Saranno l'esponente di centrodestra e quello di centrosinistra a giocarsi la partita nel secondo turno. Domenica prossima, però, l'attenzione sarà posta anche sulle scelte che faranno gli elettori che al primo turno hanno preferito uno degli altri tre candidati. Insieme rappresentano oltre il 40 per cento dei voti espressi
Ballottaggio Sciacca, sconfitti saranno decisivi Ma nessun apparentamento per Bono e Valenti
Domenica prossima anche gli elettori di Sciacca torneranno alle urne per scegliere il nuovo sindaco. A sfidarsi sono Calogero Bono, esponente del centrodestra, e Francesca Valenti, sostenuta da una coalizione di centrosinistra.
Due settimane intense di campagna elettorale per Bono, che al primo turno ha ricevuto il 30,80 per cento dei voti. «Ho incontrato i cittadini di tutti i quartieri, le associazioni – spiega a MeridioNews – riscontrando numerosi consensi, quindi sono fiducioso e consapevole di aver fatto il massimo». Il candidato è sostenuto dalle liste Alternativa Popolare, Forza Italia, Sciacca al Centro, Progetto Sciacca e Fratelli d’Italia. La stessa corrente politica dell’amministrazione uscente anche se, precisa, «non mi sento né in continuità né in discontinuità con la stessa. Ho sempre detto che avrei creato una squadra nuova – continua – e sono stato coerente, perché ho designato cinque assessori nuovi. Ciononostante, per quanto mi riguarda, la precedente giunta ha fatto del proprio meglio raggiungendo risultati importanti in momenti di grande difficoltà».
Di opinione opposta è Francesca Valenti, volto nuovo della politica saccense, appoggiata dalle liste Nostra Sciacca, Pd, Pdr-Sicilia futura, Sicilia Democratica-Sciacca Democratica e Uniti Per Sciacca. «Per il bene dei nostri figli – commenta – è meglio ingranare la marcia e cambiare rotta immediatamente». La candidata lamenta, tra le altre cose, il degrado nei quartieri periferici, la mancanza di regole urbanistiche, la sporcizia in centro storico, la gestione privata e inefficiente del servizio idrico e di quello della nettezza urbana.
Niente apparentamenti per i due aspiranti sindaci. «I candidati sconfitti hanno dichiarato pubblicamente che non si sarebbero apparentati con nessuno – racconta Bono -. Tra l’altro, almeno per quanto mi riguarda, si tratta di forze politiche distanti dalla nostra idea di governo, quindi difficilmente avremmo potuto trovare sintonia». L’uomo fa riferimento a Fabio Termine e al pentastellato Domenico Mistretta, entrambi sconfitti al primo turno.
Termine, che si era presentato con le liste civiche Mizzica e Futuro presente, si dice pronto a collaborare con chiunque sarà eletto a primo cittadino di Sciacca. «Cinquemila persone ci hanno dato la propria fiducia e adesso abbiamo il dovere di rappresentare le loro istanze in consiglio comunale – spiega -. Indipendentemente da chi andrà al governo, dall’indomani mattina ci sarà sul tavolo dell’amministrazione la prima proposta di Mizzica che riguarda la rimodulazione dei proventi dell’imposta di soggiorno». Termine esclude inoltre la possibilità di sedersi a capo del consiglio comunale e dunque una eventuale alleanza col centrosinistra perché, sottolinea, «la nostra più grande forza è la coerenza».
Le due liste civiche e il Movimento 5 stelle avevano raggiunto, rispettivamente, il 20,8 e il 19 per cento. Un 40 per cento che potrebbe essere decisivo: c’è chi teme che una fetta importante di aventi diritto non si rechi alle urne, delusa da come sono andate le cose.