di giovani donne in tutto il mondo. E chiede loro di promuovere programmi ad hoc nel settore sociale ed educativo per favorirne l’abbandono. L’approvazione del testo presentato dai Paesi africani co-patrocinato dell’Italia, senza discussione né emendamenti, testimonia l’ampio accordo politico alla base del dispositivo, il primo dedicato specificamente al tema.

“Hanno vinto la tenacia, la persistenza e la convinzione che le tradizioni non sono sempre buone. Anche la schiavitù era una tradizione”, ha detto la vicepresidente del Senato, Emma Bonino, plaudendo all’adozione del testo. Da sempre in prima linea nella lotta contro le Mgf, Bonino è fondatrice della Ong “Non c’è pace senza giustizia” (Npwj), e ha seguito in diretta da Roma, nella sede del Partito radicale, che della lotta alle mutilazioni (e quella contro la pena di morte) ha fatto una delle sue priorità.

“Ci sono tradizioni nefaste e queste tradizioni bisogna che le superiamo. Il mondo va avanti e con il mondo devono andare avanti i diritti umani e i diritti delle donne”, ha evidenziato Emma Bonino, ricordando come molti Paesi ora siano chiamati ad adeguare le proprie leggi o ad applicare leggi già esistenti sulla base della risoluzione Onu. Ci sono però – è stato il monito della Bonino – anche altri Paesi che, “come l’Egitto, stanno tentando di andare indietro” e la risoluzione “è anche un freno a possibili ritorni indietro. Da oggi abbiamo uno strumento importante in più”. (sopra, foto tratta da csvrovigo.it)

“Quella di oggi è una giornata storica per l’affermazione dei valori universali della civiltà, che ci incoraggerà a procedere con rafforzata convinzione nel nostro impegno in favore della promozione su scala globale dei diritti fondamentali della persona umana”, ha fatto eco il ministro degli Esteri del nostro Paese, Giulio Terzi. Il titolare della Farnesina ha ricordato da Roma come l’Italia sia sempre stata in prima linea per arrivare a questo risultato, anche come coordinatrice degli altri Stati europei.

“Oggi il tema delle mutilazioni genitali femminili è entrato a far parte, con una risoluzione specifica, del corpus di documenti delle Nazioni Unite dedicati alla protezione dei diritti delle donne e delle bambine. E allo stesso tempo è stato previsto per la prima volta il divieto di imporre la pena di morte ai minori e alle donne in gravidanza, confermando in tal modo la tendenza verso l’abolizione universale della pena capitale”, ha affermato Terzi, accogliendo con favore anche il via libera, lo stesso giorno, alla risoluzione sulla moratoria della pena di morte. (a sinistra, foto tratta da julienews.it)

“Sono conquiste davvero importanti per l’affermazione dei diritti umani nel mondo”, ha sottolineato. “Ho sollevato il tema delle mutilazioni genitali femminili anche negli incontri bilaterali con i miei colleghi dei Paesi africani – prosegue Terzi – sapendo di poter sempre contare sul forte sostegno di numerose organizzazioni della società civile e delle forze politiche e parlamentari. Analogo incoraggiamento ho sempre ricevuto – aggiunge il Ministro egli Esteri – anche da quanti si sono prodigati per la moratoria della pena di morte. In particolare, ‘Nessuno Tocchi Caino’ e ‘Non c’è pace senza giustizia’ sono stati, in questo impegno, interlocutori costanti ed autorevoli, in un rapporto di collaborazione continua ed intensa con la Farnesina”.

“Oggi il tema delle mutilazioni genitali femminili – conclude il ministro – è entrato a far parte, con una risoluzione specifica, del corpus di documenti delle Nazioni Unite dedicati alla protezione dei diritti delle donne e delle bambine, e allo stesso tempo è stato previsto per la prima volta il divieto di imporre la pena di morte ai minori e alle donne in gravidanza, confermando in tal modo la tendenza verso l’abolizione universale della pena capitale. Conquiste davvero importanti per l’affermazione dei diritti umani nel mondo”.

L’Italia ha lavorato a stretto contatto con i Paesi africani, puntando a costruire il consenso, riconoscendo la loro leadership, affiancandoli e coinvolgendoli nel progetto. Un’operazione complessa, poiché si tratta di una pratica fortemente intrecciata con tradizioni e culture locali. Le mutilazioni genitali sono praticate principalmente in Africa (in 28 Paesi), ma esistono tracce del fenomeno anche in Medio Oriente e in Asia. Inoltre, tramite i flussi migratori, l’Occidente, Italia inclusa, ha dovuto fare i conti con questa pratica. Si tratta, quindi, di una sfida che, seppur radicata in Africa, ha una portata sempre più globale. (sopra, a destra, il Ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi)

Al Palazzo di Vetro, dopo il voto dell’Assemblea Generale, si è tenuta una conferenza stampa presieduta dall’ambasciatore del Burkina Faso Der Kogda. Infatti il Burkina Faso è il Paese che è stato il maggiore protagonista nel mobilitare l’Unione Africana per riuscire a portare questa risoluzione al voto dell’Onu. La First Lady del Burkina Faso, Chantal Compaoré, infatti, in questi anni si è battuta a fianco di Emma Bonino per raggiungere lo storico obiettivo della risoluzione.

Alla conferenza stampa con l’ambasciatore Kogda , che aveva tenuto un toccante discorso in Assemblea Generale dove aveva ribadito che bisognava rompere “il muro del silenzio sulle Fgm per poter arrivare alla loro totale eliminazione”, c’era anche Mariam Lamizana, Presidente dell’Inter African Committee on Traditional Practies e che partecipava in rappresentanza della First Lady del Burkina Faso. Con loro anche Niccolò Figà-Talamanca segretario di “No Peace Without Justice” coadiuvato in questa trasferta a New York dal tenace team di Npwj Alvilda Jablonko, Ilwad Elmi, Alison Smith e Gianluca Eramo. I rappresentanti della Ong fondata da Bonino, come ha ricordato anche il ministro degli Esteri Terzi, si sono valorosamente battuti in questi anni per arrivare al traguardo della risoluzione Onu e ieri per loro è stata una giornata di festa indimenticabile.

Nella conferenza stampa con i giornalisti dell’Onu, si è sottolineata l’importanza che ogni stato applichi le leggi contro le mutilazioni e allo stesso tempo si continui sul campo con l’opera di educazione e convincimento tra le popolazioni per far smettere di praticare una usanza che non si basa, è stato più volte ricordato, su alcun fondamento religioso. La legge quindi, finalmente aiutata dalla risoluzione dell’Onu, ma anche fare opera di convincimento sul campo affinché milioni di genitori comprendano che con la mutilazione non si fa il bene delle loro bambine (“Purtroppo si pensa che solo così possano trovare un marito” ha ricordato Figà-Talamanca) ma si infligge una terribile e permanente crudeltà e si calpestano i diritti umani della donna.

 


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