Barcellona, sfiduciata la sindaca Maria Teresa Collica Renato Accorinti: «È la restaurazione della vecchia politica»

La notizia è talmente fresca che al Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, il secondo della provincia di Messina per numero di abitanti, non l’hanno ancora realizzata. Maria Teresa Collica è stata sfiduciata nottetempo ma, secondo il sito istituzionale del municipio, è ancora la sindaca della città del Longano. Sono stati undici i consiglieri comunali, oltre ad Angelo Pino, presidente dell’assemblea cittadina, che ne hanno proposto il siluramento, attraverso una formale mozione; in 21 hanno votato, ieri notte, a favore della fine prematura della sua legislatura. Appena sette i contrari e due gli astenuti. Per capire cosa sia realmente successo, è sufficiente ripercorrere il giorno dell’elezione, il 22 maggio 2012. Molto vicina al senatore Pd Beppe Lumia, Collica – candidata del centrosinistra con il progetto Voltiamo Pagina e appoggiata da due liste civiche – al ballottaggio cambia il corso della storia di un Comune storicamente di centrodestra e supera Rosario Catalfamo, sostenuto da Pdl, Udc e quattro civiche. Per lei, 13.664 voti, pari al 61,28 per cento dei consensi.

Un tesoretto dilapidato in poco meno di tre anni. Ormai troppi e impossibili da ricucire gli strappi con un civico consesso nel quale il Pd ha guidato una progressiva ma inesorabile pax con i 12 esponenti di centrodestra, con il contributo di Udc e Dr. A farne le spese, la prima cittadina. La rivoluzione barcellonese è così naufragata e a nulla è servito il supporto dell’uomo che da molti è additato come il deus ex machina dietro il governo di Rosario Crocetta. Proprio sotto il profilo strategico, Collica sembra avere commesso il peggiore dei peccati capitali. A dispetto del suo successo personale, nella primavera 2012, solo due esponenti della sua coalizione riescono a entrare in Consiglio comunale. Due su 30 non è esattamente una solida maggioranza. Eppure, Collica si ostina a circoscrivere la giunta ai soli esponenti delle realtà socio-politiche di cui è espressione, negando un allargamento a quelle che le hanno permesso di far proprio il ballottaggio.

L’aula, con l’andare del tempo, non risparmia critiche alla gestione amministrativa della cosa pubblica da parte dell’amministrazione, puntando l’indice contro l’inesperienza, l’incapacità e l’inadeguatezza dimostrate. Disatteso, secondo i 21 che hanno approvato la sfiducia, il programma elettorale, a partire dalla riqualificazione della spesa pubblica, il risanamento delle casse comunali, le tematiche ambientali, la legalità e la democrazia partecipativa. A destare perplessità, anche il ruolo di Davide Bongiovanni – per lui la delega allo Sviluppo economico – nell’esecutivo. Per molti è il vero leader, a sua volta fortemente legato a Lumia. La proposta iniziale dell’aula, in effetti, era di azzerare tutto e di approdare a un governo di tecnici. Già in passato si era verificato un mini rimpasto, con l’esclusione di Cosimo Recupero e Carmela Panella. L’opzione, tuttavia, non è stata presa in considerazione dalla prima cittadina che, forse, non ha creduto che il Consiglio potesse andare fino in fondo, sacrificando se stesso per far decadere lei. 

Le sue lacrime, al termine della votazione, sono l’emblema di una sconfitta cocente. Forse la sconfitta di chi, attraverso lei, credeva di potere davvero operare un cambiamento. A lasciare il palazzo di via San Giovanni Bosco, insieme a Collica, sono Giuseppe Saija, vice sindaco, Sergio Amato, Raffaella Campo, Roberto Iraci e Antonio Dario Mamì, Oltre, ovviamente, all’intero consiglio comunale. A decretare la sfiducia, insieme a Pino, sono stati Massimo Alosi, Sebastiano Aronica, Gian Marco Bauro, Francesco Bucca, Massimo Bucolo, Franco Calabrò, Paolo Calabrò, Angelo Coppolino, Carmelo Cotugno, Giuseppe Imbesi, Francesco La Rocca, Carmelo Materia, Sebastiano Migliore, Venerita Mirabile, Carmelo Pirri, Antonio Puliafito, Gianluca Sidoti, Antonio Sottile, Giuseppe Sottile e Nicola Tripoldi. Hanno votato contro la sfiducia Francesco Bonanzinga, Orazio Calamuneri, Vittorio Genovese, Giosuè Gitto, Lorenzo Gitto, Antonino Novelli e Angelo Sottile. Adesso subentrerà un commissario inviato dall’assessorato regionale agli Enti locali. Pare ci siano i tempi per votare la prossima primavera.

«Ho saputo con molto dispiacere della sfiducia a Maria Teresa – commenta il primo cittadino di Messina, Renato Accorinti – si tratta con tutta evidenza di un’operazione di restaurazione della vecchia politica. Le elezioni comunali avevano dato voce alla profonda voglia di cambiamento e di riscatto dei barcellonesi, ma gli interessi personali e di parte hanno prevalso ancora una volta». A Collica il sindaco del capoluogo rivolge il suo «appoggio incondizionato», anche per una eventuale nuova candidatura.

Fabio Bonasera

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