«Elevati costi di produzione e bassi ricavi». Due elementi utili per definire la redditività aziendale e fotografare lo stato di crisi in cui versa l’Azienda siciliana trasporti. Realtà partecipata al cento per cento dalla Regione Siciliana che a partire dall’1 marzo ha annunciato il taglio del proprio servizio sulle linee urbane in 14 Comuni dell’Isola, […]
Ast taglia linee urbane in 14 Comuni. «Perdite fino a 6 milioni di euro». Vertice a Palermo il 7 febbraio
«Elevati costi di produzione e bassi ricavi». Due elementi utili per definire la redditività aziendale e fotografare lo stato di crisi in cui versa l’Azienda siciliana trasporti. Realtà partecipata al cento per cento dalla Regione Siciliana che a partire dall’1 marzo ha annunciato il taglio del proprio servizio sulle linee urbane in 14 Comuni dell’Isola, praticamente l’intera rete coperta. In termini numerici, oltre 700mila siciliani rischiano di non avere più a disposizione gli autobus per spostarsi all’interno delle proprie città. Tra queste anche Siracusa e Ragusa. Dietro la decisione c’è l’elevato costo del servizio per un’azienda che viaggia sull’orlo del precipizio a fronte di un indebitamento che sfiora gli 80 milioni di euro. «Ast ci ha fatto sapere che in questi Comuni perde dai 5 ai 6 milioni di euro l’anno per espletare il servizio», spiega a MeridioNews l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò. Per discutere il nodo trasporto pubblico urbano ieri era stato convocato un vertice a Palermo. Il faccia a faccia, a cui avrebbero dovuto prendere parte tutti i sindaci coinvolti, è stato rinviato per la concomitanza con l’assemblea dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, che proprio ieri ha eletto il suo nuovo presidente, Paolo Amenta. Se ne riparlerà martedì prossimo, 7 febbraio.
«Il contratto di servizio di Ast è diverso da Comune a Comune – continua l’assessore alle Infrastrutture – Analizzando il tutto, cercheremo di capire chi potrà espletare il servizio». All’orizzonte potrebbe quindi esserci anche un cambio di società. Scenario che non viene escluso dall’amministrazione di Siracusa. Il capoluogo aretuseo è tra quelli coinvolti nel taglio del servizio. Nell’elenco ci sono anche i Comuni di Paternò, Ragusa, Acireale, Augusta, Barcellona, Milazzo, Caltagirone, Chiaramonte Gulfi, Carlentini, Gela, Lentini, Modica e Scicli. «È pervenuta una comunicazione con la quale si spiega che il servizio svolto è antieconomico – spiega a MeridioNews l’assessore alla Mobilità del Comune di Siracusa Enzo Pantano – Se si chiuderà il capitolo con Ast ci rivolgeremo ad altri e posso dire che abbiamo già avviato delle interlocuzioni. Nel nostro territorio, Ast mette a disposizione 14 autobus ma spesso sono meno di dieci a causa dei guasti alle macchine». Il parco mezzi di Ast, stando ai dati del bilancio 2019 – ultimo reperibile online – è composto da 608 unità, di cui 498 extraurbani e 110 urbani, con un’età media di 15 anni. A preoccupare però è il calo degli utenti: dal 2014 al 2019 si è assistito a un decremento di 133mila viaggiatori sulle linee urbane e di 17mila viaggiatori in quelle extraurbane.
Stando ai numeri ufficiali dell’ultima carta dei servizi l’azienda comprende 947 dipendenti, di cui sei dirigenti, 121 amministrativi, 727 autisti e 93 addetti alle officine. Al vertice, in quota autonomisti, c’è il presidente Santo Castiglione, per otto anni – dal 2004 al 2012 -presidente dell’autorità portuale di Catania. «La politica in questa storia – aggiunge Aricò – deve intervenire e non può stare a guardare. Sul punto il presidente della Regione Renato Schifani è stato molto chiaro. Troveremo delle soluzioni». Undici mesi fa, l’Ast è finita anche sotto i riflettori della procura con l’inchiesta Gomme lisce su un presunto giro di corruzione. In un’altra vicenda, invece, è stato condannato per peculato l’ex liquidatore della Ast Sistemi, società controllata da Ast. Quattro anni e otto mesi per Giovanni Trovato, che in 120 occasioni avrebbe attestato di essersi recato nel capoluogo siciliano quando, invece, si trovava altrove.