«Oggi più che mai, la cura delle persone e delle comunità, dei territori e dei beni comuni sono la risposta rivoluzionaria a solitudine, egoismo, disuguaglianze, discriminazioni, odio e violenze». Ne è convinta Francesca Silluzio, la presidente dell’Arci di Sortino che ha avviato il progetto che ha dato vita a un’aula studio all’interno dell’antica biblioteca del […]
La nuova vita dell’antica biblioteca del convento di Sortino: «Un’aula studio che diventa luogo di aggregazione»
«Oggi più che mai, la cura delle persone e delle comunità, dei territori e dei beni comuni sono la risposta rivoluzionaria a solitudine, egoismo, disuguaglianze, discriminazioni, odio e violenze». Ne è convinta Francesca Silluzio, la presidente dell’Arci di Sortino che ha avviato il progetto che ha dato vita a un’aula studio all’interno dell’antica biblioteca del convento dei frati minori cappuccini della cittadina in provincia di Siracusa. «Un progetto che è nato dal basso e che viene portato avanti da un gruppo di volontari e volontarie coordinato dall’Arci Esedra – ci tiene a sottolineare – L’idea da cui tutto è partito è quella di mettere a disposizione della collettività uno spazio culturale condiviso, con l’obiettivo di dare una risposta concreta ai bisogni espressi dalla comunità sullo sviluppo di servizi innovativi di prossimità».
Con la biblioteca comunale chiusa da due anni e sempre meno spazi culturali e sociali di aggregazione fruibili, quello dell’aula studio nel convento è un progetto che ha subito raccolto entusiasmo e partecipazione. «È un’idea che ci balenava in testa già da tempo – racconta Silluzio a MeridioNews – e che è diventata concreta anche seguendo la scia dello slogan della campagna di tesseramento dell’Arci: Cura è rivoluzione!». Due parole chiave del progetto autogestito che si è fatto reale anche grazie al supporto di Luigi Ingaliso, docente del dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, e di fra Matteo Pugliares. «L’ultimo dei frati rimasti nel convento, dopo un trasferimento e un decesso, che è un animatore e un punto di riferimento della nostra comunità locale», sottolinea la volontaria.
«Il convento è uno dei nostri posti del cuore, un luogo che frequentiamo e a cui siamo affezionati – dice Silluzio – dove abbiamo organizzato anche molti eventi. Ci piaceva l’idea di aprirlo a tutta la comunità e, in particolare, a studenti e lavoratori in smart working che avessero l’esigenza e la voglia di uno spazio da condividere». Dopo un sondaggio locale che ha ottenuto un grande riscontro soprattutto di giovani, sono nate le dodici postazioni in cui si può studiare, leggere o lavorare immersi nel silenzio tra la bellezza dei libri antichi. «Molti ragazzi e ragazze – spiega la volontaria – hanno subito messo a disposizione il loro tempo per tenere aperta ogni giorno l’aula studio». L’accesso alla postazioni è gestito tramite un’app di prenotazioni che, in poche settimane, ha registrato già più di 170 registrazioni. «Se il progetto ingrana – è l’auspicio della presidente dell’Arci – speriamo di potere aumentare il numero dei posti magari anche aprendo e sistemando altre stanze del convento». Intanto, i volontari e le volontarie hanno anche allestito nel corridoio un’area relax con una macchina per il caffè, un bollitore per te e tisane e un tavolino su cui appoggiare dolcetti che preparano per le pause. Un modo per autofinanziare il progetto.
«Un progetto in cui crediamo molto – sottolinea Silluzio, che è affiancata nel coordinamento dai due referenti Luigi Salonia e Concita Blancato – che è nato dall’esigenza di avere e mettere a disposizione della collettività un posto in cui le persone possano avere modo di incontrarsi e stare insieme. Crediamo – aggiunge – che possa essere un luogo stimolante anche per la nascita di altri nuovi progetti. Specie in un territorio come il nostro che, come molti altri delle aree interne della Sicilia, si stanno spopolando sempre di più. Ci piace pensare – conclude la volontaria – che anche progetti come questi possano diventare uno strumento o un motore che faccia scegliere ai giovani di restare qui e non andare via».