Accanto al cartello coi prezzi dei limoni da qualche giorno il venditore ambulante del centro storico espone i motivi per cui si scaglia contro la riforma della Carta voluta dal governo Renzi. Ricevendo consensi e critiche da numerosi esponenti politici. Mentre Marco Travaglio gli ha promesso una copia del suo ultimo libro
Ballarò, Armando tra cassette di limoni e politica Il più aspro No al referendum diventato virale
Il più aspro dei no al governo Renzi viene da Ballarò. Allo storico mercato palermitano l’attrazione principale da qualche giorno ha un nome e cognome: Armando Marascia. Sul suo bancone di limoni si trovano una serie di cartelli che indicano i motivi del no al referendum costituzionale per cui si voterà il prossimo 4 dicembre. In questo modo il giovane venditore di agrumi ottiene un duplice scopo: attira l’attenzione dei passanti e prova a convincere i clienti della bontà non solo dei propri prodotti ma anche delle proprie scelte politiche. La foto coi limoni politici circola pure sui social, con un consenso trasversale – come il fronte del rifiuto al referendum voluto dal governo Renzi. Parecchi pure gli esponenti politici che hanno condiviso lo scatto, da Alessandro Di Battista del M5s ai leghisti «anche se a me loro non piacciono». Spazio anche a qualche critica sull’iniziativa di Armando, come quella del senatore di Forza Italia Carlo Vizzini sulla propria pagina facebook. Alla quale lo stesso Armando ha risposto per le rime, con Vizzini che ha chiuso lo scambio di vedute con un signorile «mai vorrei litigare con chi ha indosso una maglia rosanero».
Non è la prima volta che Armando scrive a mano, sui cartelli dove solitamente si indica il prezzo della mercanzia, anche le proprie opinioni. Rese a volte in chiave umoristica. Già ai tempi del virus Ebola ad esempio aveva incollato ai limoni un cartello che vantava un fantomatico succo contro le infezioni. Con gli altri ambulanti il giovane venditore di limoni si confronta su tanti temi, a partire dalla tanto vituperata ztl che a suo dire «non ci fa più lavorare, prima cento chili di limoni li vendevo in un giorno mentre ora mi ci vuole una settimana». Una passione, quella per la politica, che Armando coltiva sin dai tempi della scuola. Con gli studi all’istituto alberghiero che ha dovuto interrompere, a sei mesi dal diploma e con la media del sette, per «fare carrozzella» con la propria ragazza o, come è più conosciuta in Sicilia, la fuitina – ovvero la fuga d’amore.
Per dare una mano alla propria famiglia, e crearne una propria, Armando così a 27 anni vende limoni tra le balate di uno dei quartieri simbolo della città. Simpatizzante a 5 stelle, vede come il movimento di Grillo come «ultima speranza». Ed è a Giancarlo Cancelleri, probabile candidato pentastellato alle prossime Regionali, che rivolge una proposta di legge in merito all’astensionismo crescente, un fenomeno che lo stesso Armando riscontra negli scambi di idee coi clienti. «La mia idea è quella di fare in modo che le persone debbano andare a votare – spiega – in cambio di una specie di carta fedeltà. Quando esce un bando pubblico su un bonus sociale o c’è da usufruire di un ammortizzatore sociale u zu Tano o la zia Peppina, in Sicilia e a Palermo, sono i primi a correre. Quando invece gli stessi devono andare a votare dicono a mia mi siddia, tanto sunnu tutti latri e altri luoghi comuni. Allora io dico di realizzare una carta dove chi va a votare riceverà un caricamento e potrà accedere ai bonus sociali. Se tu salti più di una votazione perdi le opportunità concesse dallo Stato».